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MESSINA 24 MORTI 40DPERSI 95 FERITI…..

UN DISASTRO ANNUNCIATO……

ALLUVIONE DEL 2007

2009-10-02

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2009-09-29

CORRIERE della SERA

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2009-10-10

Negozi chiusi e saracinesche abbassate in tutta la città

Messina, notte di veglia

Oggi i funerali e il lutto nazionale

Assente il presidente Napolitano, al suo posto Schifani. In cattedrale 21 bare, tutte avvolte nella bandiera tricolore

(Afp)

(Afp)

MESSINA - Oltre un migliaio di persone hanno reso omaggio con una veglia funebre alle vittime dell'alluvione dell'1 ottobre scorso nel Duomo di Messina, dove questa mattina alle 10.30 il vescovo della città, Calogero La Piana, celebrerà i solenni funerali di Stato in concomitanza con la giornata di lutto nazionale. Saranno presenti, tra le autorità, anche il premier, Silvio Berlusconi, il presidente del Senato, Renato Schifani, in rappresentanza del capo dello Stato, e il ministro della Giustizia, Angelino Alfano.

ASSENTE NAPOLITANO - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha chiesto al presidente del Senato, Renato Schifani, di rappresentarlo - essendo impedito a parteciparvi di persona - ai funerali e di rinnovare ai famigliari e alle comunità l’espressione del suo profondo cordoglio. Lo rende noto la Presidenza della Repubblica. Il capo dello Stato, informa ancora il Quirinale, ha chiesto inoltre al presidente del Senato di comunicare alle autorità locali l’avvio, d’intesa con il ministro dell’Interno, dell’istruttoria per il conferimento, con procedura d’urgenza, della Medaglia d’Oro al valore civile a Pasquale Simone Neri che nel tragico evento ha sacrificato la propria vita per salvare quella di altri concittadini.

21 BARE - Venerdì sera sono state portate in cattedrale 21 bare, tutte avvolte nella bandiera tricolore tranne una, quella di una donna romena, con la bandiera del suo paese. I familiari di altre sei vittime hanno preferito esequie in forma privata, mentre deve ancora essere riconosciuto il cadavere di uno dei morti estratti dalla macerie. Durante la veglia momenti di intesa commozione, soprattutto tra i familiari delle vittime. Questa mattina, durante la celebrazione del rito funebre, Messina si fermerà: negozi chiusi e saracinesche abbassate in tutta la città. La proclamazione del lutto nazionale era stato sollecitato nei giorni scorsi dal sindaco, Giuseppe Buzzanca, e dallo stesso vescovo.

 

10 ottobre 2009

 

 

 

 

Il lutto nazionale

"Messina, le case entro pochi mesi"

Il premier ai funerali. Il vescovo di Agrigento: rifiuterei di celebrare esequie di una tragedia annunciata

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Messina, funerali e lutto nazionale (10 ottobre 2009)

L'omaggio alle salme in Duomo a Messina

L'omaggio alle salme in Duomo a Messina

MESSINA — Sono avvolte nel tricolore e una nella bandie­ra della Romania, già allineate davanti all’altare maggiore del­la cattedrale. Ventuno bare alle quali oggi dovrebbe aggiunger­si quella bianca della piccola Ila­ria di 5 anni. In un silenzio irrea­le ieri sera è cominciata la ve­glia funebre e oggi ci sarà l’omaggio di Messina e dell’Ita­lia intera. Perché dopo le pole­miche e le divisioni è giorno di lutto nazionale. Anche il mon­do del calcio domani osserverà quel minuto di silenzio corale che non c’è stato domenica scorsa. Alla solenne cerimonia offi­ciata dal vescovo di Messina Giovanni Marra e da quello di Palermo Paolo Romeo ci sarà il premier Silvio Berlusconi ma non ci sarà il capo dello Stato.

Un’assenza che il Quirinale ha subito motivato: Napolitano, dopo i viaggi in Corea e Giappo­ne, è reduce da una distorsione alla caviglia che si è riacutizzata durante la visita in Basilicata. A rappresentare il capo dello Sta­to sarà il presidente del Senato Renato Schifani. "Ho avuto l’al­to onore dal capo dello Stato di sostituirlo ai funerali — affer­ma — porterò il suo cordoglio e il suo dolore". Napolitano ha affidato a Schifani anche il com­pito di comunicare alle autorità locali l’avvio, d’intesa con il mi­nistro dell’Interno, dell’istrutto­ria per il conferimento, con pro­cedura d’urgenza, della Meda­glia d’oro al valore civile a Simo­ne Neri, il marinaio che è mor­to dopo aver messo in salvo ot­to persone. Oltre a rendere omaggio alle vittime della tragedia oggi il premier intende muovere an­che i primi passi per tenere fe­de all’impegno di dare una nuo­va casa agli sfollati entro 4­5 mesi. "Inizieremo quanto pri­ma a edificare nuove case — ha assicurato Berlusconi — che consegneremo quanto prima al­le popolazioni colpite dalla tra­gedia. Abbiamo accettato il desi­derio della gente che ha chiesto di veder ricostruite le loro co­munità e quindi ricostruiremo i due paesi che hanno subito le maggiori perdite". Oggi avrà al­cuni incontri con la Protezione civile e le autorità locali. Il sin­daco di Messina Giuseppe Buz­zanca ha preparato già le map­pe di alcune zone che potrebbe­ro essere adatte alla ricostruzio­ne seguendo il "modello L’Aqui­la ".

Ai funerali di oggi partecipe­ranno anche molti degli sfollati ospitati in alberghi cittadini. Chiuse le scuole. Alla elementa­re "Crispi" i piccoli hanno dise­gnato quel che hanno visto in tv. E poi c’è un loro coetaneo, Anselmo, 11 anni, che la trage­dia l’ha vissuta in prima perso­na: della morte della madre ha saputo proprio guardando i tg. Aveva un piccolo sogno: poter volare in cielo per essere più vi­cino alla sua mamma. Ieri è sta­to accontentato. Un elicottero dell’Aeronautica militare lo ha portato in volo. Ma in tanta commozione c’è chi invece fa appello alle re­sponsabilità degli uomini. Il ve­scovo di Agrigento Francesco Mogavero ha scritto una lettera aperta per richiamare l’attenzio­ne su analoghi problemi di dis­sesto che accomunano Agrigen­to a Messina: "Chiedo al Signo­re che non arrivi mai il momen­to di dovermi rifiutare di cele­brare funerali previsti o prean­nunciati, perché quel giorno, se mai dovesse arrivare, il mio posto, da agrigentino, sarà tra la nostra gente a pregare, ma non me la sentirò di parlare, co­me sarebbe successo se fossi stato a Messina".

Alfio Sciacca

10 ottobre 2009

 

 

 

 

 

2009-10-05

In mattinata sopralluogo in elicottero. Contestato il ministro Matteoli

Berlusconi tra gli sfollati di Messina:

"Vi daremo le case in breve tempo"

Il premier: "Faremo come in Abruzzo". "Evento previsto e avevamo dato l'avviso". Bilancio: 23 morti

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Avviso di rischio idrogeologico della Regione Sicilia del 30 settembre

Distruzione a Giampilieri (Afp)

Distruzione a Giampilieri (Afp)

MESSINA - "Qui ci sono due negatività, i tempi e la sicurezza. Faremo come all’Aquila. Costruiremo dove c’è sicurezza. Vi saremo vicini con tutti i mezzi. Abbiamo la grande esperienza dell’Abruzzo, nel tempo necessario vi daremo le case". Con queste parole il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si è rivolto ai 174 sfollati del nubifragio nel Messinese ospitati temporaneamente al Residence "Le Dune". "Quelle zone non sono più abitabili - ha continuato il premier - costruiremo nuovi quartieri sul livello di quelli de L'Aquila. I soldi non sono un problema: il governo metterà tutte le risorse necessarie e gli enti locali dovranno occuparsi di individuare le nuove aree edificabili", ha proseguito Berlusconi, prevedendo il blocco delle tasse e dei mutui per coloro che sono stati colpiti dal disastro. "Sarò lieto di venire qui a fare il punto sullo svolgimento di ogni attività", ha promesso Berlusconi.

IL BILANCIO - In una conferenza stampa tenuta nella Prefettura di Messina, Berlusconi ha tracciato il bilancio provvisorio della strage: 25 i corpi recuperati, e una quarantina i dispersi (ma successivamente sia l’unità di crisi della Protezione Civile che i vigili del fuoco hanno smentito le voci sul ritrovamento di altri due cadaveri nelle ultime ore: "I corpi recuperati sono 23"). Il premier ha ricordato che in questi giorni sono state ricoverate in ospedale 93 persone, "ma la metà di queste" sono già state dimesse. Sono 524 gli sfollati, ospitati in quattro hotel a Messina e in altri due a Scaletta Zanclea. Per i soccorsi sono stati messi in campo 2.070 uomini e 491 mezzi. "Le persone che ho incontrato sono grate per l'assistenza che sin qui è stata fornita", ha riferito Berlusconi.

"PREVISTO, MA NON COSÌ" - Nella conferenza stampa in prefettura, Berlusconi ha affermato che l’inondazione è stata causata da una "emergenza idro-geologica eccezionale". L’evento "era stato previsto - ha detto il premier - e nel nostro centro romano era previsto con anticipo. Avevamo dato l’avviso per tempo (questo il comunicato della Protezione civile del 30 settembre, ndr), poi la precipitazione iniziata nelle prime ore del pomeriggio del primo ottobre è stata più intensa di quanto si prevedeva". "Il governo ha risposto all’emergenza in tempi molto rapidi - ha poi riferito il premier -. Abbiamo risposto in tempi molto ristretti, abbiamo attivato subito l’unità di crisi, il centro di soccorso e offerto l’assistenza sanitaria, ripristinando la viabilità e le reti e le strutture tecnologiche. Dopo il disastro abbiamo subito emanato decreto di stato d’emergenza".

GLI STANZIAMENTI - "Il governo, nel prossimo consiglio dei ministri, procederà a uno stanziamento che si aggiungerà ai 20 milioni previsti dalla Regione Sicilia", ha detto il premier. "Dopo l'Aquila abbiamo stanziato un miliardo per interventi urgenti nelle zone a rischio sismico, mi auguro che, interloquendo con il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, si possa stanziare una analoga cifra per le zone a rischio idrogeologiche", ha aggiunto Berlusconi. Il premier ha anche indicato nel governatore della Regione Raffaele Lombardo il commissario straordinario che si occuperà di gestire il post-emergenza. "Non può che essere il Presidente della Regione Sicilia", ha detto il premier.

Berlusconi con Stefania Prestigiacomo fra gli sfollati (Ansa)

Berlusconi con Stefania Prestigiacomo fra gli sfollati (Ansa)

I RACCONTI - Il premier, accompagnato dal ministro all'Ambiente Stefania Prestigiacomo e dal ministro alle Infrastrutture Altero Matteoli, si è fermato in più occasioni a parlare con gli sfollati, che hanno elogiato il lavoro della protezione civile, delle forze dell'ordine e dei vigili del fuoco e che hanno però chiesto di "non essere abbandonati" dicendo di volere tornare presto nelle loro abitazioni. Il premier si è intrattenuto con le persone e ha ascoltato i loro racconti, con i momenti terribili vissuti durante la tragedia di giovedì notte.

IL SOPRALLUOGO - In mattinata, con un sopralluogo in elicottero, Silvio Berlusconi ha osservato dall'alto il crinale della montagna da dove nei giorni scorsi si è staccato il costone a Giampilieri Superiore. Il capo della protezione civile, Guido Bertolaso, ha mostrato al premier la scia lasciata dal fango che è passata sul paese trascinando le case verso il mare. Bertolaso ha anche spiegato gli effetti devastanti del disboscamento della zona e ha indicato altre situazioni a rischio. Il sopralluogo è durato una trentina di minuti. Dopodiché il presidente del Consiglio è arrivato all'Hotel Capo Peloro, dove ha incontrato un primo gruppo di sfollati.

La contestazione davanti alla Prefettura (Ansa)

La contestazione davanti alla Prefettura (Ansa)

CONTESTAZIONE - Un gruppo di cittadini si è radunato in mattinata davanti alla sede della Prefettura di Messina e ha duramente contestato il ministro Matteoli. "Omicidio doloso. Aspettavano i morti per discutere del Ponte" si leggeva su un cartello, mentre la gente gridava "assassini". Nel pomeriggio un gruppo di persone, prevalentemente aderenti al comitato "No Ponte", ha proseguito le contestazioni mentre parlava il premier Silvio Berlusconi, entrato da un ingresso secondario. Dalle finestre arrivano voci e slogan di contestazione al presidente del Consiglio.

 

04 ottobre 2009(ultima modifica: 05 ottobre 2009)

 

 

 

 

 

li aveva inviati la protezione civile

I due messaggi di "allerta" da Roma

che potevano salvare Messina

Destinatari: la Regione e poi la Prefettura e i Comuni. Ma nessuno ha evacuato le zone a rischio

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Immagini, foto e video

Si scava tra le macerie a Giampilieri (Di Giacomo)

Si scava tra le macerie a Giampilieri (Di Giacomo)

ROMA - C’è una catena di errori, omissioni e ritardi dietro la tragedia di Messina. Ci sono le responsabilità di chi sarebbe do­vuto intervenire per far fronte a due avvisi di emergenza che in­vece sembrano non essere stati tenuti nella giusta considerazio­ne e, da parte di alcuni enti, addi­rittura ignorati. Perché in caso di allerta massima deve essere avviata una procedura standard, invece qualcosa non ha funziona­to. E dunque non sarà difficile per chi indaga stabilire l’identità di chi doveva far scattare il pia­no, visto che i ruoli sono indivi­duati in una direttiva firma­ta nel febbraio del 2004 dal presidente del Consiglio che al­l’epoca era Silvio Ber­lusconi. E non basterà, come ha fatto ieri lo stesso premier, afferma­re che "la precipitazione è stata più intensa del previsto", perché le dispo­sizioni individuano gli strumenti da adottare an­che a fronte di eventi ecce­zionali come questo. È il 30 settembre quando il Dipartimento della protezio­ne civile dirama da Roma un "avviso di condizioni meteoro­logiche avverse".

Non è il solito allarme meteorologico, ma un bollettino che impone agli esper­ti di prendere contromisure parti­colari. E infatti l’ufficio stampa decide di evidenziarlo con un co­municato che viene diramato po­co dopo. "Dal primo pomeriggio di domani giovedì 1˚ ottobre 2009 e per le successive 24/36 ore — è scritto nel documento in­viato ai responsabili della prote­zione civile regionale e ai prefetti della Sicilia, del Lazio e della To­scana — si prevedono precipita­zioni sparse a prevalente caratte­re di rovescio o temporale anche di forte intensità, su Lazio e sulla Sicilia. I fenomeni saranno ac­compagnati da forti raffiche di vento e attività elettrica". La direttiva approvata cinque anni fa parla chiaro e stabilisce che sia il Centro Funzionale a va­lutare gli scenari di rischio. In Si­cilia questa struttura non è ope­rativa e dunque i suoi compiti so­no affidati alla Regione. "Tocca a loro — chiarisce l’ingegner Pao­la Pagliara, responsa­bile del servizio idro­geologico del Dipar­timento della Prote­zione Civile — dira­mare gli avvisi da in­viare alle prefetture e agli enti locali, in questo caso i Comuni".

Un obbli­go reso ancor più pressante il giorno successivo, poche ore pri­ma del disastro. Poco prima delle 15 del 1˚ ot­tobre viene diramato un nuovo notam che evidenzia le "condi­zioni avverse" e torna a inserire la Sicilia nelle zone dove sono previsti "temporali anche di for­te intensità", ma soprattutto a sottolineare l’arrivo di "venti for­ti con raffiche di burrasca, dai quadranti occidentali". In situa­zioni del genere la catena di in­tervento parte dal presidente del Consiglio Regionale e arriva fino ai sindaci perché sono le struttu­re presenti sul territorio a dover conoscere quali siano le aree maggiormente esposte al perico­lo di fronte a eventi meteorologi­ci di particolare intensità. Non a caso un intero capitolo della di­rettiva è dedicato al rischio fra­ne. Il documento riconosce "la difficoltosa prevedibilità di que­sto tipo di fenomeno" e per que­sto "impone di dedicare la massi­ma attenzione sia alle fasi che precedono e accompagnano l’evento, tra le quali è da inten­dersi la previsione delle situazio­ni locali oltre a quelle generali, sia a quelle che è necessario pro­trarre anche dopo la fine del­l’evento stesso. Gli scenari di ri­schio e la loro evoluzione nel tempo reale dovranno quindi, e per quanto possibile, essere for­mulati anche sulla base di speci­fiche e dettagliate osservazioni effettuate sul campo, le quali po­tranno essere opportunamente affidate e organizzate anche nel­l’ambito dei piani comunali d’emergenza". Linguaggio buro­cratico che però evidenzia quan­to doveva essere fatto: esamina­re la situazione nei paesi che si trovano sotto la montagna e, di fronte al salire dell’intensità del temporale, valutare pure l’ipote­si di evacuare quelle abitazioni costruite dove più alto era il ri­schio di smottamento del terre­no. Nulla di tutto questo, alme­no a quanto risulta sino ad ora, è stato fatto. E quindi bisognerà stabilire chi — tra Regione, pro­tezione civile locale, prefettura e Comuni — abbia lasciato cadere l’allarme decidendo che non era il caso di intervenire nonostante la doppia segnalazione di ri­schio.

Fiorenza Sarzanini

05 ottobre 2009

 

 

 

 

 

 

LA REPLICA DEI SINDACI

"Ci siamo attivati ma era

un evento straordinario"

MESSINA — Il sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca, si sente la coscienza a posto: "Quando la Protezione Civile comunicò l’allarme maltempo alla nostra struttura comunale, noi ci attivammo subito. Alle 19.40 la Prefettura aveva già convocato l’unità di crisi e alle 20.30 avevamo già mandato ruspe e pale meccaniche. La verità è che si è verificato un evento straordinario e dunque non prevedibile da alcun bollettino meteo". Sulla stessa linea Mario Briguglio, primo cittadino di Scaletta Zanclea: "Un tale cataclisma si verifica una volta ogni 150 anni. Comunque sia, noi abbiamo avvertito la popolazione: senza fare manifesti, è vero, ma attraverso un tam-tam tra i cittadini. Purtroppo nessuno si è allontanato dalle case. Quello della Protezione civile, però, era un allarme meteo, non un allarme catastrofe".

 

05 ottobre 2009

 

 

 

 

 

L’amministratore: "Solo speculazioni, non utilizzerò tutta quella somma"

La tragedia di Messina: quei fondi per il suolo spesi in "rappresentanza"

Il 18 settembre il sindaco Buzzanca ha dirottato la somma di 15 mila euro

Si scava tra le macerie a Giampilieri (Di Giacomo)

Si scava tra le macerie a Giampilieri (Di Giacomo)

MESSINA - Non sarà una gran­de somma, poco più di 35 mila eu­ro, ma fa un certo effetto vedere da dove sono stati prelevati e soprattut­to dove sono finiti. Invece di pensa­re ad evitare il dissesto del territo­rio, meglio preoccuparsi di tenere buone relazioni e poi magari ripara­re il tetto di qualche chiesa. Quelle sì che sono cose che portano voti. E questo non uno o due anni fa, ma esattamente 20 giorni prima della strage di Giampilieri. Il provvedi­mento del sindaco di Messina Giu­seppe Buzzanca porta la data del 18 settembre e preleva quella pur mo­desta somma dalle spese per il fun­zionamento dell’ufficio che si do­vrebbe occupare appunto della dife­sa del suolo per destinarne una par­te (15mila euro) a "spese per relazio­ni pubbliche e di rappresentanza e di funzionamento del sindaco", e il resto a "manutenzione e/o attrezza­ture per edifici serventi al culto" e alla "quota associativa alla lega del­le autonomie locali".

Non siamo al­la "sagra della salsiccia" di cui parla­va il capo della protezione civile Gui­do Bertolaso, ma poco ci manca. Ep­pure dopo la frana Buzzanca è stato tra i primi a puntare il dito contro l’abusivismo edilizio e chi devasta il territorio. Ma concretamente que­sto ufficio difesa del suolo di cosa si occupa? "Ma quale ufficio? — repli­ca sorpreso Carmelo Gioè, unico ge­ologo in forza al comune —, da noi non esiste un ufficio del genere. Ma­gari ci fosse. Forse ci sarà il capitolo di spesa nella speranza di crearlo, ma al momento non c’è alcun uffi­cio difesa del suolo". Ma allora ha fatto bene il sindaco a togliere quei soldi? "Sono un geologo, questa è una delle aree più a rischio d’Italia. Non aggiungo altro". Che sia necessario lo dice chiara­mente il capo del genio civile di Messina Gaetano Sciacca. "Caspita se è importante in un’area ad altissi­mo rischio sismico e idrogeologico. Ma a Messina non mancano solo uf­fici e fondi necessari, manca innan­zitutto la consapevolezza di quanto sia necessaria la difesa del territorio se realmente si vogliono evitare tra­gedie come quella di Scaletta e Giampilieri. Sono anni che faccio de­nunce alla procura: in questa città non si è mosso mai nulla tranne poi fare bei discorsi quando ci sono i morti". La questione indigna persi­no esponenti dello stesso partito di Buzzanca. "È imbarazzante vedere come vengono utilizzati soldi che dovrebbero essere destinati alla dife­sa del territorio — attacca il consi­gliere del Pdl Lello Pergolizzi — tut­to ciò dimostra l’assoluta mancanza di sensibilità verso questi temi che accomuna tutte le amministrazioni che hanno governato Messina". E lui, il sindaco, come si difende? "Mi sembrano solo speculazioni basate su argomenti speciosi". Quanto al­l’ufficio difesa del suolo "ma certo che esiste, si occupa di vigilare sul territorio per evitare la cementificazione abusi­va o il controllo di di­scariche lungo il corso dei torrenti ed altre cose del genere".

Dunque questioni im­portanti, che attengono proprio alla prevenzione di tragedie come quella di pochi giorni fa. "Si, ma non è che abbiamo ridotto questo tipo di servizio — as­sicura — anzi abbiamo una vera task-force che vigila sul territorio". Sarà, ma dove so­no finiti quei soldi? "Magari per qualche autobus per i bam­bini disabili". No, spese di rap­presentanza. "Sì, ma io non le utiliz­zo mai queste somme, se non solo per servizi essenziali". Insomma tut­to in regola per il sindaco di Messi­na. Tanto in regola che il governo ha preferito scavalcare sindaco e presidente della provincia di Messi­na nominando commissario per l’emergenza post-alluvione il gover­natore Lombardo. Pare che nello staff di Bertolaso non abbiano gradi­to la disorganizzazione trovata do­po l’alluvione. Eppure Messina ha anche il suo bel piano di protezione civile. L’amministrazione Buzzanca l’ha presentato in pompa magna alcuni mesi fa ma tutti sanno che esiste so­lo sulla carta: "Di concreto non c’è nulla — denuncia Sciacca — non ci sono punti di raduno, edifici di pri­ma accoglienza e soprattutto vie di fuga. Una questione terribilmente seria che riguarda proprio quelle borgate a monte di Giampilieri co­me Molino Atolia, che infatti sono rimaste isolate per tre giorni". An­che il prefetto Francesco Alecci con­ferma: "C’è una sola strada e non c’è nemmeno un punto dove fare at­terrare l’elicottero. Vecchi e bambi­ni abbiamo dovuto trasferirli calan­do il verricello. Si rende conto cosa vuol dire?". Lo stesso piano di prote­zione civile più che del sindaco è opera del prefetto che lo ha messo giù nel 2008 consegnandolo chiavi in mano a Buzzanca. Ma, appunto, esiste solo sulla carta. Come sulla carta c’è un ufficio tutela del suolo, mentre i soldi (veri) finiscono per spese di rappresentanza.

Alfio Sciacca

05 ottobre 2009

 

 

 

 

 

Agli edifici medioevali si sono aggiunti ampliamenti e piani sopraelevati

Mille demolizioni ordinate. Eseguite: zero

Duecento abusi rimasti in piedi a Giampilieri. Le ditte hanno paura e non si presentano alle gare

A Giampilieri si scava tra le macerie (Di Giacomo)

A Giampilieri si scava tra le macerie (Di Giacomo)

MESSINA - L’ultima casa sulla destra sembra la torta della nonna. Ogni strato ha un colore diverso. Il pianterreno è grigio, porta i segni del tempo, una costruzione che risale all’immediato dopoguerra. So­pra, un altro piano di colore bianco, appe­na riverniciato, balconi con ringhiera in fer­ro battuto, edilizia anni Settanta. E poi c’è l’ultima fetta, l’intonaco è granata tenue, co­lore alla moda. Questo ennesimo rialzo è stato finito solo due anni fa. E ora, ognuna di queste finestre si affaccia su una voragi­ne di terra e fango dove i Vigili del fuoco che scavano alla ricerca dei corpi sembrano soldatini in miniatura. Via Puntale aiuta a capire molte cose. Era l’ultima strada di Giampilieri superiore, at­taccata a quello che ora è diventato il princi­pale fronte della frana.

"C’erano solo vec­chie case medioevali", è il mantra ripetuto in questi giorni, a cominciare dalle autorità cittadine di Messina. Il lato più a valle della via è fatto di vecchi ruderi, che denunciano una certa età. Ma la linea di costruzioni a monte, quella che delimita i confini della frazione, suggerisce una notevole volontà di innovazione edilizia. E’ rimasta in piedi una impalcatura per lavori che erano già co­minciati per sopraelevare una palazzina ter­minata pochi anni fa, c’è un secondo piano nuovo di zecca che deve ancora essere into­nacato. Ognuna delle abitazioni rimaste in piedi è il risultato di una serie di "superfeta­zioni " termine tecnico che indica quando a un fabbricato viene aggiunto un altro pia­no, e poi un altro ancora. Sul lato sinistro ce ne dovevano essere altri due, una abita­zione privata e un magazzino adibito a gara­ge con serranda, quindi non propriamente medioevale. Ma sono stati spazzati via dal­la slavina di fango. Pochi mesi fa, al termi­ne di una lunga procedura, erano stati di­chiarati abusivi e sigillati in attesa di demo­lizione. Qualcuno che fa il suo dovere lo si trova sempre.

Dal 2007 ad oggi, la Polizia munici­pale di Messina ha chiesto la demolizione di 1.191 manufatti. La stragrande maggio­ranza dei casi riguarda palesi violazioni alle leggi urbanistiche, il rimanente 19 per cen­to è dovuto ad altre irregolarità che hanno comunque portato ai sigilli. Bene, anzi ma­le: 460 richieste di abbattimento riguarda­no la periferia sud, ovvero i villaggi devasta­ti dal maltempo, e 200 di questi immobili abusivi sono situati in quel di Giampilieri superiore. Ma il più importante di questa sfilza di numeri è lo zero. Nessuna di que­ste 1.191 demolizioni ha avuto luogo. E di­re che la legge regionale numero 37 del­l’agosto 1985, forse per farsi perdonare il fatto di essere una specie di super condono edilizio del pregresso, stabiliva regole dra­coniane, almeno sulla carta. Bastava segui­re quelle. Tempi rapidissimi per la notifica all’interessato, il lancio del bando di gara per la demolizione, l’abbattimento del ma­nufatto irregolare. Eppure: zero su 1.191. Una percentuale da record all’incontrario. Quelle delle azien­de che rispondono ai bandi è di poco supe­riore. La Polizia municipale rileva come le uniche gare che non vadano deserte riguar­dano le cosidette "aree di risanamento", dove qualche baracca senza padrone deve lasciar spazio alle case popolari del Comu­ne. Ma se l’immobile è di un privato con nome e cognome, scatta il codice non scrit­to tra i costruttori: queste cose non si fan­no. Anche perché, chissà, c’è qualcuno che potrebbe risentirsi. Se la demolizione non è possibile, per qualunque ragione, il Co­mune, tramite l’assessorato al Territorio e all’Ambiente, può comunque "prendersi" l’immobile mettendolo sotto la sua tutela. Non risulta che provvedimenti di questo ge­nere siano mai stati adottati.

A Giampilieri la frana ha scavalcato la collina, usando le abitazioni più recenti co­me un trampolino per abbattersi sul vec­chio villaggio. Davvero difficile sostenere che l’abusivismo e l’ingordigia edilizia sia­no estranei a questa tragedia. Basta guarda­re. E’ quello che di mattina presto fa l’inge­gnere Sergio Basti, il direttore centrale per le emergenze dei Vigili del fuoco. Arriva in via Puntale per assistere i suoi uomini che scavano in condizioni davvero pericolose, con spuntoni di pareti che penzolano sopra le loro teste. "Due cose sono mancate: il po­tere moderatore della natura e la via di fuga costituita dagli alvei delle fiumare, ostruiti da troppe costruzioni. Non c’era nulla che potesse davvero fermare la frana". Dal fondo del cratere arriva un urlo. Il pianterreno di una abitazione a due piani si è afflosciato su se stesso. Il soppalco resta miracolosamente attaccato a un muro por­tante, grottesca appendice senza più un cor­po. Quando si dirada la polvere, un pompie­re risale la strada per mostrare qualcosa ai suoi colleghi. E’ una comune targa bianca con scritte nere: "Lavori di ammoderna­mento e ampliamento in corso".

Marco Imarisio

05 ottobre 2009

 

 

 

 

 

2009-10-04

La TRAGEDIA di messina

"Per l'Italia sicura servono 25 miliardi"

I calcoli di Bertolaso. Oggi arriva Berlusconi. Salva una signora prigioniera in casa per 24 ore

Un gruppo di persone attende l'esito delle ricerche dei loro parenti vittime della frana che ha colpito Giampileri (Ansa)

Un gruppo di persone attende l'esito delle ricerche dei loro parenti vittime della frana che ha colpito Giampileri (Ansa)

SCALETTA ZANCLEA (Messi­na) — Via dalle case, via dai pa­esi, lontani da quella montagna minacciosa che potrebbe vomi­tare altro fango. Tre giorni do­po la tragedia l'ordine è di eva­cuare tutte le zone a rischio ma c’è chi non ne vuol sentire. So­prattutto gli anziani e i residen­ti delle piccole frazioni arrocca­te sulla montagna, come Briga, Scaletta Superiore e Guidoman­dri, dove solo ieri sono arrivati i primi soccorsi. Ma fanno resi­stenza anche a Scaletta Zanclea e Giampilieri, i due centri mag­giormente colpiti. E a nulla val­gono gli appelli di sindaci, for­ze dell’ordine e del parroco che grida al megafono: "Per il vo­stro bene dovete andare via da qui".

C’è chi preferisce restare in­trappolato ai piani alti pur di non lasciare le abitazioni men­tre ruspe e camion fanno avanti e indietro per liberare il grovi­glio di fango, massi e lamiere accartocciate che hanno creato un gigantesco tappo lungo la statale 114 (mentre ieri sera è stata riaperta l’autostrada Cata­nia- Messina). In prossimità del­le case si scava a mani nude per­ché si ha certezza di trovare an­cora altri morti. Ieri a Giampilie­ri hanno tirato fuori il cadavere di una donna e si teme che sot­to il fango ci siano anche i suoi due figli più un terzo bambino. Altri cadaveri sono stati recupe­rati a Scaletta e nel mare di Alì. La conta ufficiale ha toccato quota 22. Ai quali vanno ag­giunti 35, forse addirittura 40 dispersi, anche se tutti sanno che non c’è alcuna speranza. Nei pressi del palazzone che si è accartocciato a Scaletta man­cano all’appello almeno due coppie di anziani. Ma potrebbe­ro esserci altre vittime nelle au­to ancora sepolte dal fango. Di sera questa zona e una parte di Giampilieri diventano dei quar­tieri fantasma dove comincia­no a circolare anche gli sciacal­li. A tre giorni dalla tragedia i soccorritori si sono resi conto che non è facile operare tra tor­renti di fango e strade dissesta­te; lo stesso Bertolaso ammette, "la situazione è complessa e de­licata ma comunque sotto con­trollo ". E nonostante i tanti uo­mini e mezzi inviati (ieri a tar­da sera c’è stato qualche mo­mento di tensione perché l’in­tervento di una ruspa ha creato un smottamento sopra Giampi­lieri) restano isolate le frazioni di Molino ed Atolia: anziani e malati possono essere trasferiti solo in elicottero. Come quello che ha salvato un’anziana, in­trappolata nel fango della sua casa a Giampilieri. Ma ci sono famiglie ancora senza luce, gas e collegamenti telefonici che hanno ricevuto solo acqua e ge­neri di primo conforto. Nei pae­si a valle la protezione civile in­vece gira per le vie del centro di­stribuendo latte e pasti caldi, mentre c’è chi fa la fila alle auto­botti. Gli sfollati sono 435, qua­si tutti in alberghi della zona. Lunedì le scuole non riapriran­no ma è probabile che la chiusu­ra venga prorogata, almeno fi­no a quando le strade non sa­ranno state liberate dal fango. In questo scenario di devasta­zione e forti disagi oggi arrive­rà il presidente del consiglio Sil­vio Berlusconi, in un primo mo­mento atteso per ieri.

 

 

È molto probabile che tocche­rà il tema degli interventi e del­le risorse per mettere in sicurez­za questa ed altre zone del pae­se a rischio idrogeologico. Da parte sua il capo della protezio­ne civile Bertolaso stima che per intervenire su tutte le aree a rischio in Italia servono non meno di 25 miliardi di euro. Il premier dovrebbe fare solo un sopralluogo in elicottero ma, a sorpresa, potrebbe anche deci­dere di sentire la voce degli sfol­lati, le loro storie di disperazio­ne. A Giampilieri la mamma di Leo e Cristian, 21 e 23 anni, se ne sta ancora rannicchiata con gli occhi puntati sui cumuli di fango che hanno strappato il sorriso ai suoi due figli (uno dei due corpi è stato recuperato nella notte). Mentre la cugina di Simone Neri non smette di raccontare a tutti che "lui sì che è un eroe. Ha tirato fuori dal fango 8 persone. Ha fatto avan­ti e indietro fino allo sfinimen­to. Ma alla fine non ce l’ha fat­ta".

Alfio Sciacca

04 ottobre 2009

 

 

 

reportage - Alla "Leonardo da vinci" di giampilieri

Il sole disegnato dai bimbi

nella scuola invasa dal fango

La storia di Francesco e Lorenzo, i piccoli finiti sotto la frana

(foto Di Giacomo)

(foto Di Giacomo)

DAL NOSTRO INVIATO

GIAMPILIERI (Messina) — Arrivano le colonne dei vigili del fuoco, a portarli via. Gli abitanti di Giampilieri radunano le poche cose che sono riusciti a salvare dal fango e lasciano il villaggio al suo destino. Sono scene di guerra. Scene di un altro secolo.

La scuola materna ed elementare "Leonardo da Vinci", che funzionava da punto di raccolta degli sfollati, col passare delle ore si svuota. Ma prima di andarsene, le mamme dei bambini, col fazzoletto in bocca per soffocare i singhiozzi, entrano nelle aule a prendersi i quaderni di questi primi giorni di scuola. Quanti disegni e quanti bei colori in quelle pagine: serviranno lo­ro a lenire lo strazio del ricordo, ad al­lontanare lo spettro della montagna spaccata.

Jessica Bonfiglio, Luisa Santonocito, Cinzia Interdonato, le mamme di Giampilieri, sfogliano i quadernoni con amore e sono loro le prime a nota­re che in primo piano c’è sempre il so­le. Oppure l’arcobaleno. Nei disegni dei bambini, insomma, il diluvio non c’è, non verrà, non è mai arrivato.

Solo una mamma, oggi, manca al­l’appello: è Maria Letizia Lonìa, travol­ta l’altra notte dalla valanga di fango. La madre di Francesco e Lorenzo, i due bimbi che ancora non si trovano. Dio quant’è atroce l’attesa. Il papà camioni­sta, Nino, non vuole muoversi di lì, dal­la scuola, l’unico posto che gli ricorda ancora i figli vivi. "Francesco era così contento di aver cominciato le lezioni di karate, per andare in palestra sareb­be uscito di casa vestito già col kimo­no — racconta il padre —. Insieme ve­devamo i film d’azione, il suo preferito era Walker Texas Ranger. Sognava ad occhi aperti, il mio Francesco. Oggi a scuola c’era la sua fidanzatina, una compagna di classe. Ho visto che mi guardava, poverina, ma non ha avuto il coraggio di avvicinarsi. Peccato, per­ché le avrei dato un grande bacio".

Nino è tormentato dagli ultimi istan­ti dell’altra sera: "Mia moglie, Maria Le­tizia, proprio poco prima che la monta­gna venisse giù, mi stava dicendo al te­lefono che voleva lasciare la casa, che non si sentiva più sicura di vivere al­l’ombra del Puntale. E io infatti l’avevo messa in vendita, la casa. Avevo messo anche il cartello al centro commercia­le: 60mila euro. Così, qualcuno si era fatto avanti, avevo accompagnato del­la gente a visitarla. Meglio per loro, adesso. Ma io non ho fatto in tempo a salvare la mia famiglia e spero solo che ora venga fatta giustizia. Che chi ha sbagliato paghi".

Francesco Lonìa aveva sei anni e fa­ceva la seconda elementare. Il suo fra­tellino, Lorenzo, appena due anni e mezzo, andava alla materna. France­sco era moro, Lorenzo biondo. France­sco innamorato del suo kimono, Loren­zo dolce come un angioletto. Erano la gioia in terra dei nonni Letteria e Fran­cesco, che adesso infatti sono distrutti dal dolore. Annichiliti: "Francesco lo portavo sempre con me in campagna, era coraggioso come suo padre, voleva guidare a tutti i costi la motozappa", ricorda il nonno tra le lacrime. "Non so proprio come vivre­mo senza di loro", piange nonna Letteria.

Nella classe di Fran­cesco ci sono ancora tanti quaderni sul ban­co. La maestra Paola, nei primi giorni di scuola, deve aver chie­sto agli alunni di scri­vere un tema sulle va­canze appena trascor­se: "Hai conosciuto nuovi amici?", doman­da la maestra. "Io non ho conosciuto nessu­no ", taglia corto Laura. "Hai scoperto giochi nuovi? ", insiste l’inse­gnante. Ma la bambina deve aver ricevuto il dono della sintesi: "Io non ho scoperto nessun gioco". E alla fine si guadagna pure un supervoto: "bravissima".

Anche in classe di Lorenzo l’anno era iniziato in modo divertente. "La maestra Pina aveva voluto che i bimbi portassero l’uva da casa per giocare al­la vendemmia — ricorda nonno Fran­cesco —. E Lorenzo si era tanto entu­siasmato davanti al disegno dei grap­poli, si era tutto impiastricciato coi co­lori... ". Invece adesso il panorama è spento, gli occhi son diventati ciechi al­l’improvviso.

Dal diario di Laura, compagna di classe di Francesco Lonìa. La maestra Paola detta agli alunni: "Mina è stata in vacanza dai nonni e ha ricevuto in regalo una bella palla azzurra con tan­te stelle gialle. Ora l’anatra sguazza nel­l’acqua e nel cielo vola l’aquilone". Co­me sarebbe bello, se fosse sempre co­sì.

Fabrizio Caccia

04 ottobre 2009

 

 

 

 

 

 

In mattinata sopralluogo in elicottero. Contestato il ministro Matteoli

Berlusconi tra gli sfollati di Messina:

"Vi daremo le case in breve tempo"

Il premier: "Faremo come in Abruzzo". "L'evento era stato previsto e avevamo dato l'avviso"

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NOTIZIE CORRELATE

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Avviso di rischio idrogeologico della Regione Sicilia del 30 settembre

Distruzione a Giampilieri (Afp)

Distruzione a Giampilieri (Afp)

MESSINA - "Qui ci sono due negatività, i tempi e la sicurezza. Faremo come all’Aquila. Costruiremo dove c’è sicurezza. Vi saremo vicini con tutti i mezzi. Abbiamo la grande esperienza dell’Abruzzo, nel tempo necessario vi daremo le case". Con queste parole il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si è rivolto ai 174 sfollati del nubifragio nel Messinese ospitati temporaneamente al Residence "Le Dune". "Quelle zone non sono più abitabili - ha continuato il premier - costruiremo nuovi quartieri sul livello di quelli de L'Aquila. I soldi non sono un problema: il governo metterà tutte le risorse necessarie e gli enti locali dovranno occuparsi di individuare le nuove aree edificabili", ha proseguito Berlusconi, prevedendo il blocco delle tasse e dei mutui per coloro che sono stati colpiti dal disastro. "Sarò lieto di venire qui a fare il punto sullo svolgimento di ogni attività", ha promesso Berlusconi.

IL BILANCIO - In una conferenza stampa tenuta nella Prefettura di Messina, Berlusconi ha tracciato il bilancio provvisorio della strage: 22 i corpi recuperati, 13 dei quali sono stati identificati. "E temiamo - ha aggiunto il premier - che ci siano circa 40 dispersi". Il premier ha ricordato che in questi giorni sono state ricoverate in ospedale 93 persone, "ma la metà di queste" sono già state dimesse. Sono 524 gli sfollati, ospitati in quattro hotel a Messina e in altri due a Scaletta Zanclea. Per i soccorsi sono stati messi in campo 2.070 uomini e 491 mezzi. "Le persone che ho incontrato sono grate per l'assistenza che sin qui è stata fornita", ha riferito Berlusconi.

"PREVISTO, MA NON COSI'" - Nella conferenza stampa in Prefettura, Berlusconi ha affermato che l’inondazione è stata causata da una "emergenza idro-geologica eccezionale". L’evento "era stato previsto - ha detto il premier - e nel nostro centro romano era previsto con anticipo. Avevamo dato l’avviso per tempo (questo il comunicato della Protezione civile del 30 settembre, ndr), poi la precipitazione iniziata nelle prime ore del pomeriggio del primo ottobre è stata più intensa di quanto si prevedeva". "Il governo ha risposto all’emergenza in tempi molto rapidi - ha poi riferito il premier -. Abbiamo risposto in tempi molto ristretti, abbiamo attivato subito l’unità di crisi, il centro di soccorso e offerto l’assistenza sanitaria, ripristinando la viabilità e le reti e le strutture tecnologiche. Dopo il disastro abbiamo subito emanato decreto di stato d’emergenza".

GLI STANZIAMENTI - "Il governo, nel prossimo consiglio dei ministri, procederà a uno stanziamento che si aggiungerà ai 20 milioni previsti dalla Regione Sicilia", ha detto il premier. "Dopo l'Aquila abbiamo stanziato un miliardo per interventi urgenti nelle zone a rischio sismico, mi auguro che, interloquendo con il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, si possa stanziare una analoga cifra per le zone a rischio idrogeologiche", ha aggiunto Berlusconi. Il premier ha anche indicato nel governatore della Regione Raffaele Lombardo il commissario straordinario che si occuperà di gestire il post-emergenza. "Non può che essere il Presidente della Regione Sicilia", ha detto il premier.

Berlusconi con Stefania Prestigiacomo fra gli sfollati (Ansa)

Berlusconi con Stefania Prestigiacomo fra gli sfollati (Ansa)

I RACCONTI - Il premier, accompagnato dal ministro all'Ambiente Stefania Prestigiacomo e dal ministro alle Infrastrutture Altero Matteoli, si è fermato in più occasioni a parlare con gli sfollati, che hanno elogiato il lavoro della protezione civile, delle forze dell'ordine e dei vigili del fuoco e che hanno però chiesto di "non essere abbandonati" dicendo di volere tornare presto nelle loro abitazioni. Il premier si è intrattenuto con le persone e ha ascoltato i loro racconti, con i momenti terribili vissuti durante la tragedia di giovedì notte.

IL SOPRALLUOGO - In mattinata, con un sopralluogo in elicottero, Silvio Berlusconi ha osservato dall'alto il crinale della montagna da dove nei giorni scorsi si è staccato il costone a Giampilieri Superiore. Il capo della protezione civile, Guido Bertolaso, ha mostrato al premier la scia lasciata dal fango che è passata sul paese trascinando le case verso il mare. Bertolaso ha anche spiegato gli effetti devastanti del disboscamento della zona e ha indicato altre situazioni a rischio. Il sopralluogo è durato una trentina di minuti. Dopodiché il presidente del Consiglio è arrivato all'Hotel Capo Peloro, dove ha incontrato un primo gruppo di sfollati.

La contestazione davanti alla Prefettura (Ansa)

La contestazione davanti alla Prefettura (Ansa)

CONTESTAZIONE - Un gruppo di cittadini si è radunato in mattinata davanti alla sede della Prefettura di Messina e ha duramente contestato il ministro Matteoli. "Omicidio doloso. Aspettavano i morti per discutere del Ponte" si leggeva su un cartello, mentre la gente gridava "assassini". Nel pomeriggio un gruppo di persone, prevalentemente aderenti al comitato "No Ponte", ha proseguito le contestazioni mentre parlava il premier Silvio Berlusconi, entrato da un ingresso secondario. Dalle finestre arrivano voci e slogan di contestazione al presidente del Consiglio.

 

04 ottobre 2009

 

 

 

 

 

L'angelus

Il Papa: "Prego per le vittime

delle calamità naturali"

Il pensiero di Benedetto XVI per i morti di Messina e dei Paesi asiatici: "Solidarietà e sostegno"

Benedetto XVI (GraffitiPress)

Benedetto XVI (GraffitiPress)

ROMA - "Prego per le vittime delle calamità naturali". Benedetto XVI rivolge un pensiero alle vittime dell'alluvione nel Messinese e alle loro famiglie. In occasione dell'Angelus in Piazza San Pietro, a conclusione della preghiera mariana, il Papa ha accomunato nella preghiera la popolazione siciliana con quella dei paesi asiatici colpita da tifoni, tsunami e terremoti.

PREGHIERA - "Il mio pensiero - ha detto Benedetto XVI affacciato dalla finestra del suo studio - va, in questo momento, alle popolazioni del Pacifico e del Sud Est asiatico, colpite negli ultimi giorni da violente calamità naturali: lo tsunami nelle Isole Samoa e Tonga; il tifone nelle Filippine, che successivamente ha riguardato anche Vietnam, Laos e Cambogia; il devastante terremoto in Indonesia. Queste catastrofi hanno causato gravi perdite in vite umane, numerosi dispersi e senzatetto e ingenti danni materiali. Penso, inoltre - ha aggiunto Ratzinger - a quanti soffrono a causa delle inondazioni in Sicilia, specialmente nella zona di Messina. Invito tutti ad unirsi a me nella preghiera per le vittime e i loro cari. Sono spiritualmente vicino agli sfollati e a tutte le persone provate - ha poi detto il Papa - implorando da Dio sollievo nella loro pena. Faccio appello perché non manchi a questi fratelli e sorelle la nostra solidarietà e il sostegno della Comunità Internazionale".

 

04 ottobre 2009

 

 

 

 

 

 

l'inchiesta

"Non costruite sotto quel monte"

Tredici anni di denunce inutili

La relazione dei vigili: reti, case e un campo di calcio nell'alveo del fiume

Soccorritori al lavoro durante le ricerche di superstiti tra fango e detriti a Giampilieri (Ansa)

Soccorritori al lavoro durante le ricerche di superstiti tra fango e detriti a Giampilieri (Ansa)

DA UNO DEI NOSTRI INVIATI MESSINA — "L'evento meteorologico è soltanto l’ultima fase di un percorso partito da lontano che ha trasformato zo­ne ad alto rischio come la valle di Giam­pilieri e l'antistante bacino idrogeologi­co di Scaletta Zanclea in aree di grande espansione edilizia". Questa frase, che potrebbe essere usa­ta in epigrafe alla tragedia della scorsa notte, è vecchia di 13 anni. Non è stata scritta da un militante ecologista, per quanto siano decine le denunce di Le­gambiente che prefiguravano rischi "per animali al pascolo e si ritiene anche per la popolazione", e neppure da un geolo­go di chiara fama. L'ha scritta nell'otto­bre del 1999 un ispettore dei Vigili urba­ni, coordinatore del reparto operativo mobile di Messina, al termine di un lavo­ro di controllo sul territorio durato tre anni. In città c’era ancora paura per la tra­gedia sfiorata del 1996, 92 millimetri di pioggia che avevano fatto esondare 8 del­le 35 fiumare che innervano il territorio comunale. All’Ispettorato Forestale era stata ordinata un’indagine "sul presunto dissesto idrogeologico", così recitava il bando. Il rapporto finale si concludeva con una eloquente riflessione. "Costrui­re a ridosso di una montagna — scriveva il tecnico incaricato della relazione — è sempre sconsigliato, ma nel caso di Giampilieri, dove i boschi non sono più integri e in alcun modo possono ostaco­lare il piano di scorrimento di una even­tuale frana, è da considerarsi assoluta­mente rischioso. Le precipitazioni del 1996 vanno considerate come avvisaglie molto significative: se la pioggia fosse durata di più, cosa sarebbe accaduto?".

Ai Vigili urbani era invece toccato l’esame dello stato dei torrenti. Anche qui, come abbiamo visto, le conclusioni finali hanno un retrogusto profetico. Ma la scheda dello screening operato sul tor­rente Giampilieri "e zona attigua" è an­cora più eloquente. "La situazione appa­re non migliorata rispetto al passato. Sul corso d’acqua affiorano numerose carcas­se d’auto. All’altezza di Giampilieri supe­riore si rilevano svariati manufatti di na­tura abusiva; una zona di 200 metri di ter­reno è recintata abusivamente con reti metalliche e adibita a coltivazione. E c’è persino un campo di calcio in terra battu­ta nell’alveo sotto il ponte, oltre a un campo di calcetto con base in cemento sempre posto nell’alveo del corso d’ac­qua ".

Da allora nulla è cambiato, nulla è sta­to fatto. Le due relazioni, coraggiose vi­sto che si trattava del lavoro di dipenden­ti comunali, sono rimaste lettera morta. Il Piano regolatore di Messina varato nel 1998 prevedeva per le frazioni nelle valli dell’estremo sud messinese un aumento di cubature pari al 12 per cento dell’esi­stente. Nel 2002 il Wwf denuncia "il ve­nir meno della vegetazione boschiva nel­l’area di Giampilieri superiore, soprattut­to per via di incendi". Un dato che si in­crocia "con un sempre maggiore carico urbanistico dell’area" e potrebbe avere quindi "serie conseguenze" per il territo­rio "e coloro che lo abitano". All’inizio del 2006 l’indagine congiunta di Legam­biente e Protezione civile sul pericolo idrogeologico in Sicilia assegnava a Mes­sina la percentuale di rischio più alta, 86 per cento, ma soprattutto definiva le sue fiumare "uno degli elementi più fragili del territorio nazionale". Siccome c’era­no anche i voti, da 1 a 10, il Comune di Messina vinceva la maglia nera tra i gran­di comuni con un bel 2 in pagella, "non avendo messo in campo praticamente nessuna azione nella mitigazione del ri­schio idrogeologico".

Nello stesso anno, dopo una trenten­nale latitanza, vede finalmente la luce il P.A.I., acronimo di Piano di Assetto Idro­geologico, varato dalla Regione Sicilia. Ne era stata pubblicata una prima versio­ne nel 2000, poi ritirata nel 2004 a causa dei comuni che cercarono in ogni modo di dichiararsi malati, convinti che sareb­bero arrivati soldi per affrontare l’emer­genza. Quando scoprirono che l’inseri­mento nella classifica dei dissesti non portava il denaro sperato ma aumentava i vincoli edilizi, ci fu la corsa a minimizza­re ogni problema sul territorio per can­cellarsi dalla lista, falsandola in modo de­finitivo.

L’indagine datata 2006 sulla zona com­presa nei comuni di Messina e Scaletta Zanclea sottolinea "l’uso improprio" del­le fiumare. "Con il passare del tempo e con la continua espansione edilizia gli al­vei sono stati trasformati in strade urba­ne e gli argini sono stati occupati con la costruzione di edifici". Nell’elenco dei dissesti con relativo livello di pericolosi­tà e rischio sono compresi tutti e quattro i paesi colpiti dall’alluvione. Giampilieri superiore ricade nella tipologia 1, ovvero rischio di crollo e/o ribaltamento. Il suo territorio è definito "attivo", sottoposto continuamente a modificazioni, la peri­colosità presente nell’area è di terzo gra­do, vale a dire "elevata". Quella di Alto­lia, l’unica frazione ancora non raggiun­ta dai soccorsi, è addirittura "molto ele­vata " a causa di "frequenti e numerosi dissesti dovuti a processi erosivi inten­si ", gli stessi dei quali soffre Molino, la frazione gemella. La situazione di Scalet­ta Zanclea viene definita "critica nel suo aspetto generale" e in effetti l’elenco dei dissesti presenti nel Comune rappresen­ta un Bignami del rischio idrogeologico. Deformazione superficiale lenta e in co­stante progressione, area a franosità dif­fusa, sprofondamento, processi erosivi intensi, rischi di crollo e ribaltamento.

Dal 1996 ad oggi risulta un solo inter­vento, di natura "contenitiva". Dopo l’al­luvione del 2007, prova generale della tragedia di oggi, erano stati stanziati 45mila euro per un terrazzamento an­ti- frana a Giampilieri. Gli abitanti, che avevano fondato un comitato, avevano protestato sostenendo che si trattava di un solo cerotto messo su un corpo segna­to da decine di fronti franosi. Chiedeva­no che cominciassero i lavori deliberati dalla Protezione civile regionale di Messi­na per la messa in sicurezza del villaggio, un progetto da 700mila euro rimandato più volte. Sarebbero dovuti iniziare lune­dì prossimo, questo almeno era stato l’ul­timo annuncio dopo una lunga serie di rinvii. Per quasi un anno, la piccola asso­ciazione di cittadini si è riunita una volta alla settimana. L’appuntamento era al campo da calcio in terra battuta costrui­to nell’alveo della fiumara, lo stesso che 12 anni prima era stato etichettato dai Vi­gili come "irregolare e pericoloso". Ades­so non c’è più. È sepolto anche lui sotto il muro di fango nero.

Marco Imarisio

 

 

 

 

La strage di messina

"Per l'Italia sicura servono 25 miliardi"

I calcoli di Bertolaso. Oggi arriva Berlusconi. Salva una signora prigioniera in casa per 24 ore

Un gruppo di persone attende l'esito delle ricerche dei loro parenti vittime della frana che ha colpito Giampileri (Ansa)

Un gruppo di persone attende l'esito delle ricerche dei loro parenti vittime della frana che ha colpito Giampileri (Ansa)

SCALETTA ZANCLEA (Messi­na) — Via dalle case, via dai pa­esi, lontani da quella montagna minacciosa che potrebbe vomi­tare altro fango. Tre giorni do­po la tragedia l'ordine è di eva­cuare tutte le zone a rischio ma c’è chi non ne vuol sentire. So­prattutto gli anziani e i residen­ti delle piccole frazioni arrocca­te sulla montagna, come Briga, Scaletta Superiore e Guidoman­dri, dove solo ieri sono arrivati i primi soccorsi. Ma fanno resi­stenza anche a Scaletta Zanclea e Giampilieri, i due centri mag­giormente colpiti. E a nulla val­gono gli appelli di sindaci, for­ze dell’ordine e del parroco che grida al megafono: "Per il vo­stro bene dovete andare via da qui".

C’è chi preferisce restare in­trappolato ai piani alti pur di non lasciare le abitazioni men­tre ruspe e camion fanno avanti e indietro per liberare il grovi­glio di fango, massi e lamiere accartocciate che hanno creato un gigantesco tappo lungo la statale 114 (mentre ieri sera è stata riaperta l’autostrada Cata­nia- Messina). In prossimità del­le case si scava a mani nude per­ché si ha certezza di trovare an­cora altri morti. Ieri a Giampilie­ri hanno tirato fuori il cadavere di una donna e si teme che sot­to il fango ci siano anche i suoi due figli più un terzo bambino. Altri cadaveri sono stati recupe­rati a Scaletta e nel mare di Alì. La conta ufficiale ha toccato quota 22. Ai quali vanno ag­giunti 35, forse addirittura 40 dispersi, anche se tutti sanno che non c’è alcuna speranza. Nei pressi del palazzone che si è accartocciato a Scaletta man­cano all’appello almeno due coppie di anziani. Ma potrebbe­ro esserci altre vittime nelle au­to ancora sepolte dal fango. Di sera questa zona e una parte di Giampilieri diventano dei quar­tieri fantasma dove comincia­no a circolare anche gli sciacal­li. A tre giorni dalla tragedia i soccorritori si sono resi conto che non è facile operare tra tor­renti di fango e strade dissesta­te; lo stesso Bertolaso ammette, "la situazione è complessa e de­licata ma comunque sotto con­trollo ". E nonostante i tanti uo­mini e mezzi inviati (ieri a tar­da sera c’è stato qualche mo­mento di tensione perché l’in­tervento di una ruspa ha creato un smottamento sopra Giampi­lieri) restano isolate le frazioni di Molino ed Atolia: anziani e malati possono essere trasferiti solo in elicottero. Come quello che ha salvato un’anziana, in­trappolata nel fango della sua casa a Giampilieri. Ma ci sono famiglie ancora senza luce, gas e collegamenti telefonici che hanno ricevuto solo acqua e ge­neri di primo conforto. Nei pae­si a valle la protezione civile in­vece gira per le vie del centro di­stribuendo latte e pasti caldi, mentre c’è chi fa la fila alle auto­botti. Gli sfollati sono 435, qua­si tutti in alberghi della zona. Lunedì le scuole non riapriran­no ma è probabile che la chiusu­ra venga prorogata, almeno fi­no a quando le strade non sa­ranno state liberate dal fango. In questo scenario di devasta­zione e forti disagi oggi arrive­rà il presidente del consiglio Sil­vio Berlusconi, in un primo mo­mento atteso per ieri.

 

 

È molto probabile che tocche­rà il tema degli interventi e del­le risorse per mettere in sicurez­za questa ed altre zone del pae­se a rischio idrogeologico. Da parte sua il capo della protezio­ne civile Bertolaso stima che per intervenire su tutte le aree a rischio in Italia servono non meno di 25 miliardi di euro. Il premier dovrebbe fare solo un sopralluogo in elicottero ma, a sorpresa, potrebbe anche deci­dere di sentire la voce degli sfol­lati, le loro storie di disperazio­ne. A Giampilieri la mamma di Leo e Cristian, 21 e 23 anni, se ne sta ancora rannicchiata con gli occhi puntati sui cumuli di fango che hanno strappato il sorriso ai suoi due figli (uno dei due corpi è stato recuperato nella notte). Mentre la cugina di Simone Neri non smette di raccontare a tutti che "lui sì che è un eroe. Ha tirato fuori dal fango 8 persone. Ha fatto avan­ti e indietro fino allo sfinimen­to. Ma alla fine non ce l’ha fat­ta".

Alfio Sciacca

04 ottobre 2009

 

 

 

 

Frane d'Italia

Novantanove anni ci mise l’Italia a dotarsi della carta geologica in scala 1 a 100 mila: dal 1877 al 1976, da Agostino Depretis ad Aldo Moro. E per la nuo­va, in scala 1 a 50 mila (che gli esperti considerano già insufficiente) stiamo messi male: dal 1988 a oggi, dice l’ultimo rapporto del Proget­to Carg dell’Ispra, siamo a 44 fogli completati (più 26 "in corso di completamento" e 255 iniziati) su 652. In ventu­no anni. Dopo di che, spesi 81.259.000 euro (fate voi i conti) il progetto pare essere rimasto a secco di finanzia­menti. Non porta voti, fare la carta geologica.

Ci sono insensatezze co­me queste, dietro la tragedia di Messina. Insensatezze di un Paese che, come ha detto Napolitano, sogna opere fa­raoniche e trascura (che no­ia!) la manutenzione quoti­diana. Quella che per secoli salvò, al contrario, la delica­tissima Venezia che ai piro­mani e a chi era sorpreso a tagliare un albero abusiva­mente attentando all’equili­brio idrogeologico infligge­va quindici anni di esilio "da tutte terre e luoghi del serenissimo dominio" e ai recidivi "sette anni in galera de condenati, a vogar il re­mo con ferri ai piedi".

Quanti hanno pagato dav­vero per le frane assassine del Vajont, della Val di Stava, di Sarno, di Soverato e tantis­sime altre? Solenni proclami sul tema "mai più! mai più!", processi interminabi­li, diluvi di eccezioni proce­durali, avvocati pignolissi­mi, fascicoli di milioni di pa­gine e infine sentenze lette in tono burocratico tra le la­crime dei parenti: "Non è giusto, non è giusto…". E via di nuovo, sperando nella buona sorte, con leggi sem­pre più permissive e distrat­te, come quel piano casa che fino alla mattina del terre­moto a L’Aquila aveva un ar­ticolo 6, precipitosamente soppresso, con scritto: "Semplificazioni in materia antisismica " .

"Per mettere in sicurezza tutto il nostro Paese occorre­rebbero tra i 20 e i 25 miliar­di di euro", ha detto il sotto­segretario alla Protezione ci­vile, Guido Bertolaso. Tanti. E non è detto che basterebbe­ro. Ma comunque meno di quanto i governi hanno do­vuto spendere negli ultimi decenni per intervenire "do­po ", con le file di teli bianchi stesi sui morti. Più ancora che un enorme sforzo finan­ziario, più che mai impegna­tivo di questi tempi, servireb­be però una svolta culturale. La consapevolezza che uno Stato serio non può affidarsi alla dea bendata o ai rattoppi d’emergenza. Ma anche che un pezzo di responsabilità della vita propria e di quella altrui è del cittadino. Il singo­lo cittadino. Che non può in­fischiarsene "prima" delle re­gole, quelle scritte e quelle del buon senso, per invocare lo Stato "dopo".

La storia di Messina, pur­troppo, è esemplare. Lo dico­no le 8 mila pratiche non an­cora esaminate dal Comune (su 16 mila!) degli sventura­ti condoni del 1994 e del 1985 (un quarto di secolo fa) più altre 3 mila della sanato­ria 2003. Lo dice il totale di­sinteresse per i rapporti dei geologi che già avevano pre­visto tutto negli anni 90. Lo dice l’assalto di questi anni di assatanati palazzinari alle sabbiose colline cittadine grazie a un piano regolatore che avrebbe dovuto vietare tutto e fu varato invece con quasi 800 deroghe che per­mettevano tutto. Di queste, 33 erano per Giampilieri.

Gian Antonio Stella

04 ottobre 2009

 

 

 

 

 

 

 

Strage di messina - il cemento

Padre e figlio sindaci si difendono:

"Il palazzo sul fiume? In regola"

L'edificio simbolo della strage e le licenze

Il palazzo di 5 piani costruito sulla foce del fiume a Scaletta Zanclea (foto AP)

Il palazzo di 5 piani costruito sulla foce del fiume a Scaletta Zanclea (foto AP)

MESSINA — L’immagine che ricorderà negli anni il disa­stro e la rabbia di Messina sarà quella del palazzo piegato su se stesso, con il primo piano af­fondato nel letto dello stesso torrente sul quale è stato scia­guratamente costruito. Cinque piani di vergogna, sulla foce ce­mentificata di Scaletta. Ma non se ne vergogna nessuno da que­sti parti. Né il capo dell’ufficio tecnico Salvatore Calabrò per­ché si tratta di un "rifacimen­to ", né il sindaco Mario Brigu­glio eletto nel 2003, perché in fondo sono pratiche vecchie, né il suo predecessore che fir­mò l’autorizzazione e che, guar­da un po', è proprio il padre, Giovanni, in carica dal ’74 al ’94, tante firme su progetti grandi e piccoli, anche su que­sto abuso che, giura, "di abusi­vo non ha niente".

Perché la tesi vincente è che le carte sono in regola. Anche per il costruttore, Carmelo Pa­gliuca, ditta familiare, pure que­sta "padre e figlio", certo della "regolarità": "Abbiamo solo de­molito un edificio che c'era pri­ma e l'abbiamo rifatto più bel­lo". Lo capiscono che rischiano di passare per rozzi, incolti e in­teressati abusivisti sindaci, co­struttori e ingegneri di Scalet­ta. Ma si difendono, pur bistrat­tati da Guido Bertolaso. Rima­sto di stucco davanti al palaz­zotto accartocciato, a due passi dalla riva. Con gli inquilini che la mattina s'affacciavano sulla foce tappata. Come le due fami­glie di cui non c’è traccia, i Ru­scica e i Bonfiglio. Non si sa se stiano sotto o se la forza di quella potente colata di fango se li sia trascinati a mare. Stes­so drammatico interrogativo che tormenta Luisa Laganà, pa­dre e madre settantenni in­ghiottiti nel nulla. Echeggia an­cora la disperazione di un’ulti­ma telefonata dall’appartamen­to del primo piano: "Elena, il fi­nimondo, aiutaci, non riuscia­mo a usci...".

Poi, la voce della madre si spezza nel disastro che adesso lei scruta disorienta­ta perché, forse, le verrà il dub­bio che in un posto come quel­lo un palazzo non si poteva pro­prio costruire. E vaga col mari­to, Giampiero, guardando l’al­tro appartamento nel quale lo­ro abitavano, quello del terzo piano, schiacciato a livello del­la strada, mentre il resto sem­bra essere sprofondato negli abissi. E laggiù dovrebbe esser­ci pure Santino Bellomo, il ma­cellaio che aveva il negozio in via Roma, lato opposto. Una bottega schizzata via perché è rimasto uno spazio fangoso. Qualcuno scava per potere piangere su chi non c’è più. E altri scavano già fra le scartof­fie di un municipio che sembra uno scatolone giallino, un mo­noblocco schizzato senza fanta­sia, quartier generale di Mario Briguglio, 43 anni, pizzetto alla D’Artagnan, un cugino impor­tante, capogruppo del Pdl alla Camera, stivaloni infangati, poltrona presidenziale e foto gi­gante di Mino Reitano perché un fratello del cantante trovò qui moglie e da allora è gloria locale. Chissà se da sindaco, o almeno da rampollo di una fa­miglia politica ben radicata in zona, si sentirà responsabile de­gli abusi denunciati da Bertola­so, se avrà avvertito qualche imbarazzo quando lo stesso ca­po della Protezione civile, per aggirare una montagna di fan­go sulla vecchia statale diventa­ta il corso del paese e guadagna­re la via della spiaggia, è dovu­to entrare dentro una casa per­ché non esistono varchi. "Abu­sivismo? Ma di che parlate?", si sorprende Briguglio figlio, pronto a tirare fuori le due lette­re scritte a governo, Regione e prefetto fra novembre e dicem­bre dell’anno scorso, dopo l’al­luvione del 2007, per invocare lavori urgenti sul torrente e sul­la fiancata della montagna: "Il problema era ed è la frana, non le case a mare. Bisogna blocca­re il pericolo lassù da dove l’an­no scorso è caduto un masso di cinquanta quintali. Ma non mo­rì nessuno e ci lasciarono sbat­tere. A cominciare dalla Prote­zione civile che avrebbe dovu­to utilizzare 500 mila euro per la messa in sicurezza con i fon­di dell’'idrogeologico'. Belle le conferenze di servizio. Seguite dal nulla".

Replica a Bertolaso, sorvo­lando sui disastri a valle: "Cer­to che non costruiremo più in quella zona. Ma solo ora abbia­mo visto che cosa succede. Pri­ma come potevamo prevede­re? ". Il quesito piace all’inge­gnere Calabrò, 55 anni, occhia­li, rotondo, affaticato davanti alla pratica di quella concessio­ne del 1989: "Che c’entra l’abu­sivismo? Il palazzo nasce su un vecchio insediamento, come il convento delle suore e il palaz­zo del principe Ruffo anch’essi spazzati dalla valanga. Questa è 'zona B'". Formula magica af­ferrata al volo dal costruttore, Pagliuca, soddisfatto: "Zona B sta per zona di completamento centro urbano marino". Pure sul torrente? La domanda non piace, ma la risposta è una so­la: "Noi abbiamo demolito la casa che c’era prima per fare dieci appartamenti. Con tanto di licenza". E non ha alcun ri­morso Briguglio padre che a 77 anni sbotta, non solo contro Bertolaso: "Finiamola con ’ste speculazioni. Tutti a parlare di abusivismo. Financo l’amico mio Peppino Buzzanca, il sinda­co di Messina. E che scinnio (è sceso) dalla luna ora ora? Non era alla Provincia prima? Non le vedeva le case, da presiden­te? Io ci voglio bene a Peppino. Tutti ce ne vogliamo". E guar­da Calabrò , l’ingegnere che lo ebbe come testimone di nozze. "Che matrimonio. C’era pure il cugino importante". Briguglio il deputato? "No, Nania, Mim­mo Nania, il senatore". Di rap­porti, relazioni e parentele si parla con un sorriso compia­cente, incrinato dalle notizie sulla Procura che apre l’inchie­sta sul disastro colposo. Colpe? Qualcuno ha qualcosa da rim­proverarsi? Il costruttore allar­ga le braccia. Il sindaco pure. L’ingegnere appare poco poco turbato. Ma l’ex sindaco che fir­mò tranquillizza: "Normale è. Sempre giusto è fare un’inchie­sta. Qua però tutti con carte e mani pulite siamo".

Così a Scaletta l’unico con le mani sporche di fango resta l’ingegnere Vincenzo Andò che, nella sua divisa da vigile del fuoco, incrocia Bertolaso, indica le ruspe al lavoro e l’ac­qua che irrompe: "Restituiamo al torrente il suo letto natura­le ". Ma forse se l’è ripreso da solo. Nel peggiore dei modi.

Felice Cavallaro

Alfio Sciacca

04 ottobre 2009

 

 

 

 

 

 

reportage - Alla "Leonardo da vinci" di giampilieri

Il sole disegnato dai bimbi

nella scuola invasa dal fango

La storia di Francesco e Lorenzo, i piccoli finiti sotto la frana

(foto Di Giacomo)

(foto Di Giacomo)

DAL NOSTRO INVIATO

GIAMPILIERI (Messina) — Arrivano le colonne dei vigili del fuoco, a portarli via. Gli abitanti di Giampilieri radunano le poche cose che sono riusciti a salvare dal fango e lasciano il villaggio al suo destino. Sono scene di guerra. Scene di un altro secolo.

La scuola materna ed elementare "Leonardo da Vinci", che funzionava da punto di raccolta degli sfollati, col passare delle ore si svuota. Ma prima di andarsene, le mamme dei bambini, col fazzoletto in bocca per soffocare i singhiozzi, entrano nelle aule a prendersi i quaderni di questi primi giorni di scuola. Quanti disegni e quanti bei colori in quelle pagine: serviranno lo­ro a lenire lo strazio del ricordo, ad al­lontanare lo spettro della montagna spaccata.

Jessica Bonfiglio, Luisa Santonocito, Cinzia Interdonato, le mamme di Giampilieri, sfogliano i quadernoni con amore e sono loro le prime a nota­re che in primo piano c’è sempre il so­le. Oppure l’arcobaleno. Nei disegni dei bambini, insomma, il diluvio non c’è, non verrà, non è mai arrivato.

Solo una mamma, oggi, manca al­l’appello: è Maria Letizia Lonìa, travol­ta l’altra notte dalla valanga di fango. La madre di Francesco e Lorenzo, i due bimbi che ancora non si trovano. Dio quant’è atroce l’attesa. Il papà camioni­sta, Nino, non vuole muoversi di lì, dal­la scuola, l’unico posto che gli ricorda ancora i figli vivi. "Francesco era così contento di aver cominciato le lezioni di karate, per andare in palestra sareb­be uscito di casa vestito già col kimo­no — racconta il padre —. Insieme ve­devamo i film d’azione, il suo preferito era Walker Texas Ranger. Sognava ad occhi aperti, il mio Francesco. Oggi a scuola c’era la sua fidanzatina, una compagna di classe. Ho visto che mi guardava, poverina, ma non ha avuto il coraggio di avvicinarsi. Peccato, per­ché le avrei dato un grande bacio".

Nino è tormentato dagli ultimi istan­ti dell’altra sera: "Mia moglie, Maria Le­tizia, proprio poco prima che la monta­gna venisse giù, mi stava dicendo al te­lefono che voleva lasciare la casa, che non si sentiva più sicura di vivere al­l’ombra del Puntale. E io infatti l’avevo messa in vendita, la casa. Avevo messo anche il cartello al centro commercia­le: 60mila euro. Così, qualcuno si era fatto avanti, avevo accompagnato del­la gente a visitarla. Meglio per loro, adesso. Ma io non ho fatto in tempo a salvare la mia famiglia e spero solo che ora venga fatta giustizia. Che chi ha sbagliato paghi".

Francesco Lonìa aveva sei anni e fa­ceva la seconda elementare. Il suo fra­tellino, Lorenzo, appena due anni e mezzo, andava alla materna. France­sco era moro, Lorenzo biondo. France­sco innamorato del suo kimono, Loren­zo dolce come un angioletto. Erano la gioia in terra dei nonni Letteria e Fran­cesco, che adesso infatti sono distrutti dal dolore. Annichiliti: "Francesco lo portavo sempre con me in campagna, era coraggioso come suo padre, voleva guidare a tutti i costi la motozappa", ricorda il nonno tra le lacrime. "Non so proprio come vivre­mo senza di loro", piange nonna Letteria.

Nella classe di Fran­cesco ci sono ancora tanti quaderni sul ban­co. La maestra Paola, nei primi giorni di scuola, deve aver chie­sto agli alunni di scri­vere un tema sulle va­canze appena trascor­se: "Hai conosciuto nuovi amici?", doman­da la maestra. "Io non ho conosciuto nessu­no ", taglia corto Laura. "Hai scoperto giochi nuovi? ", insiste l’inse­gnante. Ma la bambina deve aver ricevuto il dono della sintesi: "Io non ho scoperto nessun gioco". E alla fine si guadagna pure un supervoto: "bravissima".

Anche in classe di Lorenzo l’anno era iniziato in modo divertente. "La maestra Pina aveva voluto che i bimbi portassero l’uva da casa per giocare al­la vendemmia — ricorda nonno Fran­cesco —. E Lorenzo si era tanto entu­siasmato davanti al disegno dei grap­poli, si era tutto impiastricciato coi co­lori... ". Invece adesso il panorama è spento, gli occhi son diventati ciechi al­l’improvviso.

Dal diario di Laura, compagna di classe di Francesco Lonìa. La maestra Paola detta agli alunni: "Mina è stata in vacanza dai nonni e ha ricevuto in regalo una bella palla azzurra con tan­te stelle gialle. Ora l’anatra sguazza nel­l’acqua e nel cielo vola l’aquilone". Co­me sarebbe bello, se fosse sempre co­sì.

Fabrizio Caccia

04 ottobre 2009

 

 

 

 

 

 

2009-10-02

bertolaso: "dissesto idrogeologico causato dall'abusivismo"

Frane e crolli nel Messinese, 18 morti

Il governo dichiara lo stato d'emergenza

Ancora 35 dispersi. Molti comuni isolati, interrotte strade e ferrovia. Sessanta i salvati

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AUDIO - A Scaletta muri trascinati via dal torrente (di Alfio Sciacca)

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Il precedente del 2007: alluvione dimenticata da tutti ma non dalla Rete (2 ottobre 2009)

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Maltempo: un morto e un disperso (25 settembre 2009)

MILANO - Diciotto vittime (ma altri due cadaveri sono già stati avvistati in mare), 75 persone ricoverate in ospedale e ancora 35 dispersi nella provincia di Messina. E' questo l'ultimo bilancio del nubifragio che si è abbattuto sulla Sicilia orientale causando frane e smottamenti. Gli sfollati nei comuni e frazioni più direttamente colpiti sono circa 400. Il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato d'emergenza. La zona che più ha registrato cedimenti del terreno è quella compresa tra i comuni di Scaletta Marina, Giampilieri, Briga e Scaletta Zanclea: un'area di circa 3,5 chilometri. La situazione più grave a Giampilieri Superiore, frazione a circa 20 chilometri dal capoluogo, dove un costone roccioso ha travolto alcune palazzine. A Giampilieri si era già registrata una grave alluvione circa due anni fa, il 25 ottobre 2007: un episodio che allora era rimasto sotto traccia ma che ora è tornato prepotentemente alla memoria di tutti, soprattutto perché resta a testimoniare quanto questo fosse un "disastro annunciato", come ripetuto da più parti a catastrofe ormai avvenuta.

60 SALVATI - I vigili del fuoco che dalla notte di giovedì sono impegnati nei soccorsi alle popolazioni colpite dal nubifragio hanno tratto in salvo finora "almeno 60 persone che erano rimaste sui tetti degli edifici o intrappolate nelle loro abitazioni". Al lavoro nella zona colpita ci sono oltre 350 unità di pompieri con i nuclei specialistici dei sommozzatori, dei soccorritori acquatici, dei "Saf" fluviali (speleo alpini fluviali), le sezioni cinofili, tre elicotteri e oltre 150 mezzi (anfibi, ruspe, pale gommate, escavatori, mezzi speciali per interventi in assetto alluvione).

L'ALLARME - A fare scattare l'allarme è stata la segnalazione di un'auto finita in mare. Ma quando i militari sono giunti sul posto lo spettacolo che si sono trovati davanti è stato ben peggiore. Le città sono isolate: le frane hanno interrotto l'autostrada A18 Messina-Catania (Bertolaso ha disposto che debba essere utilizzata soltanto dai mezzi di soccorso), la strada statale 114 e il tratto ferroviario all'altezza di Giampilieri-Scaletta. Intanto la procura della Repubblica di Messina ha aperto un'inchiesta. "Ho disposto - ha detto il capo dell'ufficio, Guido Lo Forte - l'apertura di un procedimento penale nei confronti di ignoti. L'ipotesi di reato è di disastro colposo".

BERTOLASO E NAPOLITANO - "Eravamo in allerta meteorologica da giovedì mattina, più di questo non potevamo fare - ha detto il capo dipartimento della Protezione civile, Guido Bertolaso, durante una conferenza stampa in Prefettura a Messina - : o si fa una grande opera di messa in sicurezza di tutto il territorio nazionale o queste tragedie sono destinate a ripetersi. Non può essere la Protezione civile a risolvere i problemi di dissesto idrogeologico creati dall'abusivismo". Sulla stessa lunghezza d'onda anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: "O c'è un piano serio che piuttosto che in opere faraoniche investa sulla sicurezza in questo Paese o si potranno avere altre sciagure". Il presidente ha anche chiamato il prefetto Franco Alecci, chiedendo di essere aggiornato ed esprimendo il proprio cordoglio alle famiglie delle vittime, mentre il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo andrà a Messina per un sopralluogo tecnico.

IL SINDACO - Il sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca, ha disposto che sabato le scuole di ogni ordine e grado di tutto il territorio comunale sospendano le attività. Ha poi lanciato un appello: c'è bisogno di volontari, soprattutto medici e infermieri. "Siamo ancora isolati da Catania, i soccorsi sono venuti da Palermo e dalla Calabria - ha osservato Buzzanca -, ma sui posti dove l'emergenza è maggiore, come la zona sud della città, si arriva soltanto a piedi e il traffico è completamente paralizzato". Tanto che negli ospedali di Messina i feriti vengono trasportati via mare.

LE VITTIME - Otto vittime sono state identificate: Pasquale Bruno, 40 anni, travolto e soffocato dal fango nella piazza di Giampilieri, e un pensionato di 70 anni, Francesco De Luca, annegato nello scantinato della sua casa in contrada Vallone. Un terzo cadavere è stato recuperato dentro un'auto travolta da un torrente in piena nei pressi di Scaletta Zanclea: è Roberto Carullo, sovrintendente della Polizia ferroviaria. La quarta e la quinta vittima sono un pensionato di ottant'anni, Martino Scibilia e Salvatore Scionti, 64 anni, trovati nelle rispettive abitazioni a Scaletta. Onofrio Sturiale, di 26 anni, è stato travolto da una frana tra Giampilieri e Scaletta Zanclea. Il cadavere di una donna, Agnese Pellegrino di 44 anni, è stato recuperato a Briga Superiore. Un'enorme massa di fango e terra è precipitata sulla casa dove viveva con la famiglia: il casolare in contrada Iannazzo è stato travolto. La parete della cucina in cui la vittima si trovava coi familiari è venuta giù. Il marito e i ragazzi, dopo avere sentito il boato della frana, sono riusciti a rifugiarsi in un'altra stanza, mentre Agnese è rimasta intrappolata in cucina ed è stata travolta dalla parete crollata. Il marito e i figli sono stati tirati fuori dalle macerie dai vigili del fuoco. E l'ottava vittima è Ketty De Francesco, 30 anni, rimasta uccisa a Scaletta.

STRADE CHIUSE - Centinaia di persone sono rimaste bloccate dentro le auto e molte altre, a decine, si sono arrampicate sui tetti delle case per sfuggire alla piena: i soccorritori cercano di raggiungerli in elicottero. "I soccorsi, seppur attivati tempestivamente, stanno incontrando grandissime difficoltà - ha spiegato il comandante dei Ris di Messina Sergio Schiavone -. La gente si è rifugiata nei balconi e sui tetti delle case per evitare il peggio". Allagamenti e case evacuate anche a Giardini Naxos: una trentina di famiglie ha trovato riparo nella caserma dei carabinieri. Sull'autostrada A18 Messina-Catania molti automobilisti sono rimasti bloccati e hanno passato la notte in auto, a causa delle frane. La circolazione ferroviaria è sospesa da giovedì sera fra Messina e Santa Teresa Riva, sulla linea che collega Catania e Messina. La contemporanea chiusura dell'autostrada e della statale 114 non consente a Trenitalia di attivare il servizio di autobus sostitutivi per i treni regionali. Per i viaggiatori dei treni a lunga percorrenza il trasferimento viene effettuato con bus tra Catania e Termini Imerese (Palermo). La statale 114, che da Messina porta a Taormina è invasa da montagne di detriti, fango, fiumi di acqua. Le auto sono state sepolte dalla terra e l'acqua è entrata nei piani bassi delle abitazioni, negli scantinati e nei garage. I marciapiedi sono coperti da montagne di terra alte anche dieci metri.

 

01 ottobre 2009(ultima modifica: 02 ottobre 2009)

 

 

 

 

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA E L'ALLUVIONE NEL MESSINESE

Napolitano: "Investire sulla sicurezza"

Monito del presidente: "Piano serio o ci saranno altre sciagure". Dubbi "sulle opere faraoniche"

ROMA - "O c'è un piano serio che piuttosto che in opere faraoniche investa sulla sicurezza in questo paese o si potranno avere altre sciagure", lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a proposito delle vittime del maltempo nel Messinese.

ABUSIVISMO - Napolitano ha parlato uscendo dagli uffici della Regione Basilicata, rispondendo alla domanda di un giornalista e dichiarandosi d'accordo con le dichiarazioni del sottosegretario Guido Bertolaso ("dice delle cose sacrosante") sull'esistenza di "un diffuso dissesto idrogeologico in gran parte causato da abusivismo nel messinese e in tante altre parte d'Italia".

 

02 ottobre 2009

 

 

 

 

L'alluvione dimenticata, ma non dal web

Il precedente del 2007 non è servito come campanello d'allarme, molte testimonianze e grida d'allarme in Rete

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NOTIZIE CORRELATE

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Da Legambiente a Bertolaso: disastro annunciato, bisognava intervenire (2 ottobre 2009)

MILANO - Ora sono tutti lì a dire che il disastro era annunciato, che bisognava prevenire, che si poteva fare qualcosa. Eppure la marea di fango che ha travolto Giampilieri e altri comuni della Sicilia orientale non è la prima volta che bussa alle porte di questo piccola frazione messinese. Lo sanno bene i circa 1.200 abitanti di questo borgo che prende il nome da un antico proprietario terriero del luogo, Giovanni Piliero. Forso però, almeno fino ad oggi, lo hanno saputo solo loro e e pochi altri perché il precedente che avrebbe dovuto suonare come un campanello d'allarme, quello del 25 ottobre 2007, non aveva avuto una grande eco a livello nazionale. Forse perché allora ci furono sì ingenti danni, ma non vittime. Ma tanto è bastato per confinare quanto accaduto nel recinto di una vicenda locale. Il che ha permesso a molti, dalla Regione al governo nazionale, di fare come se nulla fosse accaduto. Lo hanno denunciato, questo silanzio, gli abitanti di Giampilieri cercando visibilità sui media a poche settimane dall'alluvione di due anni fa. Un grido ed un lamento, il loro, raccolto da Striscia la Notizia, che aveva inviato sul posto Stefania Petyx e l'inseparabile bassotto. Ma non era bastato.

LA RETE NON DIMENTICA - L'alluvione dimenticata allora è rimasta in pratica dimenticata per sempre. Fino a giovedì sera, quando il fiume limaccioso è tornato a lambire le abitazioni. E, questa volta, a fare anche dei morti. Dimenticata per tutti, ma non per la Rete, custode fedele di storie, immagini, parole. Ed è così che digitando in Google le parole "alluvione" e "Giampilieri" uno si aspetterebbe di trovare le foto che raccontano l'oggi, la drammatica attualità che gli abitanti del paese stanno nuovamente fronteggiando. Quelle ci sono. Ma ci sono anche le immagini di allora, a ricordare a tutti che il pericolo c'era, che qualcosa si doveva pur fare. E non si è fatto.

IL PRECEDENTE - Ci sono le immagini di Salvo Restuccia, che apre il suo sito web con una bella foto del paese visto dall'alto, un'immagine di serenità che si contrappone alla drammaticità degli scatti che, in un'apposita sezione, documentano la devastazione compiuta due anni fa dalla furia dell'acqua. Ci sono i servizi di Striscia, postati da più utenti anche su YouTube (Guarda il video). C'è l'articolo scritto a un anno di distanza su Larderiaweb, il "sito web del paese di Larderia, non lontano da Giampilieri, che spiega come "ogni volta che piove gli abitanti tremano" e ricorda, dopo gli interventi tampone realizzati, che "qualche terrazzamento non può certo contenere la forza dell'imponente collina che sovrasta il paese". O quello di Tempo Stretto, altro sito web che si occupa di Messina e del suo territorio, che dava voce al comitato parrocchiale del paese che spiegava come "era inevitabile che accadesse".

AUTOIRONIA - C'è anche chi, come 8gatti sempre su YouTube, ha provato a giocare sull'ironia, alternando in un montaggio di slides le immagini dell'alluvione e didascalie volutamente sarcastiche contro i ritardi nei soccorsi, l'assenza della protezione civile o dei vigili del fuoco ("forse verranno domani"), la latitanza delle istituzioni (vengono salvati solo i carabinieri, "gli unici che si sono fatti vedere"). Il tutto sulle note di nenie e canzoncine per bambini: da "Se sei felice tu lo sai batti le mani", al biancaneviano "Provate a fischiettar" e passando per "Salagadula magicadula", la formula magica della fata madrina di Cenerentola, quella che tutto può risolvere anche quando tutto sembra perduto: "fa la magia tutto quel che vuoi tu, bidi-dibodi-dibu". Ma questa volta qualcosa non ha funzionato.

Alessandro Sala

02 ottobre 2009

 

 

 

 

 

E' una tragedia: devastata Giampilieri, già alluvionata nel 2007. Crolla palazzo a Scaletta

Senza casa in 400, zone ancora isolate, strade e ferrovie bloccate. Inchiesta della Procura

Messina, un inferno di fango

Almeno 18 morti, oltre 30 dispersi

Prestigiacomo, Ambiente: "Tragedia che poteva essere evitata". Dichiarato lo stato d'emergenza

Messina, un inferno di fango Almeno 18 morti, oltre 30 dispersi

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* LE IMMAGINI

* IL VIDEO

* LE IMMAGINI: il crollo a Scaletta

MESSINA - La pioggia porta morte e distruzione a Messina. Un fiume di fango e detriti ieri sera ha travolto paesi, abbattuto case, sradicato tratti di ferrovia. Un costone di roccia si è portato via una ventina di abitazioni a Giampilieri, 10 chilometri dal capoluogo. Il bilancio delle vittime parla di 18 morti e di 35 dispersi, anche se si tratta di numeri destinati purtroppo ad aumentare.

La Procura apre un'inchiesta. Molte frazioni sono ancora isolate. I soccorritori usano mezzi di fortuna, le ruspe faticano a raggiungere i centri più danneggiati. "Si scava anche a mani nude", ammette Guido Bertolaso, capo della Protezione civile. E avverte: "C'è il rischio di nuovi smottamenti". Il Consiglio dei ministri ha decretato lo stato di emergenza mentre la procura della Repubblica di Messina ha aperto un'inchiesta nei confronti di ignoti. L'ipotesi di reato è disastro colposo.

Senza casa in 400. Colpiti soprattutto la frazione di Giampilieri, già alluvionata nel 2007; il comune di Scaletta, dove è crollato un palazzo, e la frazione di Briga Marina. A Gampilieri, su una popolazione di mille abitanti, 400 sono rimasti senza casa. I feriti, più di 70, vengono portati via con gli elicotteri e una nave delle Capitanerie di porto. Molti si sono salvati rifugiandosi sui tetti delle case.

Prestigiacomo: "Tragedia poteva essere evitata" Duro l'atto di accusa del ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo: "Questa tragedia poteva essere evitata. I finanziamenti del governo non sono stati bene impiegati. C'è stato uno scarso coordinamento con il piano regionale. Si tratta adesso di porre fine a questo malgoverno". Dopo un sopralluogo nelle zone colpite dalla frana, Prestigiacomo ha annunciato che rivedrà i fondi per la Sicilia. "Avevamo calcolato di distribuire quest'anno 16 milioni di euro alla Sicilia. Alla luce di questa emergenza, si dovrà rivalutare la situazione".

Le vittime. Al momento il bilancio delle vittime è fermo a 18 morti, quasi tutti identificati. I soccorirtori li hanno trovati intrappolati nelle loro auto o sotto le macerie delle loro case. Un paio addirittura in mare, trascinati al largo dalla furia dell'acqua. Le vittime sono un pensionato di 70 anni, Francesco De Luca, annegato nello scantinato della sua casa a Giampilieri; Pasquale Bruno, 40 anni, travolto e soffocato dal fango nella piazza di Giampilieri; l'agente della Polfer Roberto Carullo, trovato all'interno della sua auto travolta da un torrente in piena nei pressi di Scaletta Zanclea; un pensionato di ottant'anni, Martino Scibilia, di Scaletta, e un suo vicino di casa, Salvatore Scionti, di 64 anni. Il corpo senza vita di Angela Pellegrino è stato recuperato a Briga Superiore. Ketty De Francesco, 30 anni, è stata trascinata in mare dal fango a Scaletta. Morti anche il ventottenne Simone Meri e il sessantenne Letterio Maugeri; Onofrio Sturiale, 26 anni, travolto da una frana tra Giampilieri e Scaletta Zanclea; Concetta Cannistraci, 75 anni, la sua badante Concita Barbera, e la quarantaduenne Santina Porcino. Restano ancora senza volto due uomini trovati sulla spiaggia e altri due recuperati in mare.

Il sindaco: "Servono medici e volontari". Nonostante i 500 soccorritori che, senza sosta, stanno lavorando nella zona colpita dalla frana, il sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca lancia un appello: "Abbiamo bisogno di volontari, soprattutto medici, che possano darci una mano".

"Trovate mia moglie e mia figlia". Giuseppe De Lucaieri sera era uscito insieme a suo figlio di 7 anni. Quando è scesa la frana a Giampilieri Superiore, con il suo piccolo è riuscito miracolosamente a mettersi in salvo trovando rifugio in un magazzino. Ma la moglie e la loro bambina di 4 anni erano nella casa spazzata via dalla frana. "Chissà che fine ha fatto quella povera donna e la sua bambina", racconta tra le lacrime una vicina. "Dove saranno andate a finire". Giuseppe vaga per il paese, mentre scende una nuova notte di incubo. Cerca la moglie e la figlia, ma la speranza di trovarli in vita si spegne ogni ora che passa.

Maltempo a Palermo. Ieri sera un violento nubifragio si è abbattuto anche su Palermo, e quest'oggi la pioggia ha ricominciato a cadere. Al momento la situazione è sotto controllo, anche se si sono registrati numerosi disagi. Un'ambulanza con a bordo un trentunenne, vittima di un incidente stradale, è rimasta bloccata in un metro d'acqua e fango.

Tromba d'aria alle Eolie. Allarme maltempo anche alle isole Eolie. Una tromba d'aria ieri sera si è abbattuta nel centro di Lipari, seguita da una pioggia violenta che ha allagato alcune zone dell'isola. Nessun ferito, solo paura e danni ad alcuni negozi.

(2 ottobre 2009) Tutti gli articoli di cronaca

 

 

 

la tragedia nel messinese

Legambiente: "Disastro annunciato"

In Italia ci sono 7 morti al mese

"Sono mancate azioni di tutela del reticolo idrologico e della copertura boschiva devastata dagli incendi"

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NOTIZIE CORRELATE

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Frane a Messina: 13 morti, 40 i feriti (2 ottobre 2009)

MESSINA - "Disastro annunciato". Quante volte sono liquidate così, con una "frase fatta", le tragedie che potevano essere evitate? Quella di Gimpilieri è una di queste. Ha senso parlare di tragedie annunciate in un paese, come l'Italia, che negli ultimi 90 anni ha registrato oltre 5.000 grandi alluvioni e 12.000 frane? In media, un episodio ogni giorno e mezzo. In soli cinquant’anni, i fenomeni naturali hanno provocato circa 3.500 morti, vale a dire mediamente 7 morti al mese. Così stima una recente ricerca dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (Anbi). "Si è ripetuto quello che era accaduto due anni fa, quando, solo per un miracolo, non ci furono morti". Parla di "disastro annunciato" anche padre Giovanni Scimone, parroco di Giampilieri. "In due anni - continua - nessuno ha preso provvedimenti, nonostante la precedente alluvione fosse stata più di un segnale. Le colline sono prive di alberi - in parte distrutti dagli incendi, in parte tagliati per edificare -, non sono stati costruiti muri di contenimento". Dopo la frana del 25 ottobre 2007, che colpì la frazione di Giampilieri e dichiarato lo stato di calamità, furono previsti lavori per 11 milioni di euro che sarebbero serviti per mettere in sicurezza la zona. Nei due anni successivi, però, l'unico lavoro realizzato è stato un terrazzamento a monte della via Palombara, dove oggi i danni sono stati limitati. Lunedì prossimo si sarebbe dovuto aprire un cantiere in un altra zona critica della frazione, la via Puntali, dove la situazione è particolarmente critica. La somma stanziata per questi interventi è di 900 mila euro. Un intervento dunque, nonostante relazioni, rapporti e studi che per tempo hanno lanciato l'allarme. Un esempio? Basta andare a sfogliare le 80 pagine del monitoraggio di Protezione civile e Legambiente sull' "Ecosistema, rischio idrogeologico 2008. Operazioni fiumi". Scaletta Zanclea nella graduatoria stilata per individuare i comuni a rischio, è nelle ultime posizioni. Il voto ottenuto dal comune messinese? Uno (1), cioè insufficiente. A pari merito con Palma di Montecghiaro (Agrigento), Piedimonte Etneo (Catania) e Valguarnera (Enna). Tutte comuni siciliani. Fanno peggio Città Sant'Angelo (Pescara), San Vito al Tagliamento (Pordenone), Cento (Ferrara).

Tutte ottengono un voto insufficiente (0,5). E ultime tra gli ultimi, risultano i comuni di Ucria ed Alì, guardacaso nel messinese anch'essi: totalmente insufficienti, voto zero! Ma come si fa a prendere il massimo dei voti in questa speciale classifica? Dieci è il voto che hanno ottenuto i comuni Vallerano (Viterbo), Santa Croce sull'Arno (Pisa) e Finale Emilia (Modena). Come hanno fatto? Rispettando le regole e l'ambiente. Il questionario di Legambiente chiedeva: "Esiste un piano di emergenza comunale o intercomunale per il rischio idrogeologico?". Se sì i punti ottenuti sono 0,5. E poi "il piano è stato aggiornato negli ultimi due anni?" Un punto. "Il piano prevede ed indica la strutture destinate a diventare in caso di emergenza sedi del centro operativo comunale, dei Centri di Accoglienza e dell’area di ammassamento soccorritori?". 0,5 punti. E così via.

IN SICILIA - Ma tra le amministrazioni comunali della Sicilia intervistate da Legambiente, sono solo 102 quelle che hanno risposto al questionario di Ecosistema rischio (circa il 37% dei comuni a rischio della Regione). Di queste, i dati relativi a 25 amministrazioni sono stati trattati separatamente, o perché le risposte sono giunte in maniera non completa, o perché i sindaci di questi comuni affermano di non avere strutture in aree a rischio, il che giustifica parzialmente il non essersi attivati in azioni di prevenzione e pianificazione.

LE CAUSE - "Alle prime piogge autunnali il territorio messinese ha mostrato tutta la sua fragilità con conseguenze pesantissime, stavolta anche in termini di vite umane, e perciò il nostro primo pensiero è rivolto alle vittime di questa tragedia" afferma Salvatore Granata, direttore Legambiente Sicilia, che continua: "Negli ultimi anni quel territorio è stato letteralmente violentato da un'urbanizzazione disordinata e aggressiva che ha stravolto gli equilibri idrogeologici. Non a caso, numerose inchieste della Magistratura messinese riguardano speculazioni perpetrate in aree torrentizie, favorite da comportamenti collusivi come nella vicenda "Oro grigio". Per Legambiente "sono mancate adeguate azioni di tutela del reticolo idrologico e della copertura boschiva devastata dagli incendi, non si è assunta la manutenzione del territorio come la vera opera prioritaria. Piuttosto, in questi anni, il dibattito pubblico è ruotato attorno alla previsione di grandi opere e nuove espansioni edilizie variamente giustificate".

BERTOLASO - E la protezione civile? Guido Bertolaso, capo dipartimento della protezione civile, risponde alle critiche: "Eravamo in allerta meteorologica da ieri mattina, più di questo non potevamo fare: o si fa una grande opera di messa in sicurezza di tutto il territorio nazionale o queste tragedie sono destinate a ripetersi". "Io non faccio polemiche - ha aggiunto Bertolaso - ma cerco di risolvere i problemi, è però evidente che non può essere la Protezione Civile a risolvere i problemi di dissesto idrogeologico creati dall'abusivismo".

IL PONTE SULLO STRETTO - Disarmante poi l'ammissione del sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca: "Due anni addietro - sottolinea il sindaco - c’era stato un fenomeno molto contenuto ma la mancanza di fondi non ha consentito di intervenire". Il Wwf chiede, ormai da anni anche alla luce delle nuove norme di tutela ambientali poste dalla Zona a Protezione Speciale, di fermare la Variante al Prg e di ridisegnare la città di Messina, sottolineando in ogni lettera, denuncia, documento, comunicato stampa, che era l’occasione d’oro per fermare il sacco edilizio e la scellerata urbanizzazione stante la fragilità del territorio e l’elevato rischio sismico. E se il problema sono i fondi allora il Wwf ha la soluzione: "C’è da chiedersi se i soldi immobilizzati per l’inutile e dannoso Ponte sullo Stretto possano essere meglio impiegati per risanare il territorio e ricostruirne la naturalità", dichiara Gaetano Benedetto co-direttore generale Wwf Italia. E su questo sembra essere d'accordo anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: "O c'è un piano serio che piuttosto che in opere faraoniche investa sulla sicurezza in questo paese o si potranno avere altre sciagure".

Nino Luca

02 ottobre 2009

 

 

 

 

testimonianze dei sopravvissuti da messina

"Due piani del mio palazzo sono spariti"

Una donna residente a Scaletta: "Tutto è successo in un attimo". Un'altra: "La mia casa si è inclinata su un lato"

MILANO - "Due piani del palazzo dove vivevo hanno completamente ceduto e sono spariti". È il racconto di una delle sopravvissute al disastro che ha colpito il Messinese. La donna, che abitava al terzo piano di uno stabile a Scaletta, non riesce a rendersi conto di cosa sia successo, se l'edificio sia stato sommerso dai detriti o se abbia ceduto sotto la violenza di una mareggiata. "Abito sulla costa e ancora non mi rendo conto. Erano le 20 di giovedì, tutto è successo in un attimo. Non so come possa essere successo, ma il primo piano e anche parzialmente il secondo dello stabile dove abitavo sono spariti".

"LA CASA SI È INCLINATA" - Un'altra donna parla di "esperienza terribile". È appena sbarcata, insieme alla figlia disabile, da una motovedetta della Guardia di finanza che l'ha trasportata da Scaletta alla Capitaneria di porto di Messina dove un'ambulanza l'attendeva per portarla in ospedale. "Non ho capito niente - racconta la signora visibilmente scossa -. Ero in casa quando tutto ha cominciato a muoversi e mi sono trovata con la casa sbalzata. Ancora non so cosa sia successo. So solo che mi sono trovata sommersa dalle macerie. La casa dove abito si è inclinata su un lato".

TRAVOLTO IN AUTO - "Ero in auto quando sono stato completamente travolto" racconta un ragazzo ai soccorritori. Ha gli occhi sbarrati, il fango che gli ricopre i vestiti. "Stavo tornando a casa quando improvvisamente quella massa mi è venuta addosso e mi ha colpito in pieno. Sono riuscito ad uscire dall'auto. È stata un'esperienza terribile".

"LA PIOGGIA NON FINIVA MAI" - Un abitante di Briga Superiore ricorda il nubifragio del 2007: "Tre anni fa era accaduta la stessa cosa. Solo che allora la pioggia era durata solo 50 minuti; mentre questa volta il nubifragio non finiva mai. Ha piovuto per oltre tre ore. C'era stato il sole fino al pomeriggio, poi si è scatenato l'inferno".

 

02 ottobre 2009

 

 

 

 

 

A Giampilieri

"L'auto dietro di me è sparita

travolta dal fango"

"Ci siamo messi in coda sulla statale: dopo un boato la vettura dietro la nostra è scomparsa"

CATANIA - Nel dramma di Giampilieri, c'è anche chi è scampato per miracolo dopo essere stato indirizzato verso l'epicentro del dramma quando è stata chiusa l'autostrada. "Stavamo entrando in autostrada a Messina per tornare a Catania quando ci hanno detto che l'A18 era chiusa e dovevamo proseguire sulla statale", ha raccontato un automobilista all'emittente televisiva Telecolor. "Ci siamo messi in coda e, mentre commentavamo quello che stava accadendo, abbiamo sentito un boato e uno schizzo di fango che ci ha coperti. Siamo fuggiti dall'auto, ma la persona che guidava la vettura dietro la mia è morta perché non ha fatto in tempo a scappare", ha aggiunto una signora.

SOCCORSI - Un terzo testimone: "I primi soccorsi li abbiamo avuti da un privato che ci ha ospitati a casa sua. Abbiamo visto un maresciallo dei carabinieri che con quattro suoi colleghi ha fatto un lavoro incredibile: si caricavano i feriti e li portavano a mare dove gommoni e motovedette li prelevavano per portarli in ospedale. C'eravamo non meno di 500 persone in fuga ed eravamo divisi tra due chiese e un orfanotrofio, con cinque suore che hanno fatto l'impossibile per assistere tutti".

 

02 ottobre 2009

 

 

 

 

 

 

Il primo cittadino di Messina si difende: "Non ho abbastanza soldi per intervenire"

Ma da tempo si chiede che venga fermata la variante al piano regolatore

Napolitano: "Più sicurezza, no opere faraoniche"

Un coro di proteste per il dissesto geologico

Napolitano: "Più sicurezza, no opere faraoniche" Un coro di proteste per il dissesto geologico

MESSINA - "O c'è un piano serio che, piuttosto che in opere faraoniche, investa sulla sicurezza in questo Paese, o si potranno avere altre sciagure". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a proposito delle vittime del maltempo nel Messinese, con un implicito riferimento al progetto per la costruzione del ponte sulle Stretto. "Ho appena letto le dichiarazioni di Bertolaso: ha detto cose sacrosante. C'è una situazione di diffuso dissesto idrogeologico, in parte causato dall'abusivismo a Messina e in molte altre parti d'Italia"

IL SINDACO - "Questo è un momento molto

triste - dice il sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca - questa vicenda viene da lontano: due anni fa c'era già stato un fenomeno molto contenuto, ma la mancanza di fondi non ha consentito di intervenire".

IL PAI SICILIANO- La frazione di Giampilieri, affondata nella notte nel fango per il violento nubifragio, non era considerata a rischio idrogeologico, perchè il comune di Messina non l'aveva segnalata alla Regione. Per questo, negli ultimi decenni, non sono state eseguite le opere di messa in sicurezza per prevenire tragedie come quella di oggi. È Quanto risulta dal piano per l'assetto idrogeologico (pai) della sicilia: la Regione dopo le frane del 2007 e 2008 ha effettuato una revisione del piano sulla base delle segnalazioni degli enti locali e, questa volta, è stata inserita anche Giampilieri.

LA REGIONE - Per mettere in sicurezza le zone a

rischio di dissesto idrogeologico l'assessorato regionale siciliano al Territorio ha completato la mappatura della Sicilia, sia nelle zone interne, che costiere. Fin dal 1998 sulla provincia di Messina, colpita dalle ultime alluvioni, sono stati spesi per sistemazioni idrauliche e dissesto idrogeologico oltre 200 milioni di euro, con fondi statali ed europei gestiti dalla Regione. Di questi fondi al Comune di Messina sono andati 15 milioni di euro. Il Ministero dell'Ambiente ha destinato altri 9 milioni di euro a Messina e 2 milioni e 700 mila euro a Scaletta.

COLDIRETTI - L'84 per cento Comuni della provincia

di Messina è considerato "a rischio per frane e alluvioni anche per effetto della progressiva cementificazione del territorio che ha sottratto terreni fertili all'agricoltura". E' quanto afferma la Coldiretti, in riferimento alle strage provocata dal maltempo.

In Sicilia i Comuni a rischio idrogeologico sono il 70 per cento. La situazione di Messina con ben 91 comuni a rischio è più grave rispetto alla media nazionale in Italia dove ci sono 5.581 comuni, il 70 per cento del totale, a rischio idrogeologico dei quali 1.700 sono a rischio frana e 1.285 a rischio di alluvione, mentre 2.596 sono a rischio per entrambe le calamità.

"Una situazione a cui non è certamente estraneo il fatto che - continua la Coldiretti - dal 1982 al 2005 sono scomparsi quasi 6 milioni di ettari di suolo agricolo".

WWF - Nel frattempo si moltiplicano le proteste delle organizzazioni ambientaliste. "L'amministrazione comunale fermi finalmente la variante del Prg e prenda atto che il territorio non puo' continuare ad essere massacrato", chiede il Wwf.

RETE NO-PONTE - L'organizzazione che si batte contro l'ipotesi della costruzione del ponte sullo Stretto, il 26 settembre scorso aveva messo online un documento che segnalava il pericolo di crolli e smottamenti nel Messinese. "Ruspe, lottizzazioni impressionanti su pendii fragili, copertura di impluvi naturali, sbancamenti enormi, sono continuati imperterriti, accelerando la fragilità intrinseca dei Peloritani, monti geologicamente giovani e pertanto soggetti più di altri a fenomeni franosi, che la mano dell%u2019uomo ha aggravato e reso pressocchè costanti. Messina ha scelto, come economia unica e sola, il cemento e le opere faraoniche".

RADICALI - Occorre un piano di messa a norma di

tutto il territorio e patrimonio edilizio nazionale. E' quanto affermano, in una nota congiunta, la vice presidente del Senato, Emma Bonino, e la deputata radicale in Commissione Ambiente, Elisabetta Zamparutti.

CODACONS - "Un nubifragio, per quanto di

dimensioni eccezionali, non giustifica il disatro totale nel quale è stata riversata la Sicilia". Lo dice il segretario nazionale del Codacons, Francesco Tanasi, che aggiunge: "Danni di questa entità non sono plausibili in una nazione che fa parte in teoria delle potenze mondiali. Morti, feriti, frane, strade isolate, impercorribili, soccorsi bloccati da buche enormi sull'asfalto. Sembra un bollettino di guerra".

PD - "Siamo vicini ai parenti delle vittime ed a tutta la popolazione coinvolta nella tragedia del disastro idrogeologico che ha colpito la zona Sud di Messina". Lo ha detto il segretario regionale del Partito Democratico Francantonio Genovese. "Una tragedia annunciata, probabilmente - aggiunge -, ma non e' questo il momento delle polemiche".

(2 ottobre 2009) Tutti gli articoli di cronaca

 

 

 

 

LA TESTIMONIANZA

E mio nonno diceva:

la montagna crollerà

di ANTONELLO MICALI*

E mio nonno diceva: la montagna crollerà

Una villetta nel paese devastato

"Ho passato tutte le estati della mia infanzia e giovinezza a Giampilieri. Alla fine d'agosto e con l'inizio di settembre iniziavano le piogge: il campo di calcio nel letto della fiumara che dalle colline sbuca a mare, veniva spostato, per la "gioia" di mia nonna che poi ci controllava e richiamava dal balcone, nel piazzale della chiesa romanica abbarbicata nel centro del paese: era il modo con cui gli "antichi" proteggevano i loro piccoli da uno dei pochi pericoli cui potevano andare incontro all'epoca.

GUARDA LE FOTO DELL'ALLUVIONE 2007

Bene, anzi, malissimo: oggi il letto di quel canale è disseminato di case, palazzi, ville a schiera e parcheggi per auto. E non parliamo delle colline che stringono il paese in un abbraccio mortale, con ville e villettine qui e là ad incombere sul vecchio nucleo del paese. Le campagne a terrazze dove ognuno aveva la campagna con gli agrumeti, che spesso ospitavano qualche capanno per gli attrezzi agricoli, ora sono magioni dove passare pasquette e fare scampagnate.

Qualcuno ci voleva e forse lo ha pure fatto, costruire una piscina e alcuni campi da calcetto. Certo che mio nonno che si era fatto pure problemi a costruire, abusivamente, un forno in campagna dove fare il pane e posizionare una conigliera era in confronto un poveraccio. Onesto, ma poveraccio per gli altri notabili del paese dal mattone facile.

Oggi, dopo ventenni di dissesto idrogeologico, vivere a Giampilieri è un pericolo costante, e non solo se vivi vicino alla fiumara.

Le foto dell'alluvione del 25 ottobre del 2007 dimostrano che si è trattato dell'ennesimo allarme inascoltato. Già all'epoca si parlò di disastro annunciato, ma per fortuna non vi furono vittime come invece in questo caso. Disastro annunciato perché la situazione morfologica di quelle colline e la speculazione edilizia degli ultimi 20 anni hanno reso la zona drammaticamente simile a quelle già teatro di tragedie in Campania.

Nonostante l'alluvione del 2007 la Regione - come dimostrano le reiterate proteste dei cittadini in questi anni- non ha predisposto nulla affinché si mettessero in sicurezza le aree più a rischio. Anzi, quelle belle colline di macchia mediterranea che scivolano dolcemente verso il mare dello Stretto e che costituiscono l'inizio della catena montuosa dei Nebrodi, sono state oggetto, anche in questi due ultimi anni, dell'ennesima cementificazione selvaggia.

Ovviamente, ogni estate che io ricordi, gli incendi, quasi sempre dolosi, hanno fatto il resto...

Mio nonno, che sapeva e pensava come gli "antichi" e che si era fatto tutta la campagna d'Africa fino alla disfatta di El Alamein, mi diceva già qualche anno fa - è morto nel 2003 a 90 anni - che quando sarebbero scomparsi gli ultimi filari di vegetazione da un certo crinale che potevamo notare dal terrazzo della sua casa nel centro di Giampilieri, sarebbe venuto giù l'inferno; che la montagna, una volta ferita a morte, non avrebbe perdonato.

Purtroppo, aveva ragione

Ps: E il problema è che pure ora che è morto, non è al sicuro: il cimitero è sopra Giampilieri, tra i paesi di Molino e Altolia. Cos'altro potrà succedere ancora? Un' ulteriore beffa che lui e gli altri "antichi" non meriterebbero davvero. La storia non insegna proprio nulla".

*Antonello Micali, giornalista, vive a lavora a Torino.

© Riproduzione riservata (2 ottobre 2009)

 

 

 

 

Immagini, video, denunce: due anni dopo Internet riporta alla luce un dramma cancellato

L'alluvione dimenticata, ma non dal web

Il precedente del 2007 non è servito come campanello d'allarme, molte testimonianze e grida d'allarme in Rete

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NOTIZIE CORRELATE

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Da Legambiente a Bertolaso: disastro annunciato, bisognava intervenire (2 ottobre 2009)

MILANO - Ora sono tutti lì a dire che il disastro era annunciato, che bisognava prevenire, che si poteva fare qualcosa. Eppure la marea di fango che ha travolto Giampilieri e altri comuni della Sicilia orientale non è la prima volta che bussa alle porte di questo piccola frazione messinese. Lo sanno bene i circa 1.200 abitanti di questo borgo che prende il nome da un antico proprietario terriero del luogo, Giovanni Piliero. Forso però, almeno fino ad oggi, lo hanno saputo solo loro e e pochi altri perché il precedente che avrebbe dovuto suonare come un campanello d'allarme, quello del 25 ottobre 2007, non aveva avuto una grande eco a livello nazionale. Forse perché allora ci furono sì ingenti danni, ma non vittime. Ma tanto è bastato per confinare quanto accaduto nel recinto di una vicenda locale. Il che ha permesso a molti, dalla Regione al governo nazionale, di fare come se nulla fosse accaduto. Lo hanno denunciato, questo silanzio, gli abitanti di Giampilieri cercando visibilità sui media a poche settimane dall'alluvione di due anni fa. Un grido ed un lamento, il loro, raccolto da Striscia la Notizia, che aveva inviato sul posto Stefania Petyx e l'inseparabile bassotto. Ma non era bastato.

LA RETE NON DIMENTICA - L'alluvione dimenticata allora è rimasta in pratica dimenticata per sempre. Fino a giovedì sera, quando il fiume limaccioso è tornato a lambire le abitazioni. E, questa volta, a fare anche dei morti. Dimenticata per tutti, ma non per la Rete, custode fedele di storie, immagini, parole. Ed è così che digitando in Google le parole "alluvione" e "Giampilieri" uno si aspetterebbe di trovare le foto che raccontano l'oggi, la drammatica attualità che gli abitanti del paese stanno nuovamente fronteggiando. Quelle ci sono. Ma ci sono anche le immagini di allora, a ricordare a tutti che il pericolo c'era, che qualcosa si doveva pur fare. E non si è fatto.

IL PRECEDENTE - Ci sono le immagini di Salvo Restuccia, che apre il suo sito web con una bella foto del paese visto dall'alto, un'immagine di serenità che si contrappone alla drammaticità degli scatti che, in un'apposita sezione, documentano la devastazione compiuta due anni fa dalla furia dell'acqua. Ci sono i servizi di Striscia, postati da più utenti anche su YouTube (Guarda il video). C'è l'articolo scritto a un anno di distanza su Larderiaweb, il "sito web del paese di Larderia, non lontano da Giampilieri, che spiega come "ogni volta che piove gli abitanti tremano" e ricorda, dopo gli interventi tampone realizzati, che "qualche terrazzamento non può certo contenere la forza dell'imponente collina che sovrasta il paese". O quello di Tempo Stretto, altro sito web che si occupa di Messina e del suo territorio, che dava voce al comitato parrocchiale del paese che spiegava come "era inevitabile che accadesse".

AUTOIRONIA - C'è anche chi, come 8gatti sempre su YouTube, ha provato a giocare sull'ironia, alternando in un montaggio di slides le immagini dell'alluvione e didascalie volutamente sarcastiche contro i ritardi nei soccorsi, l'assenza della protezione civile o dei vigili del fuoco ("forse verranno domani"), la latitanza delle istituzioni (vengono salvati solo i carabinieri, "gli unici che si sono fatti vedere"). Il tutto sulle note di nenie e canzoncine per bambini: da "Se sei felice tu lo sai batti le mani", al biancaneviano "Provate a fischiettar" e passando per "Salagadula magicadula", la formula magica della fata madrina di Cenerentola, quella che tutto può risolvere anche quando tutto sembra perduto: "fa la magia tutto quel che vuoi tu, bidi-dibodi-dibu". Ma questa volta qualcosa non ha funzionato.

Alessandro Sala

02 ottobre 2009

 

 

 

 

 

 

REPUBBLICA

per l'articolo completo vai al sito Internet

http://www.repubblica.it/

2009-10-10

In Duomo le esequie di Stato di ventuno tra le vittime dell'alluvione. Messaggio del Papa

Piazza stracolma, tra i presenti in cattedrale anche Berlusconi, Schifani e Alfano

Messina, il giorno del dolore

In migliaia ai funerali di Stato

Il premier: presto le nuove case, sul Ponte andremo avanti

E "Il Giornale" di suo fratello Paolo attacca Napolitano

Messina, il giorno del dolore In migliaia ai funerali di Stato

Le bare nel Duomo di Messina

MESSINA - E' già gremita la cattedrale di Messina, dove alle 10,30 sono cominciati i funerali di Stato delle vittime dell'alluvione. A officiare il rito, monsignor Calogero La Piana e il vescovo di Palermo Paolo Romeo, che hanno letto un commosso messaggio di papa Benedetto XVI. Migliaia le persone presenti anche fuori la chiesa: famiglie, scolaresche, la città intera si stringe intorno ai morti e ai loro congiunti. C'è anche una delegazione di cittadini giunta dall'Aquila.

Tanta folla. Ovviamenteono tutti occupati i 750 posti a sedere del Duomo, comprese quelle all'impiedi le persone all'interno sono circa 1.500. Nella piazza antistante ci sono almeno altre 4 mila persone, secondo le stime delle forze dell'ordine, e la gente continua ad affluire dalla via Giacomo Veneziano: ma l'ingresso, per motivi di sicurezza è consentito soltanto agli accreditati.

Le presenze istituzionali. Partecipano il premier Silvio Berlusconi, e - in rappresentanza del capo dello Stato - il numero uno del Senato, Renato Schifani. C'è anche il ministro della Giustizia Angelino Alfano, che nega problemi nella proclamazione del lutto nazionale: "Nessun ritardo, lo abbiamo deciso al primo Consiglio dei ministri utile".E sull'alluvione: "Bisogna fare chiarezza su quanto accaduto, ciascuno deve fare la sua parte: governo, magistratura, istituzioni locali".

La veglia funebre. Ieri sera sono state portate in cattedrale 21 bare, tutte avvolte nella bandiera tricolore tranne una, quella di una donna romena, con la bandiera del suo paese. I familiari di altre sei vittime hanno preferito esequie in forma privata, mentre deve ancora essere riconosciuto il cadavere di uno dei morti estratti dalla macerie. Durante la veglia momenti di intesa commozione, sopratutto tra i familiari delle vittime.

Il bilancio. La conta dei morti è, al momento, fermo a quota 28: l'ultimo ritrovamento tre giorni fa a Giampilieri, i cadaveri di due donne di 82 e 84, anni seppellite sotto le macerie delle loro abitazioni. Ancora sette i dispersi, per cui non c'è più praticamente speranza.

L'attacco a Napolitano. A lanciarlo, questa mattina, è Il Giornale di proprietà del fratello di Silvio Berlusconi: secondo quanto scrive il quotidiano, il capo dello Stato ha dato forfait - citando "impedimenti", poi una caviglia slogata - perché in realtà non vuole stringere la mano al premier. Che lo ha pesantemente criticato dopo la bocciatura del lodo Alfano.

Berlusconi e le grandi opere. In un'intervista alla Gazzetta del Sud, il premier - oltre a ribadire che le case nuove per gli alluvionati verranno costuite al più presto - annuncia di voler avanti con la realizzazione del ponte sullo Stretto. Spiega anche che nominerà a breve un commissario straordinario per l'autostrada Salerno-Reggio Calabria, e si dice sicuro che strapperà al al centrosinistra il governo della Calabria, in alleanza con l'Udc.

(10 ottobre 2009)

 

 

 

 

 

 

E' una tragedia: devastata Giampilieri, già alluvionata nel 2007. Crolla palazzo a Scaletta

Senza casa in 400, zone ancora isolate, strade e ferrovie bloccate. Inchiesta della Procura

Messina, un inferno di fango

Almeno 18 morti, oltre 30 dispersi

Prestigiacomo, Ambiente: "Tragedia che poteva essere evitata". Dichiarato lo stato d'emergenza

Messina, un inferno di fango Almeno 18 morti, oltre 30 dispersi

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Multimedia

* LE IMMAGINI

* IL VIDEO

* LE IMMAGINI: il crollo a Scaletta

MESSINA - La pioggia porta morte e distruzione a Messina. Un fiume di fango e detriti ieri sera ha travolto paesi, abbattuto case, sradicato tratti di ferrovia. Un costone di roccia si è portato via una ventina di abitazioni a Giampilieri, 10 chilometri dal capoluogo. Il bilancio delle vittime parla di 18 morti e di 35 dispersi, anche se si tratta di numeri destinati purtroppo ad aumentare.

La Procura apre un'inchiesta. Molte frazioni sono ancora isolate. I soccorritori usano mezzi di fortuna, le ruspe faticano a raggiungere i centri più danneggiati. "Si scava anche a mani nude", ammette Guido Bertolaso, capo della Protezione civile. E avverte: "C'è il rischio di nuovi smottamenti". Il Consiglio dei ministri ha decretato lo stato di emergenza mentre la procura della Repubblica di Messina ha aperto un'inchiesta nei confronti di ignoti. L'ipotesi di reato è disastro colposo.

Senza casa in 400. Colpiti soprattutto la frazione di Giampilieri, già alluvionata nel 2007; il comune di Scaletta, dove è crollato un palazzo, e la frazione di Briga Marina. A Gampilieri, su una popolazione di mille abitanti, 400 sono rimasti senza casa. I feriti, più di 70, vengono portati via con gli elicotteri e una nave delle Capitanerie di porto. Molti si sono salvati rifugiandosi sui tetti delle case. Solo in serata, dopo ore di lavoro, le ruspe sono riuscite ad aprire un varco e a liberare il sottopassaggio della stazione che i mezzi dell'esercito e della Protezione civile hanno così utilizzato per evacuare il paese.

Prestigiacomo: "Tragedia poteva essere evitata" Duro l'atto di accusa del ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo: "Questa tragedia poteva essere evitata. I finanziamenti del governo non sono stati bene impiegati. C'è stato uno scarso coordinamento con il piano regionale. Si tratta adesso di porre fine a questo malgoverno". Dopo un sopralluogo nelle zone colpite dalla frana, Prestigiacomo ha annunciato che rivedrà i fondi per la Sicilia. "Avevamo calcolato di distribuire quest'anno 16 milioni di euro alla Sicilia. Alla luce di questa emergenza, si dovrà rivalutare la situazione".

Le vittime. Al momento il bilancio delle vittime è fermo a 18 morti, quasi tutti identificati. I soccorirtori li hanno trovati intrappolati nelle loro auto o sotto le macerie delle loro case. Un paio addirittura in mare, trascinati al largo dalla furia dell'acqua. Le vittime sono un pensionato di 70 anni, Francesco De Luca, annegato nello scantinato della sua casa a Giampilieri; Pasquale Bruno, 40 anni, travolto e soffocato dal fango nella piazza di Giampilieri; l'agente della Polfer Roberto Carullo, trovato all'interno della sua auto travolta da un torrente in piena nei pressi di Scaletta Zanclea; un pensionato di ottant'anni, Martino Scibilia, di Scaletta, e un suo vicino di casa, Salvatore Scionti, di 64 anni. Il corpo senza vita di Angela Pellegrino è stato recuperato a Briga Superiore. Ketty De Francesco, 30 anni, è stata trascinata in mare dal fango a Scaletta. Morti anche il ventottenne Simone Meri e il sessantenne Letterio Maugeri; Onofrio Sturiale, 26 anni, travolto da una frana tra Giampilieri e Scaletta Zanclea; Concetta Cannistraci, 75 anni, la sua badante Concita Barbera, e la quarantaduenne Santina Porcino. Restano ancora senza volto due uomini trovati sulla spiaggia e altri due recuperati in mare.

Il sindaco: "Servono medici e volontari". Nonostante i 500 soccorritori che, senza sosta, stanno lavorando nella zona colpita dalla frana, il sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca lancia un appello: "Abbiamo bisogno di volontari, soprattutto medici, che possano darci una mano".

"Trovate mia moglie e mia figlia". Giuseppe De Lucaieri sera era uscito insieme a suo figlio di 7 anni. Quando è scesa la frana a Giampilieri Superiore, con il suo piccolo è riuscito miracolosamente a mettersi in salvo trovando rifugio in un magazzino. Ma la moglie e la loro bambina di 4 anni erano nella casa spazzata via dalla frana. "Chissà che fine ha fatto quella povera donna e la sua bambina", racconta tra le lacrime una vicina. "Dove saranno andate a finire". Giuseppe vaga per il paese, mentre scende una nuova notte di incubo. Cerca la moglie e la figlia, ma la speranza di trovarli in vita si spegne ogni ora che passa.

Maltempo a Palermo. Ieri sera un violento nubifragio si è abbattuto anche su Palermo, e quest'oggi la pioggia ha ricominciato a cadere. Al momento la situazione è sotto controllo, anche se si sono registrati numerosi disagi. Un'ambulanza con a bordo un trentunenne, vittima di un incidente stradale, è rimasta bloccata in un metro d'acqua e fango.

Tromba d'aria alle Eolie. Allarme maltempo anche alle isole Eolie. Una tromba d'aria ieri sera si è abbattuta nel centro di Lipari, seguita da una pioggia violenta che ha allagato alcune zone dell'isola. Nessun ferito, solo paura e danni ad alcuni negozi.

(2 ottobre 2009) Tutti gli articoli di cronaca

 

 

 

 

 

 

 

 

2009-10-05

Prima notte senza pioggia nelle zone alluvionate dove continuano le ricerche dei dispersi

Identificate venti delle 25 vittime recuperate. Nel pomeriggio visita del presidente del Senato

Messina, si scava ancora nel fango

Matteoli: "Cosa c'entra il Ponte?"

Il ministro: "Con le migliorie al territorio previste forse il disastro sarebbe stato inferiore"

Messina, si scava ancora nel fango Matteoli: "Cosa c'entra il Ponte?"

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Multimedia

* FOTO: I danni dall'alto

* REPUBBLICA TV: Lo speciale

MESSINA - Prima notte senza pioggia nelle zone colpite dall'alluvione a Messina, dove continuano senza sosta le ricerche dei dispersi rimasti sepolti nel fango e tra i detriti. La Protezione civile ha reso noti i nomi delle vittime identificate dai parenti. Il bilancio provvisorio della tragedia è salito a 25 morti e 34 dispersi. Il cadavere di una donna è stato infatti recuperato in mattinata a Molino, frazione che sovrasta Giampilieri, nella zona più colpita dall'alluvione di Messina.

I feriti. L'Unità di crisi della Protezione civile a Messina ha fatto sapere che dei circa 100 feriti ricoverati in ospedale dopo l'alluvione, 70 sono stati dimessi. Dei trenta ancora degenti in diverse strutture sanitarie due sono gravi. Hanno riportato ustioni diffuse su tutto il corpo e sono stati trasferiti in due centri specializzati a Catania e a Palermo. Oggi intanto nei luoghi del disastro è giunto anche il presidente del Senato, Renato Schifani.

L'inchiesta. Il medico legale Fabrizio Perri, incaricato dalla Procura della Repubblica di Messina dell'esame esterno sui cadaveri, ha già completato gli accertamenti su 19 delle salme finora recuperate. Nel fascicolo aperto dalla Procura si ipotizza il reato di disastro colposo, al momento a carico di ignoti.

Strade e ferrovie. La ferrovia e la Statale 114 Messina-Catania restano bloccate, mentre sono aperte due corsie dell'autostrada A18, una per direzione.

Berlusconi. Il premier Silvio Berlusconi, che ieri ha sorvolato in elicottero i luoghi della tragedia e ha poi incontrato alcuni sfollati, ha affermato in un'intervista al Gr Rai che i villaggi distrutti dal fango non saranno ricostruiti, perché farlo ''costa troppo e non è sicuro'', ma gli abitanti che hanno perso tutto avranno una nuova casa completamente arredata e dotata delle più moderne tecnologie, come è stato fatto per i terremotati dell'Aquila. Annunciato il blocco delle tasse e dei mutui per i cittadini delle zone alluvionate.

Stanziamenti. Berlusconi ha sottolineato che la necessità, rimarcata da Guido Bertolaso, di stanziare 25 miliardi di euro per mettere in sicurezza il territorio "è una provocazione che il capo della nostra Protezione civile ha ritenuto di dover fare per rendere consapevoli tutti noi che c'è molto da fare".

Contestazioni. Ieri ad aspettare il premier fuori dalla Prefettura, c'erano gli iscritti al movimento NoPonte che non vogliono il Ponte di Messina né "opere faraoniche" ma interventi contro il rischio di nuove frane. Berlusconi ha preferito entrare da una porta secondaria. Il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli invece si è beccato le urla dei manifestanti. "Assassini, Assassini", gli hanno gridato. "Aspettavano i morti per discutere del ponte".

Matteoli e il Ponte. "Una situazione disastrosa, anche se poteva andare molto peggio", ha detto oggi il ministro intervenendo a La telefonata su Canale 5. Matteoli ha però assicurato che il Ponte sullo Stretto si farà. Anzi, ha sottolineato, se fossero già inziate le opere collaterali alla realizzazione del ponte vero e proprio, con le ''migliorie al territorio previste'' forse ''il disastro sarebbe stato inferiore''. l ministro, riferendosi alla richiesta del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di pensare più alla sicurezza e meno alle opere faraoniche, dice di ''non sapere se l'allusione fosse al ponte sullo Stretto di Messina. Io non mi permetto di polemizzare col capo dello Stato, però voglio chiedere: cosa c'entra il ponte di Messina?''.

Legambiente. Il presidente dell'associazione, Vittorio Cogliati Dezza, ha attaccato la maxiopera: "Di vero e concreto per la realizzazione di questa inutile e faraonica opera ci sono solo i finanziamenti pubblici di 1, 3 miliardi di euro stanziati dal Cipe questa estate: fondi che andrebbero subito spostati per le necessarie opere di messa in sicurezza delle due aree dello Stretto. La tragedia di Messina dovrebbe far riflettere anche il ministro Matteoli".

(5 ottobre 2009)

 

 

 

 

 

Il documento della Protezione civile smentisce il premier

Buzzanca: che dovevo fare, evacuare 100 mila persone?

Ma nel bollettino il rischio era "ordinario"

e il sindaco sbotta: nessuno ci ha avvisati

dal nostro inviato ALESSANDRA ZINITI

Ma nel bollettino il rischio era "ordinario" e il sindaco sbotta: nessuno ci ha avvisati

Ruspe al lavoro a Scaletta Zanclea

Precipitazioni sparse e diffuse con temporali di forte intensità, quantità moderata, rischio idrogeologico a criticità ordinaria, stato di preallerta.

Eccolo il bollettino emanato dalla Protezione civile regionale giovedì primo ottobre, eccole le previsioni meteo per il pomeriggio nella fascia nord orientale della Sicilia. Nessuna particolare allerta, nessun preavviso. Le dichiarazioni di Silvio Berlusconi suonano come una beffa alle orecchie di chi spala ancora con le mani nel fango, di chi piange i suoi morti, di chi aspetta ancora notizie dei propri cari, di chi ha perso tutto.

Quel giovedì primo ottobre nessuno diede mai alcun allarme. Nessuna unità di crisi in prefettura, nessuna allerta della Protezione civile, nessun avviso alla popolazione. Lo conferma il sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca: "L'unità di crisi - dice - l'ho chiesta io alle 19 di giovedì, quando già il nubifragio era in atto da una mezzora e semplicemente perché alcuni amici, che abitano a Giampilieri, mi hanno chiamato per dirmi che lì stava venendo giù tutto. In dieci minuti abbiamo fatto partire la macchina dei soccorsi e solo perché io, in una città che ha subito ben due terremoti in 100 anni, proprio l'anno scorso ho rifatto il piano della protezione civile".

Il sindaco è un fiume in piena. E' stato accanto a Berlusconi nelle sue tre ore in Sicilia, non ha alcuna intenzione di fare polemica con il premier: "Forse intendeva dire che era noto che ci sarebbe stato il maltempo, ma che non si poteva prevedere uno smottamento di tale proporzioni". Ma poi ci pensa un attimo su e sbotta: "Sa che le dico? E anche quando che avremmo potuto fare: evacuare centomila persone? E dove? Perché a rischio, qui, continuamente c'è tutta la città e il suo comprensorio, mica solo Giampilieri e Scaletta Zanclea. Sta venendo l'inverno. Chissà quante di queste calamità naturali ci riserveranno i prossimi mesi e io voglio sapere da qualcuno che devo fare: ogni volta evacuare una città e dove le metto le persone? Se quei villaggi dovevano essere evacuati bisognava farlo dopo l'alluvione nel 2007, ma non l'hanno fatto".

Buzzanca, come gli altri amministratori locali oggi sul banco degli imputati per non aver ottemperato alla messa in sicurezza di zone ad altissimo rischio idrogeologico, racconta di aver spiegato a Berlusconi, Bertolaso e al ministro Prestigiacomo che qua, a Messina, l'abusivismo non c'entra nulla: "E non solo perché le case spazzate via erano del '700, ma soprattutto perché basta fare un giro in città e soprattutto leggere le carta per vedere che qui anche le costruzioni sul mare e sui fiumi hanno tutte la licenza. Gliele hanno date trent'anni fa".

Fuori del palazzo della prefettura, tra i manifestanti, comincia a esplodere la rabbia: "Come sarebbe a dire che avevano previsto tutto? - dice Mario, 60 anni, riuscito ad uscire per caso dall'abitacolo della sua macchina ripescata poi sulla riva del mare a Scaletta Zanclea - non sono stati in grado neanche di chiudere la statale che solo una settimana fa era rimasta bloccata per due giorni per una frana dopo un altro temporale. Si dovrebbero vergognare".

Definisce Berlusconi "avvoltoio" Leoluca Orlando, di Italia dei Valori: "Siamo stanchi di questo governo del giorno dopo che prende in giro i cittadini, offende le vittime di Messina e i loro parenti che stanno vivendo una tragedia enorme. Se l'esecutivo aveva previsto il disastro perché allora ci sono state 24 vittime e 40 dispersi?" E Mimmo Fontana, presidente regionale di Legambiente, osserva: "Berlusconi non sa quello che dice e ottiene il solo risultato di mettere in cattiva luce la protezione civile cui spetta dare l'allerta. Ma nessuna allerta è in grado di prevedere quanti millimetri di pioggia cadranno, in quale zona e meno che mai che conseguenze potranno avere".

© Riproduzione riservata (5 ottobre 2009)

 

 

 

 

 

2009-10-04

Messina, 22 morti e 40 dispersi

Berlusconi: "Distastro previsto"

Il bilancio provvisorio fornito dalla Prefettura. Si continua a scavare per recuperare i corpi, un cadavere estratto dal fango quattro giorni dopo la tragedia. Ancora 29 persone in ospedale, 564 gli sfollati. Sopralluogo in elicottero nelle zone alluvionate del premier con Guido Bertolaso, Protezione civile, e Stefania Prestigiacomo, ministro dell'Ambiente. Il presidente del Consiglio: "Daremo le case come in Abruzzo. Sospenderemo tasse e mutui". Poi spiega: "Avevamo dato anche l'allarme, ma la pioggia è stata più intensa del previsto. Spero in uno stanziamento di un miliardo per le zone a rischio idrogeologico". Contestati il governatore Lombardo e il ministro Matteoli: "Assassini"

 

17:22 Il meteorologo: "Colpa del surriscaldamento del mare"

Secondo il meteorologo del Centro Epson Meteo Mario Giuliacci, "il violento nubifragio sul messinese è stato innescato, dall'eccezionale surriscaldamento subito nel mese di settembre dalle acque superficiali dei mari prossimi alla Sicilia. Tale surriscaldamento è stato a sua volta generato da un mese di agosto che sul Mediterraneo è risultato tra i più caldi degli ultimi 50 anni (in assoluto il terzo più caldo dopo l'agosto del 2003 e del 1994)"

17:16 Borsellino: "Il Ponte sullo Stretto non è prioritario"

Rita Borsellino, deputato del Parlamento europeo, ha detto: "Quanto accaduto a Messina e le emergenze che si registrano in altre aree dell'Isola, dimostrano che la Sicilia non ha bisogno del Ponte sullo Stretto"

16:47 Lombardo: "Fuori luogo i dubbi sul ponte"

"Giudico fuori luogo i dubbi sul ponte sullo stretto. La sicurezza idrogeologica e' sacrosanta, ma è meschino strumentalizzarla contro lo sviluppo della nostra terra". E' il commento del presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, alla manifestazione attuata, davanti la prefettura di Messina, da un gruppo di attivisti della rete 'No ponte'.

16:47 Estratto il corpo di una donna a Giampilieri

E' stato estratto dai vigili del fuoco a Giampilieri Superiore il corpo di una donna vittima del violento nubifragio che ha colpito Messina e alcuni comuni della provincia. Questa mattina le unità cinofile dei vigili del fuoco avevano dato segnali di presenza di probabili corpi in cinque punti diversi sotto al fango nell'abitato di Giampilieri Superiore.

16:36 Baudo: "Qui ci sono antiche responsabilità"

"Qui ci sono antiche responsabilità. Non è un fatto politico. Tutti sanno che Messina e' accostata al mare. Con concessioni e permessi edilizi hanno rovinato tutto". E' quanto ha affermato Pippo Baudo, in occasione della prima puntata di "Domenica In". Ospite di Massimo Giletti che ha dedicato la sua "Arena" alla recente alluvione di Messina, Baudo ha spiegato che "dopo il terremoto, Messina è stata ricostruita su una base forte. Ma con l'allargamento della città ci si è espansi in periferia, dove il terreno è friabile. Malgrado la situazione hanno continuato a concedere permessi edilizi".

16:13 Cucinotta: "Berlusconi ha dimostrato la sua sensibilità"

In merito alla visita del premier nelle zone colpite dal nubifragio, Maria Grazia Cucinotta ha sottolineato "non voglio entrare nella sfera politica ma mi fermo a quella umana. Silvio Berlusconi ha dimostrato la sua sensibilità perchè è un uomo che sa comprendere la condizione di chi è in difficoltà. In passato ha saputo risolvere situazioni difficili, come l'emergenza rifiuti in Campania o quella post terremoto in Abruzzo e per questo motivo sono sicura che non abbandonerà in messinesi. Anche oggi - ha aggiunto l'attrice - ha dimostrato il suo essere presente e vicino alla popolazione".

16:00 Berlusconi: "Sarò lieto di tornare per fare il punto sui lavori"

"Per fare il punto sui lavori, sarò lieto di tornare qui". Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi durante la conferenza in Prefettura a Messina. "Come è avvenuto a L'Aquila - prosegue -, troveremo collocazioni provvisorie come alberghi e bungalow".

15:51 Berlusconi ha appena lasciato Messina

L presidente del consiglio silvio

Berlusconi ha da poco lasciato in elicottero Messina dopo aver fatto un sopralluogo sulle zone colpite dal nubifragio dei giorni scorsi e dopo aver incontrato alcuni degli sfollati. Con un elicottero decollato dalla base della marina militare 'Marisicilia' il premier è diretto adesso a Reggio Calabria, dove l'attende l'aereo con il quale era giunto.

15:37 Lombardo: "Nel Messinese il 60% dei problemi idrogeologici"

Il presidente della regione siciliana, Raffaele Lombardo, ha detto che nella provincia di Messina si concentra il 60% delle problematiche di tutta l'isola per quanto riguarda il dissesto idrogeologico del territorio.

15:19 Berlusconi conclude l'incontro in prefettura

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha appena concluso, nella sede della Prefettura di Messina, l'incontro con i giornalisti durante il quale ha fatto il punto sulla situazione nelle aree colpite dal nubifragio. L'incontro è durato circa 15 minuti e alla fine Berlusconi è mandato via dicendo che "si trattava di fare il punto, le domande le rimanderemo ad un altro incontro".

15:16 Berlusconi: "Un miliardo per le zone a rischio idrogeologico"

"Mi auguro si possa stanziare un miliardo per le zone a rischio idrogeologico così come fatto con le zone a rischio terremoto". Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, nel corso della conferenza stampa nella prefettura di Messina al termine del sopralluogo nelle zone colpite dall'alluvione.

15:14 Lombardo: "Qui nessun aumento di cubatura"

Nell'area del disastro non potranno esserci "aumenti di cubatura". Lo afferma il presidente della regione Sicilia, Raffaele Lombardo, che intende "rinaturalizzare" la zona.

15:10 Berlusconi: "Lombardo commissario per il disastro"

"Raffaele Lombardo sarà nominato dal governo commissario per il disastro di Messina". Lo ha detto in conferenza a Messina il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

15:09 Berlusconi: "Nel prossimo Cdm i fondi per Messina"

"Il governo nel prossimo Cdm farà uno stanziamento di fondi, che si aggiungerà a quello della Regione". Lo ha detto Silvio Berlusconi nel corso della conferenza stampa a Messina, ricordando che la Regione Sicilia ha già stanziato 20 milioni di euro per far fronte all'emergenza. Il premier ha anche indicato nel governatore della Regione Raffaele Lombardo il commissario straordinario che si occuperà di gestire il post-emergenza.

15:07 Berlusconi: "Temiamo che ci siano 40 dispersi"

Al momento sono 22 le vittime ufficiali dell'alluvione di Messina. Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi, sottolineando che 13 sono state identificate e nove ancora no. "E temiamo - ha aggiunto - che ci siano circa 40 dispersi".

15:01 Berlusconi: "Avevamo previsto il disastro"

"Avevamo previsto il disastro e dato l'avviso. Poi le precipitazioni sono state ancora più intense delle previsioni. E' stato un evento eccezionale". Lo afferma il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, sul disastro di Messina.

14:50 Deputato Pd di Giampilieri: "Tutto previsto, è agli atti"

La tragedia dovuta all'alluvione a Messina era già altamente prevedibile e il 31 ottobre 2007, pochi giorni dopo un'altra grave alluvione, Filippo Panarello, deputato regionale del Pd, presentò un' interpellanza all'Ars in cui denunciava il grave dissesto idrogeologico, in particolare a Giampilieri (frazione di cui è originario) chiedendo interventi urgenti per la messa in sicurezza dell'abitato.

14:50 Proteste a Messina della Rete No Ponte

Continuano davanti alla prefettura di Messina le contestazioni dei residenti e degli attivisti della Rete No Ponte. "Non più vittime, vogliamo sicurezza, no opere faraoniche", si legge su uno dei numerosi cartelli dei manifestanti. Gli ambientalisti indossano magliette con su scritto "No ponte". Tra i due gruppi ci sono stati momenti di lieve tensione, perchè alcuni dei residenti che protestavano per la sicurezza delle abitazioni non volevano "essere confusi" con la Rete No Ponte.

14:49 Berlusconi: "Faremo case con giardini, piante, fiori"

"Troveremo dei terreni nel messinese e lì costruiremo dei quartieri con case di solo 3 piani, vivibili, con giardini, piante, fiori. Dentro ogni casa, arredata, ci sarà tutto quello che serve per vivere, come all'Aquila". Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi in prefettura a Messina, città colpita dall'alluvione nei giorni scorsi dove si è recato per una visita agli sfollati. "Entrando- ha aggiunto - si potrà stare una settimana senza neanche fare la spesa. Il miracolo che possiamo fare è fare tutto questo in pochissimo tempo".

14:18 Berlusconi presiede il vertice il prefettura

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sta presiedendo un vertice all'Unità di crisi della Protezione civile allestita alla prefettura di Messina. Alla riunione partecipano, tra gli altri, Guido Bertolaso, i ministri Altero Matteoli e Stefania Prestigiacomo, il prefetto di Messina e il presidente della Regione Raffaele Lombardo.

14:11 Berlusconi entra da un ingresso secondario

Il premier Silvio Berlusconi è arrivato alla prefettura di Messina, sul lungomare del capoluogo siciliano, ma è entrato da una entrata secondaria, attraverso la questura che è adiacente al palazzo del governo. Davanti alla prefettura ci sono diverse persone facenti parte del movimento 'no ponte'.

13:58 Berlusconi: "Ho visto abusivismo in tutta Italia"

"Ho visto abusivismo in tutta Italia. Però io non vi lascerò soli e come sono tornato in Abruzzo tornerò anche da voi" ha detto Berlusconi rispondendo a una persona tra gli sfollati che gli indicava alcune costruzioni abusive sulle colline sovrastanti

13:56 Berlusconi ad albergatore: "C'è il riscaldamento?"

"Ma qui è possibile stare d'inverno? C'è il riscaldamento per far stare comoda questa gente?" ha chiesto Berlusconi al proprietario del villaggio turistico Le dune, struttura normalmente chiusa nel periodo invernale, che ospita circa 190 persone. Il titolare Diego Vermiglio ha risposto al premier: "Sì, c'è l'aria calda nelle camere, coperte, staranno bene"

13:47 Lettera sindaco L'Aquila a Messina

Aquilani e messinesi "fratelli nel dolore", i primi pronti a mettersi a disposizione dei secondi nonostante siano ancora alle prese con le conseguenze del terremoto di aprile: è il senso della lettera aperta che il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, ha inviato al sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca, per manifestare solidarietà alle popolazioni colpite dalle disastrose frane dei giorni scorsi e condividere "la rabbia di chi chiede giustizia"

13:34 Berlusconi: "Faremo nuove case come all'Aquila"

"La ricostruzione costa troppo e non è sicura. Quindi faremo come all'Aquila: nuove abitazioni in altre zone ma sempre all'interno del tessuto urbano" ha detto il premier Silvio Berlusconi parlando con gli sfollati messinesi. "I soldi non sono un problema, il governo metterà le risorse necessarie. Gli enti locali dovranno occuparsi di individuare le nuove aree edificabili" ha aggiunto

13:31 Berlusconi: "Bloccheremo tasse e mutui"

"Bloccheremo le tasse e i mutui ai cittadini delle zone colpite dall'alluvione" ha detto il premier agli sfollati nel villaggio turistico messinese Le Dune

13:29 Berlusconi: "Vi daremo case come in Abruzzo"

"Qui ci sono due negatività, i tempi e la sicurezza. Faremo come all'Aquila, costruiremo dove c'è sicurezza. Vi saremo vicini con tutti i mezzi. Abbiamo la grande esperienza dell'Abruzzo, e nel tempo necessario vi daremo le case" ha detto Berlusconi incontrando una famiglia di sfollati al residence Le Dune

13:27 Berlusconi saluta i bambini

Il premier Berlusconi si è fermato a salutare, carezzandone alcuni, un gruppo di bambini, anche loro sfollati, nel villaggio turistico Le Dune dove sono ospitate 197 persone scampate all'alluvione di giovedì a Messina. Poi ha continuato a parlare con alcune persone rincuorandole e ricevendo l'ennesimo applauso

13:21 Sfollati applaudono Berlusconi

Gli sfollati ospitati nel villaggio Le Dune, mentre ascoltavano le parole del presidente del Consiglio hanno applaudito per due volte. Il premier si sta intrattenendo con le persone e sta ascoltando attentamente i loro racconti, con i momenti terribili vissuti durante la tragedia di giovedì notte

13:16 Sfollati a Berlusconi: non ci abbandonate

Berlusconi è andato nel vicino villaggio turistico Le Dune, dove si è fermato a parlare con le persone che hanno elogiato il lavoro della protezione civile, delle forze dell'ordine e dei vigili del fuoco e che hanno però chiesto di "non essere abbandonati" dicendo di volere tornare presto nelle proprie abitazioni

13:15 Berlusconi atteso in prefettura, forse entrata secondaria

Dopo aver incontrato gli sfollati Berlusconi andrà in prefettura per tenere la conferenza stampa insieme a Bertolaso. Non è escluso che il premier sia costretto ad accedere dall'entrata secondaria per via delle contestazioni di gruppi di residente e del Movimento No Ponte che continuano a contestare le autorità che arrivano dall'ingrsso principale di via Garibaldi

13:12 Berlusconi parla con sfollati

Berlusconi ha lasciato l'hotel Capo Peloro di Messina e si sta dirigendo verso il residence Le Dune che, appositamente riaperto per l'emergenza dopo la chiusura stagionale, accoglie 196 sfollati e ha ancora posti per accoglierne altri. Il premier ha parlato con la gente che gli si è avvicinata e lo ha accolto serenamente, ma non ha rilasciato dichiarazioni ai giornalisti

13:11 Berlusconi: "Ho visto cose impressionanti"

"Quello che ho visto dall'elicottero è davvero impressionante. Meno male che siete scampati. Sono felice di vedervi qui. Per poco non veniva giù l'intera montagna. Coraggio state tranquilli". Sono le parole che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha rivolto nell'hotel Capo Peloro, a Messina, ad alcuni degli sfollati delle zone alluvionate. Nell' albergo vi sono 137 persone che abitano in diverse frazioni messinesi. Berlusconi era accompagnato dai ministri Altero Matteoli e Stefania Prestigiacomo e da amministratori locali

13:10 Funerali delle vittime saranno gratuiti

Il dipartimento servizi cimiteriali del comune di Messina, "grazie alla collaborazione assolutamente gratuita, offerta dalle imprese funebri", coordinerà tutte le procedure per le salme delle vittime dell'alluvione che ha colpito la zona sud della città

13:00 Contestato anche ministro Matteoli

"Omicidio doloso. Aspettavano i morti per discutere del ponte". E' uno dei cartelli, che unito alle urla a suono di "Assassini", ha accolto all'arrivo in prefettura a Messina il ministro dei Trasporti e Infrastrutture Altero Matteoli. I cori di protesta continuano alimentati da una cinquantina tra residenti e militanti di gruppi che si oppongono al ponte sullo Stretto. Sui cartelli la scritta "Mai più vittime per la sicurezza", mentre continuano a sfilare in prefettura le auto blu di autorità 'minori' tra grida e cori

12:53 Premier tra gli sfollati

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è appena arrivato all'Hotel Capo Peloro, uno dei quattro alberghi che accolgono gli sfollati dell'alluvione di Messina. Il premier è accompagnato dal ministro all'Ambiente Stefania Prestigiacomo, oltre che dal capo della protezione civile Guido Bertolaso

12:51 Corpo estratto dal fango a Molino

Un corpo è stato estratto dal fango a Molino e altri 5 sono stati individuati a Giampilieri dove altre due vittime erano state recuperate nella notte. Lo rende noto un comunicato dei Vigili del Fuoco, secondo i quali sono ora in corso le operazioni di recupero delle cinque salme localizzate a Giampilieri

12:49 Brunetta: assicurazione obbligatoria contro calamità

"Basta con l'indignazione per la frana di Messina a tre giorni dai fatti. Tutti, laici e cattolici debbono fare l'esame di coscienza sul nostro egoismo e sulla nostra miopia a partire dalla politica, dalle istituzioni e dagli individui" ha detto Renato Brunetta intervenendo al convegno dei democristiani confluiti nel Pdl. Premesso che quanto accaduto in Sicilia è frutto "della cattiva coscienza collettiva", il ministro della Funzione Pubblica ha chiesto che il governo introduca anche nel nostro paese una forma di assicurazione obbligatoria contro le calamità naturali

12:45 Terminato sopralluogo aereo Berlusconi

L'elicottero ha sorvolando il crinale della collina da dove si è staccato il costone. Bertolaso ha indicato al presidente del Consiglio la scia lasciata dalla colata di fango che si è abbattuta su Giampilieri superiore trascinando case e detriti verso il mare. Quindi l'elicottero è atterrato. Il capo della Protezione civile illustra a Berlusconi gli effetti catastrofici del disboscamento e indica altre situazioni a rischio. Il sopralluogo è durato in tutto una trentina di minuti. La prossima tappa dovrebbero essere il Residence Le Dune, dove sono alloggiato alcuni degli sfollati e l'albergo Capo Peloro, quindi la conferenza stampa in Prefettura

12:38 Diocesi organizza raccolta fondi domenica 11

L'arcivescovo di Messina, monsignor Calogero La Piana ha indicato "a tutte le parrocchie e ai fedeli laici domenica 11 ottobre come giornata per realizzare una raccolta straordinaria a favore delle famiglie colpite, da far pervenire alla Caritas Diocesana o in Arcivescovado"

12:35 Parenti reclamano corpi congiunti

Momenti di tensioni questa mattina all'obitorio del policlinico di Messina dove sono conservati i corpi di 13 delle vittime del nubifragio. I parenti reclamano i corpi dei propri familiari perché vogliono fare i funerali. Le salme, però, non possono essere restituite perché a disposizione della procura. Per calmare le persone sono intervenuti i sanitari e le forze dell'ordine. Poi è ripreso a piovere e la contestazione sembra ora essere rientrata

12:29 Governatore Lombardo contestato all'arrivo in prefettura

Il presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo è stato contestato al suo arrivo alla prefettura di Messina dove giungeranno anche Silvio Berlusconi e Guido Bertolaso. Un gruppo di residenti ha urlato al governatore "Ci vogliono i morti per agire e fare qualcosa"; mentre esponenti della Rete No Ponte, con striscioni e bandiere, hanno gridato che "il ponte serve solo a distruggere le case e la terra di Sicilia"

12:27 Berlusconi in volo su zone colpite

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è in volo sulle zone del messinese che sono state colpite dall'alluvione di giovedì scorso. Sull'elicottero anche il capo della Protezione civile Guido Bertolaso che sta illustrando al premier le diverse tipologie delle frane che hanno investito i villaggi a sud di Messina e gli interventi messi in atto dai soccorritori per estrarre i corpi dal fango, per portare via gli sfollati e mettere in sicurezza il territorio

12:12 Papa prega per vittime inondazioni

Il Papa prega per le persone colpite dalle inondazioni a Messina, in occasione dell'angelus in piazza san Pietro. A conclusione della preghiera mariana, Benedetto XVI ha accomunato nella preghiera la popolazione siciliana con quella dei paesi asiatici colpita da tifoni, tsunami e terremoti

12:02 Localizzati altri 5 corpi a Giampilieri

Sono proseguite incessantemente per tutta la notte le operazioni di soccorso dei vigili del fuoco nel messinese. Nonostante le condizioni meteorologiche avverse, che accrescono il pericolo di ulteriori smottamenti incombente sulle squadre dei vigili del fuoco, nella notte a Giampilieri sono stati recuperati 2 corpi e si sta scavando per il recupero di altre 5 vittime la cui posizione è già stata localizzata

11:59 Frana caduta su strada Molino-Altolia

E' caduta sulla strada che collega Molino ad Altolia la frana che questa notte ha di nuovo ostruito la strada fra le due frazioni di Messina rimaste isolate per oltre 48 ore dopo il nubifragio di giovedì scorso. E' invece libera la strada che da Giampilieri porta a Molino. Attualmente dunque solo Altolia è nuovamente isolata, dopo che ieri i mezzi di soccorso erano riusciti ad aprire un varco sulla strada

11:41 Berlusconi giunto a Reggio Calabria

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è appena atterrato all'aeroporto di Reggio Calabria da dove, a bordo di un elicottero farà un sopralluogo nelle aree del messinese devastate dall'alluvione. Al termine del sopralluogo, secondo quanto si apprende, il premier visiterà un paio di hotel di Messina dove sono stati sistemati gli sfollati e poi parteciperà a un briefing in Prefettura con il capo della Protezione civile Guido Bertolaso e il prefetto Francesco Alecci

11:36 Iniziativa legale movimento antimafia

Il movimento antimafia "Ammazzateci tutti" fondato in Calabria e oggi attivo anche in Sicilia e altre regioni italiane, si costituirà parte civile "qualora le indagini della procura di Messina riusciranno a portare a giudizio i responsabili delle inadempienze che se evitate avrebbero certamente potuto scongiurare una tragedia come quella che ha investito il territorio del messinese". Lo comunica il coordinamento nazionale del movimento. "E' vero - si legge nella nota - un po' in tutto il Paese si registra un allarme abusivismo cronico. Ma gli abitanti delle zone devastate dal fango, i parenti delle vittime, hanno il sacrosanto diritto a conoscere ogni verità"

11:33 Raccolta fondi a Palermo

Una raccolta di fondi in favore delle popolazioni del messinese colpite dall'alluvione vede coinvolti i circa 200 produttori siciliani che prendono parte a "Domenica d'eccellenza", rassegna dedicata ai prodotti agroalomentari di qualità che si è aperta a Palermo

11:24 Messina, Comune apre conto "pro-alluvionati"

Per la raccolta di risorse finanziarie destinate alla gente colpita dall'alluvione a Messina è stato istituito, dal Comune, il conto corrente postale : IBAN IT 91Y0102016598000300034781, C.C.P. N. 14063986 - intestato al Comune di Messina - Servizio Tesoreria - specificando la casuale: "pro-alluvionati"

11:21 Messina, anche domani scuole chiuse

Anche domani scuole chiuse in tutto il territorio comunale di Messina come disposto da ordinanza del sindaco Buzzanca. Le scuole di ogni ordine e grado di tutto il territorio comunale sospenderanno l'attività nella giornata di lunedì 5, in attesa della riattivazione dei collegamenti viari e ferroviari

11:19 Sindaco Messina: somma per beni prima necessità

Con provvedimento firmato dal sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca, è stato disposto il ricorso alla somma urgenza per la provvista di beni per l'assistenza agli abitanti di Giampilieri e di Briga superiore, già evacuati. Il Comune spiega che non occorre più portare indumenti al centro raccolta Protezione civile. Servono solo prodotti per l'igiene personale che possono essere consegnati anche direttamente negli alberghi ove sono ospitati gli sfollati. Resta sempre valida la richiesta di prodotti per i bambini, pannolini, latte in polvere e omogeneizzati, da consegnare solo al centro raccolta in via Acireale

10:51 Gara solidarietà per sfollati

Davanti all'albergo Capo Peloro, a Messina, dove alloggiano 137 sfollati delle frazioni di Giampilieri, Molino, Altolia, stamattina sono arrivati numerosi cittadini che hanno portato sacchi con viveri, vestiti e giocattoli per i bambini. Sui pavimenti di tre stanze dell'albergo sono stati ammassati i sacchetti che verranno distribuiti ai senzacasa. Davanti all'albergo si è radunata una folla di curiosi e gli sfollati raccontano le loro storie alle persone appena incontrate. Anche nel vicino albergo, Le Dune, dove sono stati ricoverati altri sfollati, ci sono centinaia di persone che chiedono ai senzatetto se hanno bisogno di qualcosa

10:48 Altra frana blocca varco per Molino

A fatica gli uomini dei soccorsi avevano aperto ieri un varco per raggiungere da Giampilieri la frazione di Molino, ma la pioggia di stanotte ha provocato un'altra frana e ha bloccato il varco. I soccorritori stanno lavorando per riaprire la strada. Ieri gli abitanti di Molino e anche quelli di Altolia, il paesino che sta più in alto, erano stati evacuati in elicottero e portati a Messina in quattro alberghi

10:47 Azione di Cittadinanzattiva

In un'altra azione distinta Cittadinanzattiva di Messina ha annunciato in una nota di volersi costituire parte civile non appena la Procura di Messina avrà individuato i responsabili del disastro. "Abbiamo avvertito - scrive Cittadinanzattiva - la rabbia di molti messinesi, alimentata anche da alcune dichiarazioni di esponenti del governo che non sono riusciti a resistere alla tentazione di fare passerella"

10:45 Associazione consumatori fa causa contro amministratori

L'associazione nazionale consumatori associati presenterà una causa collettiva contro amministratori locali e Anas per quanto accaduto sulla statale 114 e sull'autostrada a18 Messina-Catania, in occasione del nubifragio di tre giorni fa. "Tutti i cittadini che vorranno - si legge in una nota - potranno aderire alla nostra causa civile collettiva contro chi ormai da anni ha responsabilità gravi sul dissesto idrogeologico del nostro territorio e sulla cattiva manutenzione di strade e autostrade. Si tratta di una tragedia ampiamente annunciata e per evitare la quale non si è fatto nulla"

10:43 Difficoltà per collegamenti Messina-Catania

Continuano a essere difficili i collegamenti tra Messina e Catania. Ieri sera è stato ripristinato il traffico sulla A18, consentendo la circolazione a una carreggiata in entrambi i sensi di marcia da Tremestieri, alla periferia di Messina, fino al chilometro 3. Questa mattina sull'autostrada si registrano tuttavia alcune code, anche a causa di un grave incidente stradale nei pressi di Giarre. Resta invece ancora chiusa al traffico la statale 114, ostruita in diversi punti dal fango e dai detriti. Il transito viene consentito solo ai mezzi di soccorso e ai residenti. Ancora interrotti anche i collegamenti ferroviari: garantito il servizio sostitutivo con pullman da Catania a Messina. La Protezione civile invita la popolazione a evitare di mettersi in viaggio, se non per motivi strettamente necessari

10:41 Si scava ancora

Continua inarrestabile la ricerca dei dispersi sotto le macerie delle frazioni alluvionate del messinese e di Scaletta Zanclea. L'ultimo corpo è stato individuato ieri sera ed estratto dal fango alcune ore dopo: è quello di un ragazzo, probabilmente uno dei due fratelli di 21 e 23 anni rimasti sepolti sotto le macerie della loro casa di via Puntali, nel centro della frazione alluvionata. La madre dei due fratelli, vedova da tempo, è sopravvissuta al disastro e ha seguito le operazioni, complicate dalla pioggia

09:33 Castelli: "No a grandi opere? Napolitano miope"

Roberto Castelli critica la posizione del Capo dello Stato sulle grandi opere dopo la tragedia a Messina. Quella di Giorgio Napolitano "è una posizione figlia di una cultura tipicamente di sinistra, che a me però pare miope. Rinunciare alle grandi opere significa affossare il Paese - dice il viceministro intervistato da Libero. "La mia priorità va al traforo del Brennero e al Corridoio 24. Da lì passa l'economia del Paese". Ma poi "c'è l'alta velocità che è già in fase avanzata" e il Mose che "è in costruzione e deve essere finito". Quanto al ponte sullo Stretto, per Castelli non è indispensabile, ma "io - aggiunge - sono federalista: se i politici del sud vogliono spendere i soldi che gli spettano per il ponte sullo Stretto, facciano pure"

09:04 Attesa per oggi la visita di Berlusconi

Il premier Silvio Berlusconi è atteso per oggi nell'area alluvionata del messinese. Secondo alcune informazioni il capo del governo potrebbe limitarsi a sorvolare la zona in elicottero. Poi dovrebbe inccontrare gli sfollati a Messina e parlare con i giornalisti

09:02 Oltre cinquecento gli sfollati

Le persone ancora ricoverate in ospedale sono 29 (15 al Policlinico, 5 all'ospedale Piemonte, 7 al Papardo e una trasferita al centro ustionati del Cannizzaro di Catania). Gli sfollati sono 564, e si trovano alloggiati in diverse strutture alberghiere della Provincia

09:01 Trovato un altro cadavere: le vittime sono 22

Ventidue morti e circa 35 dispersi: è questo il bilancio provvisorio dell'alluvione che ha colpito tre giorni fa il Messinese, diffuso alle otto di stamani dall'unità di crisi istituita nella Prefettura. L'ultimo cadavere è stato estratto dal fango in nottata.

 

 

 

 

Inchiesta per disastro colposo. Gli amministratori locali si difendono

"Siamo stati abbandonati dopo l'alluvione del 2007"

"Quelle case non erano agibili

spariti i soldi della ricostruzione"

dal nostro inviato ALESSANDRA ZINITI

"Quelle case non erano agibili spariti i soldi della ricostruzione"

MESSINA - Minate alle fondamenta, dichiarate inagibili, mai messe in sicurezza. Molte delle case che l'altra notte sono state spazzate via a Giampilieri e Scaletta Zanclea non avrebbero dovuto essere abitate. Come quella di Giovanni Falconeri che ora si aggirano tra le macerie alla ricerca di qualche indumento. "Sì, è vero - racconta - casa nostra era stata dichiarata inagibile dopo l'alluvione di due anni fa, ma non avevamo dove andare e nessuno è venuto a fare dei controlli o a mandarci via".

Chi doveva controllare, chi doveva garantire la messa in sicurezza di questa collina sbriciolatasi in un'ora di tempesta? È quello che dovrà accertare l'inchiesta per disastro colposo aperta dal procuratore Guido Lo Forte che ieri ha affidato l'incarico per le autopsie e ha nominato un geologo, un meteorologo e un ingegnere civile per studiare le mappe del rischio idrogeologico e degli interventi richiesti, progettati e di quelli effettivamente eseguiti. Ai carabinieri l'incarico di sequestrare le carte degli strumenti urbanistici degli ultimi sei anni. L'iscrizione nel registro degli indagati di amministratori locali e regionali è solo questione di ore.

Ma sindaci e assessori non ci stanno a vedersi addossare tutte le responsabilità del disastro. Ci sono alcune carte che parlano chiaro: innanzitutto le dichiarazioni degli stati di calamità naturali dopo le frane del '94, del '96 e per ultimo del 2007. Dopo l'ultima alluvione, interventi per 11 milioni erano stati previsti dal piano strutturale elaborato dalla protezione civile regionale ma di quei soldi al Comune di Messina, per Giampilieri, sono arrivati prima 45 mila euro serviti per consolidare un terrazzamento a monte dell'unica strada che giovedì notte ha resistito al nubifragio e poi altri 900 mila euro per lavori che avrebbero dovuto essere consegnati proprio domani.

"Altri soldi qui non ne sono mai arrivati - dice l'assessore ai lavori pubblici Gianfranco Scoglio - e l'abusivismo non c'entra proprio nulla. A Giampilieri non c'è una sola casa abusiva. Quelle che sono state spazzate via sono tutte case del '700. Il fatto è che in quella montagna il territorio è stato devastato dagli incendi e non si è fatto nessuna opera di rimboschimento. E anche quella spettava alla Regione". Stessa musica a Scaletta Zanclea dove, dopo l'alluvione del 2007, al sindaco Mario Briguglio sono arrivati solo 500 mila euro. A stento sono bastati per ripulire il paese dal fango. "Avevo chiesto 20 milioni di euro - dice - non è arrivato nulla e i progetti per il risanamento si sono persi".

I 20 milioni forse arriveranno ora. È questa la cifra stanziata ieri dalla giunta siciliana. Il presidente della Regione Raffaele Lombardo annuncia anche l'avvio di un'indagine amministrativa: "Voglio capire perché le risorse hanno imboccato altre strade". Come quella indicata dal deputato regionale del Pd, Filippo Panarello, che punta l'indice contro il ministero dell'Ambiente: "Un anno fa gli enti locali chiesero di finanziare interventi urgenti per un milione di euro per Giampilieri. Non ci hanno dato ascolto e finanziarono interventi per le isole Eolie".

© Riproduzione riservata (4 ottobre 2009)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2009-10-02

E' una tragedia: devastata Giampilieri, già alluvionata nel 2007. Crolla palazzo a Scaletta

Senza casa in 400, zone ancora isolate, strade e ferrovie bloccate. Inchiesta della Procura

Messina, un inferno di fango

Almeno 18 morti, oltre 30 dispersi

Prestigiacomo, Ambiente: "Tragedia che poteva essere evitata". Dichiarato lo stato d'emergenza

Messina, un inferno di fango Almeno 18 morti, oltre 30 dispersi

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* LE IMMAGINI: il crollo a Scaletta

MESSINA - La pioggia porta morte e distruzione a Messina. Un fiume di fango e detriti ieri sera ha travolto paesi, abbattuto case, sradicato tratti di ferrovia. Un costone di roccia si è portato via una ventina di abitazioni a Giampilieri, 10 chilometri dal capoluogo. Il bilancio delle vittime parla di 18 morti e di 35 dispersi, anche se si tratta di numeri destinati purtroppo ad aumentare.

La Procura apre un'inchiesta. Molte frazioni sono ancora isolate. I soccorritori usano mezzi di fortuna, le ruspe faticano a raggiungere i centri più danneggiati. "Si scava anche a mani nude", ammette Guido Bertolaso, capo della Protezione civile. E avverte: "C'è il rischio di nuovi smottamenti". Il Consiglio dei ministri ha decretato lo stato di emergenza mentre la procura della Repubblica di Messina ha aperto un'inchiesta nei confronti di ignoti. L'ipotesi di reato è disastro colposo.

Senza casa in 400. Colpiti soprattutto la frazione di Giampilieri, già alluvionata nel 2007; il comune di Scaletta, dove è crollato un palazzo, e la frazione di Briga Marina. A Gampilieri, su una popolazione di mille abitanti, 400 sono rimasti senza casa. I feriti, più di 70, vengono portati via con gli elicotteri e una nave delle Capitanerie di porto. Molti si sono salvati rifugiandosi sui tetti delle case. Solo in serata, dopo ore di lavoro, le ruspe sono riuscite ad aprire un varco e a liberare il sottopassaggio della stazione che i mezzi dell'esercito e della Protezione civile hanno così utilizzato per evacuare il paese.

Prestigiacomo: "Tragedia poteva essere evitata" Duro l'atto di accusa del ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo: "Questa tragedia poteva essere evitata. I finanziamenti del governo non sono stati bene impiegati. C'è stato uno scarso coordinamento con il piano regionale. Si tratta adesso di porre fine a questo malgoverno". Dopo un sopralluogo nelle zone colpite dalla frana, Prestigiacomo ha annunciato che rivedrà i fondi per la Sicilia. "Avevamo calcolato di distribuire quest'anno 16 milioni di euro alla Sicilia. Alla luce di questa emergenza, si dovrà rivalutare la situazione".

Le vittime. Al momento il bilancio delle vittime è fermo a 18 morti, quasi tutti identificati. I soccorirtori li hanno trovati intrappolati nelle loro auto o sotto le macerie delle loro case. Un paio addirittura in mare, trascinati al largo dalla furia dell'acqua. Le vittime sono un pensionato di 70 anni, Francesco De Luca, annegato nello scantinato della sua casa a Giampilieri; Pasquale Bruno, 40 anni, travolto e soffocato dal fango nella piazza di Giampilieri; l'agente della Polfer Roberto Carullo, trovato all'interno della sua auto travolta da un torrente in piena nei pressi di Scaletta Zanclea; un pensionato di ottant'anni, Martino Scibilia, di Scaletta, e un suo vicino di casa, Salvatore Scionti, di 64 anni. Il corpo senza vita di Angela Pellegrino è stato recuperato a Briga Superiore. Ketty De Francesco, 30 anni, è stata trascinata in mare dal fango a Scaletta. Morti anche il ventottenne Simone Meri e il sessantenne Letterio Maugeri; Onofrio Sturiale, 26 anni, travolto da una frana tra Giampilieri e Scaletta Zanclea; Concetta Cannistraci, 75 anni, la sua badante Concita Barbera, e la quarantaduenne Santina Porcino. Restano ancora senza volto due uomini trovati sulla spiaggia e altri due recuperati in mare.

Il sindaco: "Servono medici e volontari". Nonostante i 500 soccorritori che, senza sosta, stanno lavorando nella zona colpita dalla frana, il sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca lancia un appello: "Abbiamo bisogno di volontari, soprattutto medici, che possano darci una mano".

"Trovate mia moglie e mia figlia". Giuseppe De Lucaieri sera era uscito insieme a suo figlio di 7 anni. Quando è scesa la frana a Giampilieri Superiore, con il suo piccolo è riuscito miracolosamente a mettersi in salvo trovando rifugio in un magazzino. Ma la moglie e la loro bambina di 4 anni erano nella casa spazzata via dalla frana. "Chissà che fine ha fatto quella povera donna e la sua bambina", racconta tra le lacrime una vicina. "Dove saranno andate a finire". Giuseppe vaga per il paese, mentre scende una nuova notte di incubo. Cerca la moglie e la figlia, ma la speranza di trovarli in vita si spegne ogni ora che passa.

Maltempo a Palermo. Ieri sera un violento nubifragio si è abbattuto anche su Palermo, e quest'oggi la pioggia ha ricominciato a cadere. Al momento la situazione è sotto controllo, anche se si sono registrati numerosi disagi. Un'ambulanza con a bordo un trentunenne, vittima di un incidente stradale, è rimasta bloccata in un metro d'acqua e fango.

Tromba d'aria alle Eolie. Allarme maltempo anche alle isole Eolie. Una tromba d'aria ieri sera si è abbattuta nel centro di Lipari, seguita da una pioggia violenta che ha allagato alcune zone dell'isola. Nessun ferito, solo paura e danni ad alcuni negozi.

(2 ottobre 2009)

 

 

Il primo cittadino di Messina si difende: "Non ho abbastanza soldi per intervenire"

Ma da tempo si chiede che venga fermata la variante al piano regolatore

Napolitano: "Più sicurezza, no opere faraoniche"

Un coro di proteste per il dissesto geologico

Napolitano: "Più sicurezza, no opere faraoniche" Un coro di proteste per il dissesto geologico

MESSINA - "O c'è un piano serio che, piuttosto che in opere faraoniche, investa sulla sicurezza in questo Paese, o si potranno avere altre sciagure". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a proposito delle vittime del maltempo nel Messinese, con un implicito riferimento al progetto per la costruzione del ponte sulle Stretto. "Ho appena letto le dichiarazioni di Bertolaso: ha detto cose sacrosante. C'è una situazione di diffuso dissesto idrogeologico, in parte causato dall'abusivismo a Messina e in molte altre parti d'Italia"

IL SINDACO - "Questo è un momento molto

triste - dice il sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca - questa vicenda viene da lontano: due anni fa c'era già stato un fenomeno molto contenuto, ma la mancanza di fondi non ha consentito di intervenire".

IL PAI SICILIANO- La frazione di Giampilieri, affondata nella notte nel fango per il violento nubifragio, non era considerata a rischio idrogeologico, perchè il comune di Messina non l'aveva segnalata alla Regione. Per questo, negli ultimi decenni, non sono state eseguite le opere di messa in sicurezza per prevenire tragedie come quella di oggi. È Quanto risulta dal piano per l'assetto idrogeologico (pai) della sicilia: la Regione dopo le frane del 2007 e 2008 ha effettuato una revisione del piano sulla base delle segnalazioni degli enti locali e, questa volta, è stata inserita anche Giampilieri.

LA REGIONE - Per mettere in sicurezza le zone a

rischio di dissesto idrogeologico l'assessorato regionale siciliano al Territorio ha completato la mappatura della Sicilia, sia nelle zone interne, che costiere. Fin dal 1998 sulla provincia di Messina, colpita dalle ultime alluvioni, sono stati spesi per sistemazioni idrauliche e dissesto idrogeologico oltre 200 milioni di euro, con fondi statali ed europei gestiti dalla Regione. Di questi fondi al Comune di Messina sono andati 15 milioni di euro. Il Ministero dell'Ambiente ha destinato altri 9 milioni di euro a Messina e 2 milioni e 700 mila euro a Scaletta.

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COLDIRETTI - L'84 per cento Comuni della provincia

di Messina è considerato "a rischio per frane e alluvioni anche per effetto della progressiva cementificazione del territorio che ha sottratto terreni fertili all'agricoltura". E' quanto afferma la Coldiretti, in riferimento alle strage provocata dal maltempo.

In Sicilia i Comuni a rischio idrogeologico sono il 70 per cento. La situazione di Messina con ben 91 comuni a rischio è più grave rispetto alla media nazionale in Italia dove ci sono 5.581 comuni, il 70 per cento del totale, a rischio idrogeologico dei quali 1.700 sono a rischio frana e 1.285 a rischio di alluvione, mentre 2.596 sono a rischio per entrambe le calamità.

"Una situazione a cui non è certamente estraneo il fatto che - continua la Coldiretti - dal 1982 al 2005 sono scomparsi quasi 6 milioni di ettari di suolo agricolo".

WWF - Nel frattempo si moltiplicano le proteste delle organizzazioni ambientaliste. "L'amministrazione comunale fermi finalmente la variante del Prg e prenda atto che il territorio non puo' continuare ad essere massacrato", chiede il Wwf.

RETE NO-PONTE - L'organizzazione che si batte contro l'ipotesi della costruzione del ponte sullo Stretto, il 26 settembre scorso aveva messo online un documento che segnalava il pericolo di crolli e smottamenti nel Messinese. "Ruspe, lottizzazioni impressionanti su pendii fragili, copertura di impluvi naturali, sbancamenti enormi, sono continuati imperterriti, accelerando la fragilità intrinseca dei Peloritani, monti geologicamente giovani e pertanto soggetti più di altri a fenomeni franosi, che la mano dell%u2019uomo ha aggravato e reso pressocchè costanti. Messina ha scelto, come economia unica e sola, il cemento e le opere faraoniche".

RADICALI - Occorre un piano di messa a norma di

tutto il territorio e patrimonio edilizio nazionale. E' quanto affermano, in una nota congiunta, la vice presidente del Senato, Emma Bonino, e la deputata radicale in Commissione Ambiente, Elisabetta Zamparutti.

CODACONS - "Un nubifragio, per quanto di

dimensioni eccezionali, non giustifica il disatro totale nel quale è stata riversata la Sicilia". Lo dice il segretario nazionale del Codacons, Francesco Tanasi, che aggiunge: "Danni di questa entità non sono plausibili in una nazione che fa parte in teoria delle potenze mondiali. Morti, feriti, frane, strade isolate, impercorribili, soccorsi bloccati da buche enormi sull'asfalto. Sembra un bollettino di guerra".

PD - "Siamo vicini ai parenti delle vittime ed a tutta la popolazione coinvolta nella tragedia del disastro idrogeologico che ha colpito la zona Sud di Messina". Lo ha detto il segretario regionale del Partito Democratico Francantonio Genovese. "Una tragedia annunciata, probabilmente - aggiunge -, ma non e' questo il momento delle polemiche".

(2 ottobre 2009)

 

 

 

 

Un volontario della Protezione civile: "A Giampilieri è un inferno"

Difficile per i soccorsi raggiungere le zone colpite

Bertolaso: "Situazione critica"

Si scava nel fango a mani nude

Bertolaso: "Situazione critica" Si scava nel fango a mani nude

MESSINA - "La situazione è molto seria, critica e difficile": così sintetizza il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, appena giunto in prefettura a Messina per coordinare i soccorsi dopo il violento nubifragio della scorsa notte che ha colpito la Sicilia nordorientale. Nel pomeriggio ha ricominciato a piovere: "Si rischiano nuovi smottamenti", ha detto Bertolaso.

Bertolaso: "Situazione critica". "La situazione è localizzata ma complicata da affrontare perché ci sono due vallate strette dove gli elicotteri non possono atterrare ed è difficile raggiungere le zone colpite", ha aggiunto Bertolaso, che ha sorvalato in elicottero Giampilieri Superiore, Briga e Scaletta, dove si sono verificate le frane più gravi. E il bilancio delle vittime "è destinato a peggiorare".

Il dramma di Gimpilieri. In particolare a Giampilieri in queste ore si vedono immagini da paesaggio spettrale, con gente disperata alla ricerca dei propri familiari, mentre centinaia di soccorritori scavano nel fango alla ricerca di dispersi. "A Giampilieri è un inferno" racconta un operatore della protezione civile. "Sembra Sarno. E' franato un costone di una collina sopra le case. Stiamo scavando sotto un mare di fango per cercare di estrarre altri corpi".

I soccorsi. "La situazione è drammatica in tutto il messinese. Si scava anche con le mani senza pausa e senza fermarsi mai tra i detriti e il fango per cercare i dispersi con l'aiuto dei cani" dice il capo del Protezione civile regionale Salvatore Cocina. Sono parecchie centinaia gli uomini in campo tra protezione civile, forze dell'ordine, 118, vigili del fuoco e volontari, mentre sono mobilitate squadre da Pisa specializzate nella ricerca dei dispersi: "C'è la massima mobilitazione e il massimo sforzo da tutta la regione e non solo", conclude Cocina.

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L'appello del sindaco. "Stiamo vivendo una situazione critica, la macchina dei soccorsi è in azione anche se è difficile raggiungere le aree colpite dal disastro. Molte zone sono isolate e le squadre possono raggiungerle solo a piedi" dice il sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca, prima di riunirsi presso l'Unità di crisi dove è giunto Bertolaso. Buzzanca ha lanciato un appello "a medici, infermieri e volontari vicini alle zone del disastro per soccorrere le persone che hanno bisogno e che noi non possiamo ancora raggiungere".

(2 ottobre 2009)

 

 

 

La città degli undici torrenti

e delle mille baracche

La città degli undici torrenti e delle mille baracche

C'è da ridere. O forse da piangere. Solo tre giorni fa il comune di Messina ha reso noto alcune sue priorità. Per esempio, poltiche sociali e della famiglia: 588mila euro per una crociera (8 giorni 7 notti) nel Mediterraneo per seicento persone tra disabili, anziani e minori. Tutto si può fare. Anche in una città, per restare al tema, dove ci sono due asili nido a fronte dei diciotto programmati, dove la povertà e il disagio sono segni collettivi della disperazione, la gerarchia dei bisogni è capovolta. La crociera, innanzitutto. Poi il resto.

A Messina non mancano però i piani. Non c'è tema di vita civile che non sia stato approfondito da un piano d'intervento. E infatti Messina sa da tempo che si allaga appena piove. E da tempo patisce e studia. Undici principali torrenti la dividono e la intersecano, e a turno i torrenti uccidono le persone.

Breve cronistoria delle ultime alluvioni. Solo per restare agli anni recenti e non allungare troppo la lista.

1998, fine settembre-inizi ottobre: esonda il torrente Annunziata, zona nord. Cinque morti. L'intera famiglia Carità inghiottita dalla melma. Il corpo di un giovane cingalese, tirato dentro l'acqua dalla furia della natura, ritrovato giorni dopo a Taormina.

In quell'anno il comune di Messina, città ad altissimo rischio di dissesto idrogeologico, non aveva nel suo autoparco nemmeno una vettura adibita a primo soccorso di Protezione civile. Per dire.

Nel 2001 - altro inutile alluvione - le telecamere di Vip tv, televisione corsara della città, andarono a registrare il luogo in cui alcune famiglie romene si erano sistemate. Avevano edificato nel greto del torrente Zafferia. Lì erano, lì sono rimaste. Passa qualche mese e a Giampilieri, il luogo della morte di ieri, un forte temporale provoca smottamento e frane: una donna, alla guida della sua auto, la vittima innocente. Poi il bis nel 2007, sempre a Giampilieri.

Città esposta, rischio conosciuto, studiato, approfondito. Nel 2003 l'allore prefetto Giosuè Marino predispose il piano di primo soccorso e di evacuazione, individuò i punti deboli, le aree a rischio, le zone da salvaguardare. Passò le carte a chi di dovere: comune e provincia. Carte erano e carte sono rimaste. Di chi è la colpa?

Il commento che ne ha appena dato la Cisl è il seguente: "C'è un mix abominevole, incivile e continuato di abusi e speculazioni, cementificazione selvaggia, assenza di controlli e facili autorizzazioni".

A Messina sono state censite 3200 baracche, quasi diecimila sono le persone che vivono nella più assoluta anarchia urbanistica e troppe volte senza i servizi minimi, essenziali. Ultima campagna elettorale, dichiarazione dell'allora candidato oggi sindaco della città: "Le baracche. Anche noi abbiamo le nostre colpe ma adesso dobbiamo andare fino in fondo per risolvere la questione. I fondi previsti per le città terremotate, per esempio, per Messina non sono mai stati utilizzati". Era il 4 giugno del 2008. Qualcosa si è mosso?

L'Istituto nazionale di geofisica e sismologia ha consegnato un poderoso volume nel quale sono trascritti gli indici di vulnerabilità dei principali edifici pubblici della città. Messina è anche purtroppo ad alto rischio sismico. La scossa possibile raderebbe uno a uno quei palazzi. La città ha conosciuto un terribile terremoto agli inizi del secolo scorso: sa cosa significa, ma, anche qui è il caso di dire, non ama pensarci.

(2 ottobre 2009)

 

 

 

Parla il presidente dell'Ordine, Graziano: "Abusivismo, nessuna manutenzione, pochi fondi

e competenze divise. Così ogni anno con le prime piogge tornano le stesse emergenze"

"Un uso scellerato del territorio"

L'accusa dei geologi siciliani

"Un uso scellerato del territorio" L'accusa dei geologi siciliani

MESSINA - Era annunciato anche questo. Come molti altri disastri che hanno a che fare con nubifragi (in fondo solo nubifragi) che si abbattono in zone del Paese dove la pianificazione del territorio è stata, è, e purtroppo sembra che sarà, solo un'opzione trascurabile. E' dunque la solita storia di licenze e di costruzioni abusive, senza regole, il risultato dell'applicazione del celebre metodo: "Se hai un amico nel posto giusto puoi fare quello che vuoi". Il presidente dell'Ordine dei geologi della Sicilia, Gian Vito Graziano, commenta così gli effetti del nubifragio che si è abbattuto nella notte sul Messinese, provocando morti e distruzione.

"Nelle zone a sud di Messina, ma anche in altre province come Palermo, ogni anno si ripropongono sempre gli stessi problemi avvicinandosi ai mesi più piovosi. Oggi - prosegue il professore - esistono strumenti di pianificazione regionale avanzati, che ci fotografano la situazione quasi in diretta, ma non si interviene. La colpa è di un'assenza cronica di fondi, ma anche la manutenzione ordinaria, come la pulizia di canali, fiumi e tombini, non viene fatta".

"Quella del Messinese è una zona con una situazione idrologica molto diffusa, con grandi e piccoli torrenti: che già di per sè rappresentano un reticolo idrografico diffuso in grado di produrre una certa instabilità. Se poi a questo si aggiungono la non manutenzione e un uso scellerato del territorio, con costruzioni che non dovrebbero esserci, il quadro è completo", dice ancora Graziano.

Il quale dà colpa anche alla confusione che c'è nelle competenze "molto divise" tra Regione Sicilia e protezione civile."Per noi sarebbe importante mettere in atto tutti gli interventi previsti dai piani della protezione civile, regionali e locali, con persone sul posto come sentinelle per prevenire gli eventi. Ma non si sa se si farà mai. In italia purtroppo - conclude Graziano - si vive sull'onda dell'emozione, poi appena smette di piovere finisce anche l'allarme".

(2 ottobre 2009)

 

L'UNITA'

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2009-10-10

Messina: funerali solenni per le vittime dell'alluvione

Sono iniziati nel Duomo di Messina i funerali solenni per le vittime dell'alluvione dello scorso primo ottobre. A celebrarli il vescovo della città, Calogero La Piana. Un applauso ha preceduto l'inizio della cerimonia. Presenti tra le autorità, il premier, Silvio Berlusconi, il presidente del Senato, Renato Schifani, in rappresentanza del capo dello Stato, il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, il ministro del'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, il presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo ed il sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca. Nella cattedrale affollata di persone ci sono 21 bare avvolte nella bandiera tricolore tranne una, quella di una donna romena, con la bandiera del suo paese. Su ogni feretro cuscini di fiori rossi e le foto delle vittime.

Tra le bare anche quella bianca della piccola Ilaria, 5 anni: legato c'è un palloncino bianco con il suo nome. Poco più in là altri due palloncini bianchi simboleggiano gli altri due bambini vittime della tragedia, Lorenzo, di 2 anni, e Francesco, di 6, i cui corpi non sono stati ancora recuperati. I familiari di altri sei morti hanno preferito esequie in forma privata, mentre deve ancora essere riconosciuto il cadavere di uno dei morti estratti dalla macerie. Fuori dal Duomo sono radunate migliaia di persone per dare l'ultimo saluto agli scomparsi.

Ai funerali ci saranno rigide misure di sicurezza: la precedenza sarà data ai familiari delle vittime e agli abitanti delle zone colpite. E mentre a Giampilieri e a Scaletta Zanclea, i due paesi messi in ginocchio dal disastro, si continua a scavare, aumenta il numero degli sfollati: l'ultimo bollettino dell'unità di crisi ne conta 930, 41 in più rispetto al dato di ieri. Otto i dispersi: cinque a Scaletta Zanclea, due a Giampilieri e uno ad Altolio. Il sindaco ha preparato con i suoi uffici alcune mappe che oggi mostrerà al premier: sono indicate le zone dove costruire le nuove abitazioni, secondo il modello L'Aquila, che saranno realizzate "in pochi mesi", ha ribadito oggi Berlusconi. Il premier ha anche spiegato che si potevano utilizzare appartamenti liberi "ma gli abitanti ci hanno manifestato la volontà di ricostruire le loro comunità", ha spiegato. L'ipotesi di acquistare le case sfitte per gli sfollati era stata avanzata anche dall'assessore regionale ai Lavori pubblici, Antonio Beninati, mentre Gian Michele Calvi, l'architetto che ha progettato i complessi antisismici in Abruzzo, stamane ha spiegato che "non c'è ripetitività nella soluzione di una crisi", a meno che per modello L'Aquila "non si intendano le logiche, l'idea, l'intelligenza". Quella finora mancata "a chi avrebbe dovuto provvedere alla sicurezza del territorio e non l'ha fatto", dice Nicola De Luca che ha costituito il comitato "Salviamo Giampilieri superiore".

Da ieri De Luca e altri suoi compaesani stanno raccogliendo le firme per impedire che i senza tetto possano essere trasferiti in altri quartieri: "Non ci muoviamo da qui - dice - soprattutto per onorare la memoria di chi ha perso la vita. Se andassimo via sarebbero morti invano". Finora si è cercato di tamponare l'emergenza e dare una sepoltura ai morti dell'alluvione, che si sarebbe potuta evitare, ha sostenuto ieri il presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, in visita nelle zone del disastro. "Abbiamo un sistema sofisticatissimo che prevede e non previene. Non serve se non riesce ad evitare le catastrofi". Poi ha accusato il governo di essersi mosso "con superficialita: un anno fa, in un'interrogazione, un nostro parlamentare regionale aveva segnalato il rischio frana proprio a Giampilieri". Alla vigilia delle esequie un monito arriva anche dal vescovo di Agrigento, Franco Montenegro: "Mi rifiuterei di celebrare i funerali se un disastro come quello che ha colpito Messina si verificasse nella mia città". Il presule chiede da tempo che si realizzi una "via di fuga" per gli abitanti dei vicoli del centro storico di Agrigento, che dovrebbe ben conoscere le emergenze dopo la frana del '66.

10 ottobre 2009

 

 

 

 

 

2009-10-04

Berlusconi a Messina: "Avevamo previsto il disastro"

Il disastro era annunciato. A dirlo è lo stesso Berlusconi. "Avevamo previsto il disastro e dato l'avviso. Poi le precipitazioni sono state ancora più intense delle previsioni. È stato un evento eccezionale". Non poi così tanto, verrebbe da dire visto che la stessa zona era stata colpita da una frana solo due anni fa.

Cose che accadono. Ora bisogna guardare avanti, pensare a rimettere insieme i pezzi. Berlusconi ha già un'idea. "La ricostruzione costa troppo e non è sicura - ha detto -. Quindi faremo come a L' Aquila: nuove abitazioni in altre zone ma sempre all'interno del tessuto urbano". Dopo aver sorvolato le zone colpite il premier Silvio Berlusconi ha parlato con gli sfollati messinesi in uno degli alberghi in cui sono ospitati, promettendo di applicare lo stesso schema usato in Abruzzo: costruire da un'altra parte. "Quelle zone non sono più abitabili - ha detto il premier - costruiremo nuovi quartieri sul livello di quelli dell''Aquila. I soldi non sono un problema: il governo metterà tutte le risorse necessarie e gli enti locali dovranno occuparsi di individuare le nuove aree edificabili" E nel frattempo ai senza casa il premier ha assicurato che saranno bloccate le tasse e i mutui ai cittadini delle zone colpite.

Scortato dal capo della protezione civile Guido Bertolaso, il Cavaliere ha ispezionato dall'alto la frana. "Quello che ho visto dall'elicottero è davvero impressionante. Meno male che siete scampati - ha raccontato lo stesso Berlusconi agli sfollati -. Sono felice di vedervi qui. Per poco non veniva giù l'intera montagna. Coraggio state tranquilli".

Contestazioni ci sono state nella mattinata all'arrivo in prefettura a Messina del presidente della regione Raffaele Lombardo e del ministro Matteoli. "Assassini", hanno gridato un gruppo di aderenti al comitato "No ponte" e alcuni cittadini. "Ci sono voluti i morti per farvi venire a Messina". Un solo cartello tra la folla: "Non più vittime, vogliamo sicurezza. No a opere faraoniche". Lo ha realizzato Giuseppe Lanza, un bancario cinquantenne che vive a Giampilieri marina, la cui casa ha subito danni.

04 ottobre 2009

 

 

 

 

Napolitano: "Nessuna autoindulgenza al Sud, ma no a bestemmie separatiste"

di Marcella Ciarnellitutti gli articoli dell'autore

Di "bestemmie separatiste" parlava già Giustino Fortunato, l’insigne meridionalista a cui il presidente della Repubblica, al termine della sua visita in Basilicata, ha voluto rendere omaggio, nella casa che lo vide all’opera. E in una sede così significativa il Capo dello Stato non ha mancato ancora una volta di rimarcare l’importanza di affrontare "la questione meridionale come questione italiana".

Lo ha fatto, parlando dopo la "lezione" di Giuseppe Galasso, un meridionalista dei nostri tempi, senza mancare di avanzare critiche a quegli amministratori del Sud che non hanno saputo né cogliere né creare le occasioni di rilancio per i loro territori ma non tralasciando di ammonire quell’ "opinione pubblica settentrionale in cui si è diffusa una illusione di sviluppo autosufficiente destinata a dispiegarsi pienamente una volta liberatasi del peso frenante del Mezzogiorno".

A tutti, quindi, il Capo dello Stato, ricorda che "le celebrazioni dei centocinquanta anni dell’unità d’Italia devono assumere come impegno centrale quello di promuovere una rinnovata consapevolezza", una consapevolezza "oscurata da troppi anni per effetto dello spegnersi del dibattito culturale meridionalista e dell'esaurirsi di una strategia nazionale per il Mezzogiorno". Di cui il Nord non può per primo fare a meno, pur se sembra cullarsi nell’illusione di una presunta "autosufficienza", in modo da raggiungere tutti insieme "una crescita e uno sviluppo economico ben più sostenuti dell’ultimo decennio".

Per Napolitano al Nord si deve procedere "con l'abbandono di pregiudizi e luoghi comuni attorno al Mezzogiorno e i meridionali, e gli atteggiamenti spregiativi che ignorano quel che il Mezzogiorno ha dato all'Italia". Ma il Sud deve fare una "seria riflessione critica". Infatti "il bilancio delle istituzioni regionali nel Mezzogiorno comprende sì esperienze positive, ma nell'insieme è tale da farci dubitare che le forze dirigenti meridionali abbiano retto alla prova dell'autogoverno". Insomma, "non possiamo permetterci alcuna autoindulgenza" di fronte ad "un bilancio a dir poco insoddisfacente". Quindi, nessuno pensasse di potersela cavare "con la denuncia delle responsabilità altrui", perché "la critica è legittima e anzi doverosa, ma deve essere seria e fondata, senza coprire le responsabilità di quanti si sono avvicendati nel rappresentare e guidare le regioni meridionali e le istituzioni locali". Solo così sarà possibile "uno scatto di volontà, di senso morale e di consapevolezza civile da cui emergano nel Mezzogiorno

nuove forze idonee a meglio affrontare la prova dell'autogoverno e della partecipazione al governo del paese".

Non bisogno tornare indietro. Ma prendere dal passato il meglio. I mutamenti fin qui avvenuti indicano il percorso di un possibile processo di riforma vantaggioso, indipendentemente dalle latitudini. Napolitano evoca "le novità del federalismo fiscale, per conquistare i maggiori consensi che le mancano e superare le preoccupazioni o diffidenze che la circondano, devono saldarsi con una chiara, non formale riaffermazione del patto nazionale unitario" che può avvenire, al di là di certe "fantasticherie" negative proprio con le celebrazioni del 2011.

03 ottobre 2009

 

 

 

 

 

 

Napolitano: "Nessuna autoindulgenza al Sud, ma no a bestemmie separatiste"

di Marcella Ciarnellitutti gli articoli dell'autore

Di "bestemmie separatiste" parlava già Giustino Fortunato, l’insigne meridionalista a cui il presidente della Repubblica, al termine della sua visita in Basilicata, ha voluto rendere omaggio, nella casa che lo vide all’opera. E in una sede così significativa il Capo dello Stato non ha mancato ancora una volta di rimarcare l’importanza di affrontare "la questione meridionale come questione italiana".

Lo ha fatto, parlando dopo la "lezione" di Giuseppe Galasso, un meridionalista dei nostri tempi, senza mancare di avanzare critiche a quegli amministratori del Sud che non hanno saputo né cogliere né creare le occasioni di rilancio per i loro territori ma non tralasciando di ammonire quell’ "opinione pubblica settentrionale in cui si è diffusa una illusione di sviluppo autosufficiente destinata a dispiegarsi pienamente una volta liberatasi del peso frenante del Mezzogiorno".

A tutti, quindi, il Capo dello Stato, ricorda che "le celebrazioni dei centocinquanta anni dell’unità d’Italia devono assumere come impegno centrale quello di promuovere una rinnovata consapevolezza", una consapevolezza "oscurata da troppi anni per effetto dello spegnersi del dibattito culturale meridionalista e dell'esaurirsi di una strategia nazionale per il Mezzogiorno". Di cui il Nord non può per primo fare a meno, pur se sembra cullarsi nell’illusione di una presunta "autosufficienza", in modo da raggiungere tutti insieme "una crescita e uno sviluppo economico ben più sostenuti dell’ultimo decennio".

Per Napolitano al Nord si deve procedere "con l'abbandono di pregiudizi e luoghi comuni attorno al Mezzogiorno e i meridionali, e gli atteggiamenti spregiativi che ignorano quel che il Mezzogiorno ha dato all'Italia". Ma il Sud deve fare una "seria riflessione critica". Infatti "il bilancio delle istituzioni regionali nel Mezzogiorno comprende sì esperienze positive, ma nell'insieme è tale da farci dubitare che le forze dirigenti meridionali abbiano retto alla prova dell'autogoverno". Insomma, "non possiamo permetterci alcuna autoindulgenza" di fronte ad "un bilancio a dir poco insoddisfacente". Quindi, nessuno pensasse di potersela cavare "con la denuncia delle responsabilità altrui", perché "la critica è legittima e anzi doverosa, ma deve essere seria e fondata, senza coprire le responsabilità di quanti si sono avvicendati nel rappresentare e guidare le regioni meridionali e le istituzioni locali". Solo così sarà possibile "uno scatto di volontà, di senso morale e di consapevolezza civile da cui emergano nel Mezzogiorno

nuove forze idonee a meglio affrontare la prova dell'autogoverno e della partecipazione al governo del paese".

Non bisogno tornare indietro. Ma prendere dal passato il meglio. I mutamenti fin qui avvenuti indicano il percorso di un possibile processo di riforma vantaggioso, indipendentemente dalle latitudini. Napolitano evoca "le novità del federalismo fiscale, per conquistare i maggiori consensi che le mancano e superare le preoccupazioni o diffidenze che la circondano, devono saldarsi con una chiara, non formale riaffermazione del patto nazionale unitario" che può avvenire, al di là di certe "fantasticherie" negative proprio con le celebrazioni del 2011.

03 ottobre 2009

 

 

 

 

 

 

Ecatombe a Messina, ancora decine i dispersi

di Manuela Modicatutti gli articoli dell'autore

Ventidue morti, cento feriti, cinquecento sfollati. Sono numeri crescenti e "ballerini" (aggettivo di Bertolaso) che portano il peso di un unico bilancio: una tragedia. Dopo l’alluvione che si è abbattuta violenta sulle colline del sud-est della Sicilia si scava, si liberano strade, si estraggono cadaveri. Sono sette i paesi più colpiti: Giampilieri, Scaletta, Briga, Pezzolo, Molino, Altolia. Quest’ultima località è rimasta isolata fino alle 16 di ieri pomeriggio, quando il primo elicottero leggero dell'esercito ha finalmente raggiunto gli abitanti. Li portano via due alla volta, appesi al velivolo. L’intervento dei soccorritori era stato ostacolato dal crollo di un ponte, solo un capitano dell’esercito era riuscito a raggiungere la frazione, approfittando, a piedi, di un varco nella frana caduta sopra Giampilieri. Difficoltà nei soccorsi anche per Guidomandri, comune di Scaletta Zanclea, dove un centinaio di persone sono rimaste completamente isolate. Così l’estremità sud di Messina che da monte a mare è venuta giù come se scivolasse, spinta dal mesociclone, un temporale all'ennesima potenza, con nubi stratificate per 5 chilometri in altezza. Due ore di pioggia "concentrata", sopra trent'anni di noncuranza ambientale.

Il bilancio delle vittime si è aggravato ieri all’alba. È stato recuperato il corpo di una donna data per dispersa insieme ai due figli. Il corpo è stato scoperto ieri mattina a Giampilieri Superiore. Dopo il ritrovamento le ricerche dei vigili del fuoco sono proseguite nello stesso punto per cercare anche i corpi dei due bambini, Lorenzo, di due anni e mezzo, e Francesco, di sei. Ma solo nella piccola frazione di Giampilieri restano ancora 11 dispersi. "Balla" tra i trenta e cinquanta, invece, la stima totale dei dispersi, secondo la Protezione civile, considerate tutte le zone colpite. L'ultimo dei corpi identificati è quello di una badante di quarantotto anni, Monica Barascuia, dissotterrata a Scaletta. Tutti i feriti sono stati, invece, trasportati nei tre grandi centri ospedalieri di Messina. E sono oltre 400 gli abitanti delle zone colpite dal nubifragio trasportate nelle strutture alberghiere messinesi.

Secondo il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, "serve un piano complessivo di messa in sicurezza di tutto il territorio nazionale. E per farlo occorrono 20-25 miliardi. Intanto aumentano anche le polemiche che vedono protagonisti alcuni amministratori. "Dico al sindaco di Messina e a Bertolaso che, a Scaletta, sono crollate case nel centro storico perfettamente a norma. La verità è che i soldi stanziati per i lavori di consolidamento del territorio non ci sono mai arrivati" - ha detto ieri Mario Briguglio, sindaco di Scaletta Zanclea, uno dei comuni del messinese devastati dal nubifragio. "Dopo l'alluvione del 2007 - ha aggiunto Briguglio - avevo chiesto 20 milioni di euro. Me ne hanno assegnati 500mila. Poi la conferenza di servizi Comune-Protezione Civile ha approvato i progetti esecutivi dei lavori di risanamento del territorio. E a quel punto tutto si è fermato". Si attende, nel frattempo, l’arrivo del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi che potrebbe arrivare questa mattina, Sorvolerà in elicottero i centri colpiti dall'alluvione.

04 ottobre 2009

 

 

 

 

 

Il verde Bonelli: "Il governo ha tagliato 510 milioni dalla difesa del suolo"

"Il governo spieghi all'Italia perchè in solo 18 mesi ha tagliato 510 milioni di euro alla difesa del suolo. Con questi dati vogliamo fare un' operazione verità . Non per irresponsabilità ma per grande senso di responsabilità e di amore nei confronti del nostro paese e del suo popolo, sarebbe bene che questi dati possano essere conosciuti dagli italiani". Angelo Bonelli, ex capogruppo dei Verdi alla Camera fa il punto sui tagli del governo dopo il disastro di Messina.

Ecco l'elenco stilato da Bonelli:

A) Ridotti da 510 milioni di euro a 270 milioni di euro i fondi per la difesa del suolo. Fondi previsti dalla legge Finanziaria n.244/2007 art.2 comma 321, e ridotti drasticamente dall'ultima finanziaria.

B)Soppresso con il decreto 112/2008 il fondo per il monitoraggio sismico previsto dalla legge 244/2007 art. 2 comma 329 per un totale di 4,5 milioni di euro. La norma prevedeva " la prosecuzione delle attività di monitoraggio del rischio sismico attraverso l'utilizzo di tecnologie scientifiche integrate dai fattori di rischio delle diverse aree del paese. '

C)Soppressi ,con decreto 112/2008, i finanziamenti di 151 milioni di euro destinati alla prevenzione e difesa suolo della Sicilia e della Calabria

D)Soppresso , con legge finanziaria ultima, fondo 1 milione di euro per attuazione piani di difesa suolo

E) Soppresso, con decreto 112/2008, fondo di 45 milioni di euro per ripristino paesaggio previsto da art.2 comma 404 della legge finanziaria n.244/2007 .

F) Soppresso, con decreto 112/2008, fondo di 15 milioni di euro per difesa suolo piccoli comuni, previsto da art.2 comma 331 legge 244/2007.

"Questi sono i dati : l'Italia deve cambiare registro perchè questa politica di tagli a politiche strategiche per la sicurezza nazionale non solo devono cessare ma questi fondi sono la vera priorità con cui costruire anche quella ripresa economica di cui tanto si parla. Il ministro Prestigiacomo invece di lamentarsi oggi ,spieghi perchè ha consentito al suo governo - conclude Bonelli - di apportare questi barbari tagli".

03 ottobre 2009

 

 

 

 

2009-10-02

Nubifragio in Sicilia, decine di vittime

Si scava a mani nude, nel fango, per cercare i dispersi che potrebbero essere venti, forsi di più, mentre sale a quattordici il bilancio dei morti, travolti dal fango e dal nubifragio che ha messo in ginocchio Messina e la Sicilia nordorientale.

I soccorsi sono piuttosto complicati. Molte frazioni e case nel messinese risultano ancora isolate. Sono state travolte da veri e propri fiumi di acqua e fango e detriti che rendono complicate anche le operazioni di soccorso, gran parte delle quali vengono compiute via mare.

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, da Matera, dove si trova in visita, si è messo in contatto con il prefetto di Messina, Franco Alecci, per informarsi sulla situazione e il consiglio dei ministri, riunitosi stamani, ha varato lo stato di emergenza per affrontare una situazione che il capo della protezione civile Guido Bertolaso, giunto sul posto, ha definito "molto seria e molto critica".

Diverse le case crollate a cause delle frane e degli smottamenti nelle zone più colpite: Scaletta Zanclea e Santo Stefano Briga, ma soprattutto Giampilieri, a 20 chilometri a sud di Messina, dove un costone roccioso è franato travolgendo alcune palazzine. E le squadre dei soccorritori stanno ancora scavando nel fango alla ricerca dei dispersi.

I primi due corpi ad essere identificati sono un uomo di quarant'anni, Pasquale Bruno, travolto e soffocato dal fango nella piazza di Giampilieri. E un pensionato di 70 anni, Francesco De Luca, annegato nello scantinato della sua casa rurale, in contrada Vallone, sempre in territorio di Giampilieri. Un altro cadavere e' stato recuperato all'interno di un auto trovolta da un torrente in piena nei pressi di Scaletta Zanclea.

Alcuni abitanti delle zone colpite si sono rifugiati sui tetti delle case per sfuggire al torrente di acqua fango, sono stati soccorsi con l'elicottero della protezione civile. Nella zona sono al lavoro uomini dell'esercito, dei vigili del fuoco e della protezione civile.

Una nave delle capitanerie di porto ha trasportato una cinquantina di persone, diverse delle quali ferite, dalla costa messinese verso la città. Una quindicina i feriti fino ad ora ricoverati al Policlinico di Messina: tra loro anche due ustionati a causa dello scoppio di una bombola di gas a causa della frana che ha travolto il paese di Scaletta.

Il numero delle vittime sembra destinato a crescere. Le frane e gli smottamenti hanno provocato inoltre la chiusura dell'autostrada A18 Messina- Catania e della strada statale 114.

L'autostrada A18 e' chiusa da diverse ore in direzione Catania all'altezza del km 7, nell'area adiacente il villaggio di Santa Margherita; una persona e' rimasta ferita per via della terra, del fango e dei detriti che hanno invaso entrambe le corsie della carreggiata. Un'altra frana ha bloccato la statale 114, dove decine di automobilisti sono ancora intrappolati all'interno di auto e pullman rimasti impantanati in mezzo a fango e acqua. Per via dei cumuli di detriti i vigili del fuoco, intervenuti con ogni mezzo a disposizione, hanno difficolta' a raggiungere le persone da soccorrere. Nei comuni di Roccalumera e Tremestieri i carabinieri e i tecnici della Protezione civile stanno raggiungendo le zone isolate a piedi, attraverso i binari ferroviari. Il maltempo ha flagellato anche le province di Palermo e Trapani.

Tra i comuni più colpiti Scaletta, paese con poco piu' di 2.500 abitanti. Una palazzina è parzialmente crollata e per fortuna, secondo i carabinieri e la protezione civile, non ci sarebbero feriti. Le motovedette della Capitaneria di porto e della polizia stanno verificando una segnalazione di una persona dispersa finita con la propria auto in mare, travolta da un torrente in piena.

02 ottobre 2009

 

 

 

 

Lumia: "Solo cemento e niente sicurezza"

"È chiaro che parliamo di eventi atmosferici straordinari, ma diciamo le cose come stanno: l'assetto idrogeologico della Sicilia è stato sconquassato", attacca a caldo il senatore del Pd, Giuseppe Lumia, mentre a Messina ancora si scava in cerca dei dispersi e si contano già nove morti. "In questi decenni - osserva Lumia - si è cementificato tutto, non c'è manutenzione della rete fognaria e dei canali dove scorrono le acque. Le amministrazioni locali hanno il dovere di far rispettare le leggi per tutelare il territorio e garantire la sicurezza dei cittadini".

Per il senatore Marco Filippi, invece, quella su Messina "non è una catastrofe naturale imprevedibile". "In poco tempo - osserva Filippi - è la seconda volta che la pioggia in Sicilia provoca frane e smottamenti e questa volta ha anche causato la morte di alcune persone. È la conseguenza di anni di pessima programmazione ed esecuzione delle opere pubbliche e dei sistemi di trasporto in quella regione. Io mi chiedo e chiedo a tutti di fermarsi a riflettere: è proprio la prima cosa da fare spendere una quantità di denaro enorme per il Ponte sullo stretto, mentre le infrastrutture siciliane rimangono nelle condizioni che oggi sono drammaticamente sotto gli occhi di tutti?".

02 ottobre 2009

il SOLE 24 ORE

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2009-10-10

 

 

 

 

 

 

 

009-10-04

Messina, Berlusconi: "Bloccheremo tasse e mutui"

4 ottobre 2009

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il capo della protezione civile Guido Bertolaso e la ministra Stefania Prestigiacomo (ANSA/Francesco Saya)

VIDEO / Le frane sull'autostrada Messina-Catania

FOTO / Fango e disperazione in Sicilia

"Bloccheremo le tasse e i mutui ai cittadini delle zone colpite dall'alluvione", ha detto il premier Silvio Berlusconi agli sfollati dell'alluvione che ha colpito il messinese, ora ospitati nel villaggio turistico messinese del "Le Dune". Mentre in prefettura è in corso la riunione dell'Unità di crisi, fuori sono in atto contestazioni degli sfollati e degli attivisti della Rete No Ponte. "Non più vittime, vogliamo sicurezza, no opere faraoniche", si legge su uno dei numerosi cartelli dei manifestanti. Tra i due gruppi sono state registrate tensioni , perchè alcuni sfollati che protestavano per la sicurezza delle abitazioni non volevano "essere confusi" con la Rete No Ponte.

Fondi per le zone colpite nel prossimo Cdm. Il prossimo Consiglio dei ministri darà il

via libera a uno stanziamento a favore delle zone colpite dall'alluvione, a Messina, che andrà ad aggiungersi al fondo già stanziato dalla Regione Sicilia. Il premier ha anche annunciato che è in arrivo uno stanziamento di un miliardo per le zone a rischio idrogeologico. "Dopo l'Aquila - ha detto il premier - abbiamo stanziato un miliardo per interventi urgenti nelle zone a rischio sismico, mi auguro che, interloquendo con il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, si possa stanziare una analoga cifra per le zone a rischio idrogeologiche". L'obiettivo, ha spiegato Berlusconi, è quello di partire con gli interventi nelle zone più a rischio, come la provincia di Messina, dove il 63% del territorio è a rischio idrogeologico. Il premier ha anche detto che sarà Raffaele Lombardo il commissario straordinario per il disastro di Messina.

Nuove abitazioni, come all'Aquila. Arriveranno nuove abitazioni sulla scia dell'esperienza dell'Aquila. "La ricostruzione costa troppo e non è sicura. Quindi faremo come all' Aquila: nuove abitazioni in altre zone ma sempre all'interno del tessuto urbano". Questo ha detto il premier Silvio Berlusconi agli sfollati messinesi in uno degli alberghi in cui sono ospitati. Questa mattina il premier ha sorvolato in elicottero - insieme al Capo della Protezione civile Guido Bertolaso, ai ministri Matteoli e Prestigiacomo e al sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca - le aree del messinese colpite da un tremendo alluvione, da uno tsunami di fango, che con ondate alte tre metri ha spazzato via case, autostrada e ferrovia, seminando morte e disperazione. L'elicottero ha sorvolato anche il crinale della collina da dove si è staccato il costone che ha causato la frana. "Quelle zone - ha detto Berlusconi - non sono più abitabili. Costruiremo nuovi quartieri come quelli fatti a L'Aquila. I soldi non sono un problema, il governo metterà le risorse necessarie. Gli enti locali dovranno occuparsi di individuare le nuove aree edificabili". Berlusconi ha promesso la creazione di "strutture abitative con giardini, ma anche con negozi per far ripartire il piccolo commercio".

Il nubifragio era stato previsto. Il nubifragio che si è abbattuto sulla zona di Messina "era stato previsto con anticipo: tutto era stato previsto, era stato previsto che si sarebbero verificato delle situazioni in queste zone. Avevamo dato avviso per tempo", ha detto Berlusconi, precisando però che "poi la precipitazione è stata ancora più intensa del previsto".Berlusconi ha poi sottolineato che si è comunque trattato di una "emergenza idrogeologica eccezionale, che sarebbe sempre potuta accadere". L'emergenza idrogeologica, ha spiegato il premier, "è stata eccezionale e ha colpito situazioni di insediamenti che risalivano anche a molte centinaia di anni fa". Paesi antichi, dove "l'eccezionalità della caduta d'acqua ha comportato - ha sottolineato Berlusconi - che accadesse oggi quello che avrebbe sempre potuto accadere".

Si continua a scavare nel fango. La situazione nel messinese rimane complessa, ma è sotto controllo, ha detto il Capo della Protezione civile Guido Bertolaso. Si continua a lavorare e a scavare nel fango alla ricerca delle 40 persone che risultano disperse. Il bilancio delle vittime al momento è di 22 morti (di cui per ora solo 13 identificati), mentre sono 95 i feriti e 524 le persone sfollate secondo i dati della Prefettura di Messina. Per le attività di assistenza alla popolazione e ricerca dei dispersi sono all'opera 130 mezzi e più di 1.100 uomini, appartenenti ai Vigili del fuoco, Esercito, Carabinieri, Guardia di finanza, Polizia di Stato, Corpo forestale dello Stato, volontari e Capitaneria di Porto. Si lavora anche sul fronte della viabilità: è stata riaperta una corsia per direzione dell'autostrada A18 Palermo - Catania, mentre per la riapertura della statale 114 che collega Messina a Catania saranno necessari altri 6 giorni.

Ancora frazioni isolate. Le zone più colpite sono Briga Marina, Giampilieri, Molino e Scaletta Marea. La strada per Giampilieri Superiore è rimasta interrotta per molte ore, a causa di una montagna di fango alta 3 metri che si è infilata sotto il cavalcavia della ferrovia. La protezione civile riferisce che nel paesino sommerso dal fango è stata completata l'evacuazione e il trasferimento degli sfollati in alcuni alberghi di Messina. Rimangono isolate le frazioni di Molino, Altilia e Scaletta.

4 ottobre 2009

 

 

 

 

 

Bertolaso: "Si scava ancora nel fango: 21 le vittime"

3 ottobre 2009x

Uomini della Protezione Civile trasportano un ferito trovato tra le macerie a Giampilieri (Ansa)

Berlusconi: "Ci saranno 50 morti"

Napolitano:"No a opere faraoniche. Rendere sicuro il paese"

E Matteoli accelera: lavori per il ponte al via a dicembre

Quei palazzi crollati come i Lego

Il precedente del 2007 non è servito: i lavori dovevano ancora iniziare

I geologi siciliani: "Una tragedia annunciata"

VIDEO

Le frane sull'autostrada Messina-Catania

FOTO

Le immagini del maltempo in Sicilia

"Dai nostri archivi"

Nubifragio e frane in Sicilia: 18 morti, centinaia di sfollati

L'Aquila: riapre la cittadella scolastica di San Demetrio

Ecco i 49 Comuni abruzzesi che hanno diritto alle misure di sostegno

Maltempo, tutta l'Italia in difficoltà.A Roma chiesto lo stato di calamità

Il 77% dei Comuni a rischio frana o alluvione

 

Si continua a scavare nel fango per trovare i dispersi del violento nubifragio che ha colpito

Messina e alcuni comuni della provincia. È salito ufficialmente a 21 il bilancio delle vittime: la ventunesima è stata trovata a Scaletta Zanclea. I dispersi sono tra i 35 e i 40, mentre sono 30 le persone ricoverate in ospedale. A fare il bilancio del disastroso nubifragio che si è abbattuto sul messinese è il sottosegretario alla Protezione civile, Guido Bertolaso, che nel corso di una conferenza stampa presso la prefettura a Messina. I numeri di dispersi e feriti, ha spiegato Bertolaso, sono un po' "ballerini", in quanto "in molte zone i cellulari non sono raggiungibili, mentre alcune persone potrebbero aver trovato rifugio presso amici". Il primo obiettivo che si sono dati gli uomini della Protezione civile è quello liberare, il più presto possibile, le strade che portano alle frazioni di Molino e Altilia. La situazione, ha detto Bertolaso, "è difficile, è complessa, ma è sotto controllo", anche se "la viabilitá è complessa e lo rimarrá ancora per diverso tempo". Bertolaso ha anche detto che a breve sarà nominato un commissario.

Il Capo della Protezione civile ha reso noto che sono 1.100, facenti parte di più corpi, gli uomini impegnati nei soccorsi coordinati dalla Protezione civile nelle zone del disastro di Messina: pian piano, poi, ci sarà un passaggio di competenze dal dipartimento nazionale alle strutture locali. Centocinquanta sono i mezzi dei vigili del fuoco, 35 quelli dell'esercito, 20 quelli dei volontari. A questi vanno aggiunti i mezzi delle imprese private. Al Centro operativo aereo della frazione di Santa Margherita, inoltre, ci sono una quindicina di elicotteri dei vigili del fuoco, marina militare e Corpo forestale.

Il presidente del Consiglio SilvioBerlusconi ha deciso di rinviare la sua visita nella zona del messinese, duramente colpita dal maltempo, per "non intralciare il lavoro dei soccorsi".

3 ottobre 2009

 

 

 

 

Messina. Berlusconi:"Ci saranno 50 morti"

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3 ottobre 2009

"Dai nostri archivi"

Nubifragio e frane in Sicilia: 18 morti, centinaia di sfollati

Sciopero generale dei trasporti per il 7 luglio. La Regione Toscana chiede lo stato di calamità

Il premier: allo studio interventi per le imprese

Estratte vive dalle macerieun centinaio di persone

Scontro tra aliscafo e nave al largo di Messina: 4 morti e 90 feriti

 

Sale a 21 il bilancio delle vittime finora accertate dell'alluvione nel messinese e a 95 il numero dei feriti, di cui tre in gravi condizioni: a comunicarlo è il comando generale della Guardia di Finanza. Le Fiamme gialle sono state impegnate fin dalla notte scorsa nel dare assistenza alle persone, soprattutto anziane, rimaste intrappolate nelle case sommerse dal fango o invase dai detriti e trasportandole nei centri di prima assistenza.

Intanto, sulla tragedia è intervenuto anche il premier Silvio Berlusconi: "La situazione a Messina è molto grave anche se limitata alle due valli alla fine ci saranno almeno 50 morti". Ieri, a margine della presentazione milanese del film "Barbarossa", il premier aveva detto che forse si sarebbe recato sui luoghi del disastro. Ma il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, considerata la complessità della situazione, ha sconsigliato la visita al premier.

Bertolaso, giunto al centro operativo aereo della frazione di Santa Margherita, ha spiegato che le strade per raggiungere le frazioni di Molino e Altalia sono "sbriciolate" e passerà tempo prima di poterle ripristinare. "Sono ancora forti i rischi - ha continuato - per cui dobbiamo agire con estrema prudenza per evitare di aggiungere vittime a vittime". Il capo della Protezione Civile ha poi spiegato che a Molino e Giampilieri è stata ripristinata la distribuzione di energia elettrica. Al centro operativo aereo continuano, intanto, ad arrivare persone che hanno bisogno di cure, soprattutto ustionati, che vengono trasportati negli ospedali cittadini. "Le ustioni - ha detto Bertolaso - sono state provocate dalle esplosioni di bombole del gas".

Intanto si continua a scavare nel fango a Giampilieri Superiore e Scaletta Zanclea, a pochi chilometri da Messina, dove si cercano ancora 35 dispersi nell'alluvione che ha spazzato le due vallate. I soccorritori hanno lavorato, per quanto possibile anche durante la notte in condizioni di estrema difficoltà. I circa 400 sfollati hanno trascorso la notte negli alberghi dove sono stati ospitati dalla Protezione Civile. Intanto si apprende che il cadavere di una donna è stato recuperato stamani a Giampilieri dai vigili del fuoco. Secondo alcuni soccorritori la donna forse era incinta. Un'ipotesi che secondo alcuni abitanti della zona potrebbe indicare che si tratta di una ragazza che lavorava nella farmacia del paese.

3 ottobre 2009

 

 

 

 

 

Napolitano: "No a opere faraoniche. Rendere sicuro il paese"

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2 ottobre 2009

Giorgio Napolitano a Matera (Ansa)

"Dai nostri archivi"

È polemica fra Napolitano e la Lega: "Si rileggano il rapporto sui rifiuti"

Napolitano: togliamo le rughe alla Costituzione

L'Udc da Napolitano, Casini: "Disinteressati a maggioranze variabili"

Il Punto di Stefano Folli

Invito al confronto da Napolitano

Per il presidente della Repubblica "O c'è un piano serio che investa per garantire la sicurezza in queste zone del paese o si potranno avere altre sciagure".

 

All'Italia non servono opere faraoniche ma bisogna investire per rendere sicure le aree del paese che non lo sono. Dopo il nubifragio che a Messina ha provocato finora 18 morti accertati e numerosi danni, il presidente della repubblica Giorgio Napolitano parla di messa in sicurezza del paese. Ai giornalisti che, all'uscita dal palazzo della Regione a Potenza, gli chiedono un commento sul disastro che si è consumato a Messina, il capo dello Stato risponde senza incertezze: "O c'è un piano serio che investa, piuttosto che in opere faraoniche,

per garantire la sicurezza in queste zone del paese o si potranno avere altre sciagure".

Napolitano aggiunge di "condividere pienamente le parole del sottosegretario alla Protezione civile, Guido Bertolaso: "C'è una situazione di diffuso dissesto idrogeologico in gran parte

causato da abusivismo, nel messinese e in tante altre parti d'Italia".

Il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, siracusana, ha dichiarato: "Sono addoloratissima per le gravi perdite subite da questa collettività. Purtroppo non ci sono certezze sul numero delle vittime e dei feriti. Si sta ancora scavando. Resta la rabbia, l'amarezza, il dolore, perché probabilmente questa tragedia poteva essere evitata". "Aspetto Lombardo e Bertolaso per riunirci e per riunire le forze a affrontare l'emergenza. Il governo regionale c'è ed è pronto", ha continuato la Prestigiacomo. Il ministro ha inoltre aggiunto che "il governo nazionale ha dichiarato lo stato di emergenza. Non ho parlato ancora con Berlusconi ma ritengo possibile una sua presenza nei prossimi giorni".

Intanto il presidente del Senato, Renato Schifani, ha trasmesso al prefetto di Messina i sensi del suo cordoglio e della sua preoccupazione per i tragici avvenimenti che hanno colpito la cittadinanza.

Cordoglio anche dal parlamentare del Pd Pierluigi Bersani: "Esprimo il mio cordoglio per le vittime della tragedia che ha colpito la zona di Messina e la vicinanza alle famiglie e a tutta la popolazione interessata dal disastro idrogeologico". "Sono momenti di dolore - ha aggiunto Bersani- ma proprio perché queste tragedie possano non ripetersi, occorre un impegno comune per una maggiore sicurezza e tutela del territorio. Mi pare che ancora una volta le parole del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano invitino tutti ad una riflessione seria".

2 ottobre 2009

 

 

 

 

I geologi siciliani: "Una tragedia annunciata. Mancano fondi e manutenzione"

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2 ottobre 2009

 

"Una tragedia annunciata, anzi che si preannunciava ogni anno. E questa volta purtroppo è accaduto". Il presidente dell'ordine dei Geologi della Sicilia, Gian Vito Graziano, commenta a un'agenzia gli effetti del nubifragio che si è abbattuto nella notte sul messinese, provocando morti e distruzione.

"Nelle zone a sud di Messina, ma anche in altre province come a Palermo, ogni anno si ripropongono sempre gli stessi problemi avvicinandosi ai mesi più piovosi. Oggi - prosegue - esistono strumenti di pianificazione regionale avanzati, che ci fotografano situazione quasi in diretta, ma non si interviene. La colpa è di un'assenza cronica di fondi, ma anche la manutenzione ordinaria - come la pulizia di canali, fiumi e tombini - non viene fatta".

"Quella del messinese è una zona con una situazione idrologica molto diffusa, con grandi e piccoli torrenti: già di per sè un reticolo idrografico diffuso produce una certa insabilità e se a questo si aggiunge la non manutenzione e un uso scellerato del territorio con costruzioni che non dovrebbero esserci il quadro è completo", prosegue Graziano.

Il geologo dà la colpa anche alle competenze "molto divise" tra Regione Sicilia, che "ha fatto un buono strumento di pianificazione", e Protezione civile, che "più volte ha avvertito sui semplici interventi di manutenzione. Per noi sarebbe importante mettere in atto tutti gli interventi previsti dai piani della Protezione civile, regionali e locali, con persone sul posto come sentinelle per prevenire gli eventi. Ma non si sa se si farà mai: in Italia purtroppo - conclude Graziano - viviamo sull'onda dell'emozione e appena smette di piovere cessa anche ogni allarme".

2 ottobre 2009

 

 

 

 

2009-10-02

Nubifragio e frane in Sicilia:

18 morti, centinaia di sfollati

2 ottobre 2009

La casa sulla collina sospesa su terreno in procinto di franare dopo il nubifragio che si è verificata questa notte a Messina - ANSA

VIDEO

Le frane sull'autostrada Messina-Catania

DA MESSINA / Quelle palazzine crollate come i Lego (di Alessandra Serio)

I geologi siciliani: "Una tragedia annunciata. Mancano fondi e manutenzione"

DA MESSINA

In ginocchio i paesi della costa jonica

di Alessandra Serio

PHOTOGALLERY

Il maltempo in Sicilia

RADIO24

La testimonianza del capo della protezione Civile regionale Salvo Cocina

RADIO24

Romano Fortunato, assessore alla protezione civile al comune di Messina

di Adriana Fracchia

Diciotto morti, 79 persone ricoverate in ospedale, 35 dispersi e oltre 400 sfollati. È il bilancio provvisorio del disastro causato dal nubifragio che si è abbattuto nella Sicilia nord orientale fornito ufficialmente dalla Prefettura di Messina, dove è stata istituita l'unità di crisi che coordina i soccorsi.

Altre fonti, come i carabinieri o l'assessore alla Protezione Civile del Comune di Messina, Fortunato Romano, parlano di almeno 18 vittime, sottolineando che si tratta di un bilancio provvisorio destinato ad aumentare. Il Capo della Protezione Civile Guido Bertolaso ha anche detto che la situazione di della frazione di Giampilieri è "la più grave e temiamo che ci siano altre vittime". Nel corso di una conferenza stampa, il capo della Protezione civile non ha potuto definire il numero dei dispersi segnalando che "ci sono tanti sfollati e che saranno alloggiati negli alberghi". Bertolaso ha poi detto che "i soccorsi sono stati tempestivi".

"Eravamo in stato di allerta meteorologico da ieri mattina, più di questo non potevamo fare", ha continuato Bertolaso, sottolineando che se "non si fa una grande opera di messa in sicurezza di tutto il territorio nazionale queste tragedie continueranno a ripetersi".

Delle vittime, sei si sono registrate a Giampilieri superiore, dieci a Scaletta e una Briga Marina. Sembra che solo una persona manchi all'appello e al momento sono 415 gli sfollati nella zona compresa tra Giampilieri, Scaletta Zanclea e Messina Sud. Sono 75 le persone ferite ricoverate in ospedale.

Le frazioni più colpite dal violento nubifragio sono state quelle di Giampilieri, Scaletta, Scaletta Zanclea e Briga, alle pendici dei Peloritani. Secondo quanto riferito al tg regionale, molte persone sono ancora sui tetti e i soccorsi sono difficili perchè le zone si possono raggiungere solo a piedi con con l'elicottero. Inoltre si sarebbero verificate anche alcune esplosioni all'interno di abitazioni, dovute alle bombole di Gpl presenti in casa. Diverse macchine sono state trovate in mare, trasportate dal fiume di acqua mista a fango che dalle colline è sceso a valle.

A Giampilieri un costone di roccia è franato su alcune palazzine. Le squadre dei soccorritori stanno scavando nel fango alla ricerca dei dispersi. Il Consiglio dei Ministri ha dichiarato lo stato di emergenza per l'area di Messina. Per Guido Bertolaso "la situazione è molto critica e molto seria". Dopo aver sorvolato in elicottero le zone di Giampilieri e Scaletta Zanclea, ha spiegato che "la zona è raggiungibile attraverso due vallate molto strette che sono completamente invase dal fango. Le strade si sono sbriciolate. Stiamo cercando di avere un quadro completo della situazione attraverso i sopralluoghi dall'alto degli elicotteri".

La Procura di Messina ha aperto un'inchiesta. L'ipotesi di reato è di disastro colposo. L'inchiesta viene seguita direttamente dal procuratore capo Guido Lo Forte. Due anni fa, inoltre, su Giampilieri si era già abbattuto un violento nubifragio: era il 25 ottobre del 2007 quando nella provincia di Messina un'alluvione provocò numerosi smottamenti. Anche allora si contarono ingenti danni ma, fortunatamente, nessuna vittima. Non è un caso, quindi, se qualcuno oggi parla di un "disastro annunciato". Gli abitanti di Giampilieri, all'epoca e nei mesi successivi al disastro, si lamentarono a gran voce di essere stati dimenticati. Eppure, secondo quanto risultava dal Piano per l'assetto idrogeologico (Pai) della Sicilia, quella non era considerata una zona a rischio.

L'autostrada A18 Messina-Catania, chiusa per alcune ore, è stata riaperta all'altezza del km 7, nell'area adiacente il villaggio di Santa Margherita, anche se con restringimenti in entrambe le carreggiate. Per via dei cumuli di detriti i vigili del fuoco, intervenuti con ogni mezzo a disposizione, hanno difficoltà a raggiungere le persone da soccorrere. Nei comuni di Roccalumera e Tremestieri i carabinieri e i tecnici della Protezione civile stanno raggiungendo le zone isolate a piedi, attraverso i binari ferroviari. Mezzi dei vigili del fuoco sono partiti da Calabria e Campania per raggiungere Messina, e si sono moblitati anche la Protezione civile nazionale e l'esercito mentre si stanno formando con il coordinamento della prefettura squadre di volontari.

 

Intanto il gruppo Ferrovie dello Stato informa che è attivo il numero verde gratuito 800.892021 per le informazioni sulla situazione del traffico ferroviario in Sicilia e sui collegamenti alternativi. Continua, infatti, la sospensione della circolazione dei treni tra Galati e Santa Teresa Riva, a causa degli smottamenti che si sono riversati sui binari della linea Messina-Catania. I treni del trasporto regionale dalle 12 hanno ripreso a circolare tra Messina e Galati consentendo la ripresa del servizio ferroviario metropolitano. I collegamenti a lunga percorrenza sono garantiti con bus sostitutivi via Catania-Termini Imerese e con il prolungamento della rotta fino a Catania da Villa San Giovanni delle navi traghetto di Bluvia. I tecnici di Rete ferroviaria italiana (gruppo FS) sono al lavoro per liberare la sede ferroviaria dai detriti e ripristinare la circolazione. Ferrovie dello Stato invita la clientela a non mettersi in viaggio se non strettamente necessario.

2 ottobre 2009

 

 

 

 

Il precedente del 2007 non è servito: i lavori dovevano ancora iniziare

2 ottobre 2009

Dopo la frana del 25 ottobre 2007, che colpì la frazione di Giampilieri e dichiarato lo stato di calamità, furono previsti lavori per 11 milioni di euro che sarebbero serviti per mettere in sicurezza la zona. Nei due anni successivi, però, l'unico lavoro realizzato è stato un terrazzamento a monte della via Palombara, dove oggi i danni sono stati limitati. Lunedì prossimo si sarebbe dovuto aprire un cantiere in un altra zona critica della frazione, la via Puntali, dove la situazione è particolarmente critica. La somma stanziata per questi interventi è di 900 mila euro.

"Dopo un iter lungo due anni avviato in seguito all'alluvione del 2007, solo la scorsa settimana la Protezione civile regionale ha consegnato i lavori per la messa in sicurezza delle colline dove sorgono i villaggi di Giampilieri, Molino e Altolia, falcidiati dal nubifragio e dalle frane che hanno sepolto molte abitazioni". Lo riferisce il deputato regionale del Pd, Filippo Panarello, originario di Giampilieri, dove vivono i suoi familiari.

"Ironia della sorte - dice Panarello - proprio quando i lavori stavano per cominciare è arrivato questo drammatico nubifragio". Secondo Panarello "l'alluvione di due anni fa aveva palesato la friabilità del territorio. Eppure s'è perso molto tempo per intervenire e oggi contiamo i morti".

2 ottobre 2009

 

 

 

 

 

Nubifragio e frane in Sicilia:

si cercano i dispersi nel fango

di Alessandra Serio

2 ottobre 2009

Una vettura semisommersa dal fango a Giampilieri, Messina (Ansa)

Napolitano:"No a opere faraoniche. Rendere sicuro il paese"

Si aggrava il bilancio: 18 morti, centinaia di sfollati

VIDEO / Le frane sull'autostrada Messina-Catania

Il precedente del 2007 non è servito: i lavori dovevano ancora iniziare

I geologi siciliani: "Una tragedia annunciata. Mancano fondi e manutenzione"

FOTO / Il maltempo in Sicilia

RADIO24 / La testimonianza del capo della protezione Civile regionale Salvo Cocina

RADIO24 / Romano Fortunato, assessore alla protezione civile (di A. Fracchia)

Fango, detriti, case allagate, palazzine crollate come costruzioni del Lego. Mentre la macchina dei soccorsi si mette in moto compiutamente, le immagini del paesaggio tra Messina e Roccalumera sono quelle di un disastro. Gli abitanti, asserragliati sui tetti e ai piani alti delle case per tutta la notte, scavano tra le macerie e nel fango, cercando notizie dei propri cari e rassicurando i familiari lontani. Difficili i collegamenti telefonici anche col capoluogo. I mezzi dei soccorsi sono arrivati via mare solo a metà mattina e gli sfollati sono stati trasferiti a Messina, Roccalumera e Giardini Naxos dove sono state attrezzate palestre, centi di raccolta e tendopoli. A Briga Marina un bimbo di due anni è stato salvato tratto da un assistente sociale un attimo prima che venisse travolto dal fango. Rifocillato e calmato, è stato trasferito a Messina. Le immagini del disatro e le testimonianze corrono intanto sul web.

Blog e social forum riportano le foto caricate dai cellulari degli abitanti della zona e i commenti di indignazione e protesta per quella che è una tragedia annunciata - due anni fa Giampilieri era già stato devastato dalle piogge - si rincorrono. Proprio su Facebook, nel tam tam dei post, è stata organizzata una manifestazione di protesta contro la politica e gli amministratori responsabili dello scempio del territorio. Attraverso il passa parola telematico moltissime persone hanno già aderito e si ritroveranno stasera alle 19 davanti la Prefettura.

2 ottobre 2009

 

 

 

Napolitano: "No a opere faraoniche. Rendere sicuro il paese"

ottobre 2009

Giorgio Napolitano a Matera (Ansa)

Per il presidente della Repubblica "O c'è un piano serio che investa per garantire la sicurezza in queste zone del paese o si potranno avere altre sciagure".

 

All'Italia non servono opere faraoniche ma bisogna investire per rendere sicure le aree del paese che non lo sono. Dopo il nubifragio che a Messina ha provocato finora 18 morti accertati e numerosi danni, il presidente della repubblica Giorgio Napolitano parla di messa in sicurezza del paese. Ai giornalisti che, all'uscita dal palazzo della Regione a Potenza, gli chiedono un commento sul disastro che si è consumato a Messina, il capo dello Stato risponde senza incertezze: "O c'è un piano serio che investa, piuttosto che in opere faraoniche,

per garantire la sicurezza in queste zone del paese o si potranno avere altre sciagure".

Napolitano aggiunge di "condividere pienamente le parole del sottosegretario alla Protezione civile, Guido Bertolaso: "C'è una situazione di diffuso dissesto idrogeologico in gran parte

causato da abusivismo, nel messinese e in tante altre parti d'Italia".

Il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, siracusana, ha dichiarato: "Sono addoloratissima per le gravi perdite subite da questa collettività. Purtroppo non ci sono certezze sul numero delle vittime e dei feriti. Si sta ancora scavando. Resta la rabbia, l'amarezza, il dolore, perché probabilmente questa tragedia poteva essere evitata". "Aspetto Lombardo e Bertolaso per riunirci e per riunire le forze a affrontare l'emergenza. Il governo regionale c'è ed è pronto", ha continuato la Prestigiacomo. Il ministro ha inoltre aggiunto che "il governo nazionale ha dichiarato lo stato di emergenza. Non ho parlato ancora con Berlusconi ma ritengo possibile una sua presenza nei prossimi giorni".

Intanto il presidente del Senato, Renato Schifani, ha trasmesso al prefetto di Messina i sensi del suo cordoglio e della sua preoccupazione per i tragici avvenimenti che hanno colpito la cittadinanza.

Cordoglio anche dal parlamentare del Pd Pierluigi Bersani: "Esprimo il mio cordoglio per le vittime della tragedia che ha colpito la zona di Messina e la vicinanza alle famiglie e a tutta la popolazione interessata dal disastro idrogeologico". "Sono momenti di dolore - ha aggiunto Bersani- ma proprio perché queste tragedie possano non ripetersi, occorre un impegno comune per una maggiore sicurezza e tutela del territorio. Mi pare che ancora una volta le parole del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano invitino tutti ad una riflessione seria".

2 ottobre 2009

 

 

 

Ma Matteoli accelera: lavori per il ponte al via a dicembre

2 ottobre 2009

 

I primi lavori per il ponte di Messina potrebbero partire già tra dicembre e gennaio. Questo l'auspicio del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli. "Spero che tra dicembre e al massimo gennaio - ha detto il ministro a margine della cerimonia per 170 anni della prima linea ferroviaria italiana Napoli-Portici - possano partire i primi lavori a terra. Ieri hanno trovato gli accordi (i general contractor con capofila Impregilo e la società stretto di Messina ndr) credo che oggi arriveranno alla firma del contratto per l'avvio dei lavori. Ho parlato questo pomeriggio con Ciucci (il numero uno della società Stretto di Messina ndr) e mi ha detto che è tutto a posto".

2 ottobre 2009

 

 

 

 

AVVENIRE

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